Economia

Un mercato globalizzato

Viviamo in un mercato globalizzato, unificato non solo per quanto riguarda l’economia e la finanza ma per tutti gli altri settori.

Come per l’informazione, globalizzata e velocizzata, che dalla carta stampata si è trasferita sul web, dilagando su ogni contesto per il tramite dei social-network.

Il risultato è quello di maggiori utenti, velocità in tempo reale, diffusione su di un territorio molto ampio.

In precedenza coloro che controllavano l’informazione, il sistema dell’istruzione scolastica e la “conoscenza”, controllava il “popolo”, vale a dire le genti di ogni razza e nazione.

Tali meccanismi erano dunque appannaggio dei Governanti, delle Chiese e delle Lobbies di potere, le quali si sforzavano di controllare la vita dei cittadini, quella economica e sociale.

Per certi aspetti, l’alfabetismo diffuso rappresentò il principio di una nuova era di “prigione” per i popoli, che da quella di natura economica si trasformò in un’altra più subdola di tipo “psicologico”.

Nella nostra era del “web”, in cui tutti (in teoria) possono avere un accesso ad informazioni non sempre “controllate” dal Potere, la maggiore diffusione della “conoscenza”, intesa come obiettiva verità, determina una conseguente perdita del potere di controllo sul mondo, almeno in un certo senso ed in via tendenziale.

Bruno Chastonay: l'andamento dei tassi di interesse

Bruno Chastonay: l'andamento dei tassi di interesseCon il rialzo dei tassi d’interesse chi ci guadagna?

In primis le banche, per l’aumento dello spread, ovvero il differenziale tra gli interessi corrisposti sui depositi e sulle altre forme di raccolta e su quelli lucrati sulle operazioni di credito attive (mutui, altri prestiti, crediti al consumo ed altro). I vantaggi economici in genere si manifestano anche a favore degli altri intermediari creditizi, così come per i settori produttivi dei macchinari (tecnologici) e delle costruzioni.

Ma il problema di base, che è stato creato dal:

lungo periodo di tassi “zero o negativi”,

con l’iniezione di una super ampia liquidità nei mercati finanziari (si veda una nostra precedente rubrica su questa Review),

deve in qualche modo essere superato, poiché connesso a:

misure di politica monetaria di natura straordinaria, attuate per sostenere la ripresa economica globale; azioni concertate da tutte le Banche Centrali e Governi dei principali paesi, dal 2008 in poi.

L’obiettivo primario resta sempre quello di un target d’inflazione prossimo al 2pc.

Bruno Chastonay: tassi – debiti – sostenibilità

Bruno Chastonay: tassi – debiti – sostenibilitàIn un mondo finanziario che è cresciuto grazie all’ampia iniezione di liquidità da parte delle banche centrali, tramite acquisti di assets vari, abbiamo avuto una esplosione dei DEBITI. Livelli di debiti, sia privati che istituzionali e governativi, ai record massimi, grazie alla politica TASSI ZERO, o meglio, pure negativi.

Con i TASSI NEGATIVI si è spinta al massimo la necessità di trovare un RENDIMENTO per tutta la liquidità latente nei conti corrente, fondi pensione, fondi immobiliari, e fondi di investimento e hedge vari.

Primo obiettivo, quello di dare vigore, stimolo alla CRESCITA globale, è stato raggiunto. Il problema è che ora, dopo lunghi anni di questa politica monetaria, gli effetti di stimolo si sono ridotti enormemente, e abbiamo ora maggiori effetti collaterali, più negativi che positivi.

Grazie al ridotto costo di finanziamento, carte credito, mutui, leasing, il livello di indebitamento privato è progredito ai record massimi, fattore che combinato con l’assenza di aumento dei SALARI (se addirittura non calati), abbiamo un RISCHIO elevato per quanto riguarda la loro sostenibilità. Soprattutto dagli ultimi trimestri, cioè da quando la FED USA ha dato svolta ad un cambiamento di direzione, portando il rialzo dei tassi generalizzato. E con un POTERE di ACQUISTO in calo da molti anni, assorbito dai costi sociali, trasporti, fisco, alimentari, comunicazioni.

Pagine