Manipolazione del clima

La geoingegneria non è affatto una bufala

Le cosiddette scie chimiche non fanno parte del complottismo. La geoingegneria è descritta dal corriere come una (buona) scienza che manipola il clima

Un articolo del Corriere della Sera descrive la geoingegneria: la (buona) scienza che manipola il clima

Nuvole gonfiate e aerosol salveranno la Terra? Lo scrive, già nel 2012, il “Corriere della Sera”,(1) presentando la geoingegneria come «la (buona) scienza che manipola il clima». Tempi non sospetti: sei anni fa era ancora scarso il “gossip” sulle cosiddette scie chimiche, e forse i cieli non erano ancora così intasati di “strisce” rilasciate dagli aerei, fino a stendere quello strano, persistente velo nuvoloso al quale siamo ormai abituati anche nelle giornate serene.

Soprattutto, non era ancora accaduto che un paese come l’Italia venisse colpito da tempeste violentissime, con venti furiosi (190 chilometri orari) in grado di sradicare centinaia di migliaia di alberi proprio il 4 novembre, anniversario della Grande Guerra, e proprio nella geografia del Nord-Est – le Dolomiti, il Piave – che nel 1918 salutò l’affermazione “patriottica” della giovane nazione italiana.

Complottisti scatenati e dubbiosi in aumento, vista la perdurante riluttanza delle autorità nel rilasciare dichiarazioni chiarificatrici, una volta per tutte, riguardo all’ipotetica correlazione tra scie bianche, innalzamento climatico ed eventi catastrofici generati dal meteo “impazzito”. Nulla che peraltro non fosse paventato, come pericoloso effetto collaterale, dagli esperti sondati nel 2012 da Emanuele Buzzi, autore di una ricognizione giornalistica per il “Corriere”.

Un tramonto rosso fuoco perenne e specchi giganti nello spazio per riflettere la luce solare?

Geoingegneria: un brevetto CNR descrive la composizione tossica dei carburanti degli aerei civili

Un brevetto del CNR spiega come si altera la composizione del combustibile al fine di abbattere l'umidità atmosferica e dissolvere le formazioni nuvolose

Un brevetto del C.N.R. conferma che gli aerei commerciali manipolano il clima con i loro carburanti additivati con una particolare composizione chimica

È possibile modificare le condizioni meteorologiche e manipolare i cicli pluviometrici, intervenendo sulle nubi(1) tramite l'impiego di carburanti(2) idonei?

La risposta è affermativa. A titolo di esempio, vi proponiamo un brevetto risalente al lontano 1973 e nel 1977 assegnato al Consiglio Nazionale per le ricerche (C.N.R.).(3) Nel testo è spiegato in modo approfondito com'è possibile alterare la composizione del combustibile al fine di abbattere l'umidità atmosferica e dissolvere le formazioni nuvolose che potrebbero causare precipitazioni piovose.

Ciò è possibile additivando alluminio, magnesio ed altri elementi alcalini che, reagendo con i solfuri di scarto, derivanti dalla combustione, determinano una fine miscela di nanopolveri igroscopiche.(4) È quindi evidente com'è vantaggiosa ed economica la collaborazione delle compagnie civili,(5) giacché la capillarità delle rotte commerciali permette di intervenire ovunque si intenda distruggere o deviare intere perturbazioni.

Cade così ogni fantasiosa spiegazione negazionista, volta a screditare quella che, secondo i media di regime, sarebbe solo una leggenda metropolitana nata dalla sfrenata fantasia di due fantomatici appassionati di bioterrorismo. Dubitiamo che la Magistratura(6) sia mai andata oltre le bislacche dichiarazioni dei pennivendoli e degli pseudo-scienziati che, nei processi farsa a nostro carico, passano sempre per coloro che dispensano la “verità”. Costoro, invece, sono solo abili mentitori,(7) sponsorizzati da qualcuno molto in alto.

Analizzato un liquido giallognolo che sgocciolava dalla fusoliera di un velivolo commerciale

Siamo in grado di mostrarvi le fasi del prelievo del liquido giallognolo che sgocciolava dalla parte inferiore della fusoliera di un A-320, in sosta presso l'aeroporto di Milano Malpensa.

Il composto chimico fu poi analizzato (con il metodo dei reagenti Osumex(1) e furono rilevati zinco, piombo, rame, cadmio, cobalto, mercurio. Il composto, che formava formato un deposito sul fondo della provetta, si presentava alla vista di colore giallognolo e risultava essere di media densità. Sprigionava inoltre un inconfondibile odore di uova marce.

Zolfo? Al fine di evidenziare nella composizione chimica del liquido altri elementi (metalli pesanti e no), è auspicabile un ulteriore esame presso un laboratorio francese di nostra fiducia.

Il prelievo fu eseguito, raccogliendo quanto ricadeva da uno dei tre fori, di cui uno è visibile nel filmato, realizzato dal nostro amico Enrico Gianini(2) che, di recente, ha concesso una dirompente intervista a Tommaso Minniti.

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