Nuova tecnologia 3D che coniuga computer vision e oceanografia

Nuova tecnologia 3D che coniuga computer vision e oceanografia‘Cacciatori’ di onde estreme scoprono che sono più frequenti di quanto si ritenesse finora. Dallo studio di Ca’ Foscari e Ismar-Cnr, pubblicato su Journal of Physical Oceanography, sono nati un progetto e un brevetto per misurarle da navi e piattaforme

Osservando il moto ondoso in mare aperto con occhi ‘elettronici’, in grado di ricostruirlo in 3D, scienziati dell’Università Ca’ Foscari Venezia e dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) hanno scoperto che onde eccezionalmente alte sono più frequenti di quanto finora ipotizzato dai modelli teorici.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Physical Oceanography, è stato svolto nel Mar Adriatico, ma il risultato è di rilievo globale perché riguarda il comportamento delle onde in tutti i mari. Dalla scoperta sono nati il progetto Wass (Waves Acquisition Stereo System) e un brevetto.

Gli autori dell’invenzione (Alvise Benetazzo, Francesco Barbariol, Sandro Carniel e Mauro Sclavo dell’Ismar-Cnr e Filippo Bergamasco e Andrea Torsello di Ca’ Foscari) hanno sviluppato una tecnologia, che coniuga computer vision e oceanografia, in grado di misurare il mare in tempo reale anche da telecamere in movimento, posizionate quindi su navi e piattaforme mobili.

Progettate pile 10 volte più potenti simulando la struttura della melagrana

Presso l’Università di Stanford degli ingegnosi studiosi, in collaborazione con il National Accelerator Laboratory del DOE, hanno progettato un elettrodo che, simulando la struttura della melagrana, è capace di immagazzinare fino a dieci volte l’energia che le pile riescono normalmente ad accumulare.

Il professor Yi Cui, associato all’Università di Stanford e capo del team di ricerca, spiega così questa invenzione: “Abbiamo di fronte ancora un paio di sfide, ma questo design ci porta ad un passo dall’utilizzare anodi di silicio in piccole batterie, più leggere e più potenti di quelle attuali, per prodotti come telefoni cellulari, tablet e macchine elettriche. Gli esperimenti hanno mostrato il nostro anodo a melograno funziona ad una capacità del 97 per cento anche dopo 1000 cicli di carica e scarica, collocandosi così ben all’interno della gamma desiderata per operazione commerciale”.

Gli anodi in silicio possono arrivare a memorizzare una carica pari a quasi 10 volte quella della grafite presente nelle tradizionali batterie agli ioni di litio e per ricavare il silicio per il momento si sta valutando di estrarlo dal residuo dell’involucro dei chicchi di riso che sono composti per ben il 20% dalla sostanza organica costituita da diossido di silicio.

Il silicio è fragile e dunque rischia di deformarsi o addirittura deteriorarsi durante la carica della batteria.

Non praticare sport alimenta la pigrizia

Gino BramieriPensate di essere geneticamente pigri?

A tutti noi può succedere di vivere un periodo particolarmente “sedentario”, un periodo in cui non abbiamo voglia di fare sport e di essere particolarmente attivi, fatta eccezione per lo sforzo di andare al lavoro e sbrigare le commissioni necessarie per la sopravvivenza.

Detto questo, è però altrettanto vero che alcune persone sono senza dubbio più pigre rispetto ad altre.

Ma per quale ragione secondo voi?

A rispondere a questa domanda ci pensa il nuovo video di Scienziati Subito che vi segnaliamo in alto, grazie al quale apprendiamo che, in realtà, l’evoluzione ha sviluppato la nostra mente e il nostro corpo per rispondere positivamente alle ricompense naturali, come il sesso, l’attività fisica e il cibo.

Nonostante faccia parte della biologia umana però, molte persone non riescono proprio ad amare lo sport.

Ma perché ciò accade?

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