Economia

Bruno Chastonay: situazione delicata per le Banche Centrali

Bruno Chastonay: situazione delicata per le Banche CentraliViviamo in queste ultime settimane dei momenti delicati per le Banche Centrali e per alcuni Governi, che sono obbligati a confrontarsi con il famoso detto … “tutti i nodi vengono al pettine”.

Il primo ruolo delle Banche Centrali non è di risolvere i problemi del mondo, ma quello di garantire la stabilità:

- dei prezzi,

- della inflazione e la sana tenuta dei conti e

- delle esposizioni debitorie dei privati e della pubblica amministrazione.

Dalla crisi innescata dai sub-prime statunitensi nel 2008, abbiamo avuto un intervento massiccio di iniezione di liquidità da parte di Governi, Banche Centrali, ed altra numerose iniziative atte a superare la conseguente crisi economica.

Nonostante i massicci livelli di liquidità iniettati sui mercati, si sono registrati dei risultati piuttosto deludenti e, nei casi di segnali positivi, soprattutto fragili.

Tirando le somme, a 10 anni di distanza, si evidenzia un livello dei debiti in continuo aumento, a nuovi record massimi, nonostante il crollo dei tassi, per livelli prossimi allo zero o negativi.

Il recupero delle Economie si mostra sostanzialmente “blando”, considerando i bassi livelli di sviluppo consuntivati, con vantaggi soprattutto a favore delle grandi aziende, multinazionali in primis.

Economia mondiale: remunerazione del lavoro e crescita

Economia mondiale: remunerazione del lavoro e crescitaUn argomento sempre di elevata attualità, ma di difficile approccio, in quanto molto etico, è quello della:

remunerazione del lavoro,

potere di acquisto,

capacità di consumo e

crescita.

Fattore sempre più di attualità in un mondo globalizzato, che tende come riflesso:

ad orientare verso il basso i redditi individuali delle masse, e ad aumentare la ricchezza delle classi super agiate, che trovano molte occasioni per gestire ed approfittare di queste disparità, o meglio opportunità, presenti nel mondo.

Vero è che grazie alla maggiore possibilità di muoversi, trasferirsi, diventa facile viaggiare, emigrare, in relazione ai bassi costi ed alle maggiori informazioni, grazie anche all’aumento dell’offerta di posti lavoro.

A questo si aggiunge un processo di delocalizzazione delle produzioni che richiede una notevole quantità di forze lavoro, con bassi salari, e se possibile, con costi sociali al minimo.

Mercati finanziari: la manipolazione dell'informazione

In un mondo sempre più mediatico, e con interessi individuali ai massimi, il rischio di essere:

manipolati,

male informati, o

indirizzati verso specifici investimenti è molto elevato.

Il conflitto di interesse, sempre più marcato, da quando le Banche, e più in generale, i datori di lavoro dei consulenti e gestori patrimoniali, hanno imboccato la strada del “pagamento a performance”, o meglio, di retribuire con un salario minimo di base, e di corrispondere i “successi” con dei bonus, o benefits vari, è notevole.

In buona sostanza, non ci sono gestori patrimoniali, ma degli interlocutori, o relatori per la clientela, che devono “piazzare” dei prodotti finanziari, in sintonia ai desideri e agli obiettivi della Banca.

Siamo passati da una gestione familiare, diretta, entro consulente e cliente, ad una gestione globalizzata, assemblata in prodotti conglobanti le masse da gestire, come fondi di investimento e di varia natura.

Tanti i vantaggi per gli emittenti, le Banche, come

  • la riduzione dei costi delle gestioni singole, dei rischi inerenti l’applicazione di tutte le normative di vigilanza,
  • maggiori commissioni e quindi redditività, approccio anche per la piccola clientela, e fidelizzazione dei clienti, mezzo pubblicitario per attrarre nuovi investitori.

E per il cliente?

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