Entro il 2037 in Italia mega ridimensionamento delle pensioni

Entro il 2037 in Italia mega ridimensionamento delle pensioniÈ ovvio che nessuno ve lo dice.

Le pensioni diminuiranno man mano fino a raggiungere un taglio del 47%entro il 2037.

Anche chi lavora oggi sarà povero domani…

Cominciamo a parlare dei pensionati di oggi,i quali hanno riscontrato “misteriose” trattenute sugli assegni pensionistici di gennaio e febbraio 2015.

Il decreto del 20 novembre 2014, emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha fissato nella misura del 1,1% l’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni, in via definitiva per l’anno 2014. Una volta rideterminato l’importo di pensione effettivamente spettante per l’anno 2014, si è provveduto ad attribuire la rivalutazione provvisoria per l’anno 2015.

E ora arrivano i primi risultati della mossa del governo che si ripercuotono sulle tasche dei cittadini.

Nella rata di gennaio 2015 milioni di pensionati hanno trovato una nuova trattenuta chiamata ‘conguaglio pensione da rinnovo’. Si tratta appunto del meccanismo di rivalutazione delle pensioni che nel 2014 ha portato l’Inps a mettere le mani nel portafoglio dei pensionati sottraendo circa 12 euro ogni 1.000 euro di pensione.

Ma la “stangatina” non si ferma solo a gennaio, proseguirà anche nell’assegno di febbraio. Su una pensione minima (con un importo medio di circa 500 euro lordi) verranno sottratti 5,40 euro, mentre su un assegno di 1.500 euro la somma sottratta sarà di circa 16 euro. Insomma di fatto la rivalutazione per l’anno in corso andrà ad erodere quelle poche risorse di cui dispongono i pensionati.

Per i pensionati del futuro l’assegno previdenziale sarà sempre più magro: diminuisce infatti drasticamente il tasso di sostituzione tra retribuzione e pensione nel tempo. Lo hanno confermato le analisi di Bankitalia. Intanto il neo presidente Boeri promette una tangibile riforma dell’ente ed un taglio alle pensioni d’oro sopra i 3.000 euro.

Vediamo tutto in dettaglio. Secondo Bankitalia, per una consistente fetta della popolazione la “ricchezza previdenziale potrebbe risultare inadeguata”. Nelle stime della Ragioneria di Stato, un lavoratore del settore privato che nel 2013 avrebbe ottenuto una pensione pari al 70% della propria retribuzione (al lordo dell’imposizione fiscale e contributiva), nel 2040 vedrà ridotta la percentuale al 52%, a parità di anni di contribuzione.

Secondo le stime dell’Inps, l’attuale grado di copertura della pensione rispetto alla retribuzione (viene determinato in base al rapporto tra l’importo della pensione al momento del collocamento a riposo e la retribuzione immediatamente precedente l’accesso al pensionamento) per i lavoratori dipendenti è del 52%. Scenderà fino ad arrivare al 47% nel 2037.

Diretta e inevitabile conseguenza dell’inadeguatezza delle pensioni sarà l’aumento della spesa sociale. Anche perché, sulla base del campione dei bilanci di Bankitaia (che contiene anche il risparmio ed i patrimoni), emerge che il 47,3% dei lavoratori andrà in pensione con meno del 60% dello stipendio, ma di questi un 15% appartiene alla fascia più povera della popolazione, senza altre risorse oltre alla pensione.

Fonte primaria: quifinanza.it / Fonte: ilsapereepotere.blogspot.ch

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