Economia

Equitalia sbaglia una volta su cinque

EquitaliaQuando è il Fisco a sbagliarsi: accade una volta su cinque. In 15 anni 217 miliardi di cartelle Equitalia “non dovute”

Una volta su cinque il fisco si sbaglia, e invia cartelle Equitalia per debiti non dovuti o con degli errori, che alla fine vengono annullate. Questi ‘errori’ dal 2000 al 2015 hanno riguardato il 20,5% delle cartelle in carico a Equitalia, per circa 217 miliardi di euro, emesse per un errore dell’ente creditore, come sono ad esempio Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comuni, pubbliche amministrazioni.

A fornire il dato è stato oggi l’ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, in un’audizione al Senato durante la quale ha anche sottolineato che dal 2006 ad oggi “le riscossioni sono sensibilmente aumentate” arrivando ad una media annua di 7,7 miliardi di euro e che il 53% delle cartelle riscosse nel 2015 riguarda debiti sopra i 100mila euro.

Quanto agli errori del fisco, Ruffini ha sottolineato che su “un carico totale lordo affidato a Equitalia nel periodo dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 che ammonta a 1.058 miliardi di euro, il 20,5% è stato annullato dagli stessi enti creditori, in quanto ritenuto indebito (cioè non dovuto dai contribuenti) a seguito di provvedimenti di autotutela da parte dei suddetti enti creditori o di decisioni dell’autorità giudiziaria”.

Brexit: Soros da catastrofista diventa ottimista

George Soros - UK’esito del voto a favore di uan Brexit è stato uno choc anche per George Soros, ma la tragedia non sembra più un ‘fait accompli‘ come poteva sembrare nelle ore immediatamente successive all’ufficializzazione della vittoria dei no all’Europa da parte del popolo britannico o per lo meno dei 46,5 milioni di cittadini che si sono recati alle urne il 23 giugno.

In un intervento al Parlamento europeo, il guru degli investimenti ha detto che, anzi, la Brexit ha creato uno “slancio positivo per costruire un’Europa più forte e migliore”. Detto questo rimane il fatto che il referendum britannico ha aperto “una nuova crisi” in Europa già malandata.

Più di quattro milioni di persone hanno firmato una petizione per chiedere al Parlamento di tenere un secondo referendum. “Nel momento in cui in Parlamento si discuterà di questa petizione, non è da escludere che altre persone firmeranno la petizione, superando il numero di quelle che hanno votato per la Brexit”.

I documenti riservati di Greenpeace riguardanti il Ttip

TtipLa firma del Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip) tra Unione europea e Stati Uniti mette a rischio gli standard europei sull’ambiente e la salute. Lo rivelano alcuni documenti diffusi da Greenpeace e pubblicati il 2 maggio dal quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.

L’organizzazione ambientalista è entrata in possesso di 248 pagine di documenti riservati, che riguardano alcune questioni come il cibo, i cosmetici, le telecomunicazioni, i pesticidi e l’agricoltura.

Secondo i sostenitori del Ttip, il trattato farà nascere la più grande area di libero scambio al mondo, creando nuovi posti di lavoro. Secondo gli attivisti, le associazioni e i movimenti che si oppongono al trattato, invece, il Ttip è frutto delle pressioni delle multinazionali e finirà per tutelare solo gli interessi delle aziende, ignorando quelli dei lavoratori e dei consumatori. In realtà, stando a quanto si legge nei documenti diffusi da Greenpeace, le trattative tra Stati Uniti ed Europa sono in una fase di stallo e le posizioni tra i due blocchi sono molto distanti.

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