Vivere meglio

Sintomi: quando il fegato non funziona

Epatite CDimenticanza. Confusione. Difficoltà con la matematica.

Spesso, queste esperienze sono considerate solo parte normale dell'invecchiamento.

Tuttavia, a volte, questi cambiamenti in realtà sono il segnale del corpo di un problema sottostante più significativo: la malattia del fegato.

In alcuni casi, questi sintomi possono essere segni dell'encefalopatia epatica (HE), una condizione cronica grave, che insorge quando il fegato non è più in grado di filtrare le tossine prodotte all'interno del corpo e permette a tali tossine (come l'ammoniaca) di raggiungere il cervello. Una volta che queste sostanze tossiche sono nel cervello, possono causare questi sintomi tipici della demenza.

Boomers e salute del fegato

Che tu faccia parte del baby boom (persone nate nel dopoguerra, tra il 1946 e il 1960) o che ti prenda cura di una persona di questa generazione, è importante mantenere la salute del fegato e comprendere i rischi associati alla malattia epatica.

La consapevolezza dei rischi di condizioni epatiche specifiche, come la HE, può portare a discussioni preliminari con il proprio fornitore di assistenza sanitaria.

Per cominciare, fare parte del baby boom può dare un rischio più alto di epatite C, una condizione che è una delle cause principali di danni al fegato come la cirrosi (cicatrizzazione del fegato). La U.S. Preventive Services Task Force ha raggiunto la conclusione che tutti i figli del baby boom dovrebbero farsi esaminare per l'epatite C. Con l'aumento della prevalenza in questa fascia di età, l'epatite C potrebbe non mostrare sintomi fino a quando la condizione non è diventata una malattia grave del fegato.

Genitori e Figli Insieme con amore e rispetto

Genitori e Figli Insieme - LibroDall'infanzia all'adolescenza con amore e rispetto

Ogni volta che nasce un bambino, nascono un padre e una madre.
E da quel momento crescono insieme in saggezza e virtù.

Così inizia il nuovo libro di Carlos González, il seguito di Besame Mucho, un'opera in cui l'autore si occupa per la prima volta dell'educazione e dell'accudimento di bambini che hanno già superato la prima infanzia.

Nei libri precedenti, l'autore ha affrontato alcuni temi che interessano genitori di neonati, quali l'allattamento e l'alimentazione, il pianto e il sonno, i diffusi pregiudizi e le regole assurde che a volte ci impediscono di accudire e coccolare i figli e divertirci con loro. In questa occasione Carlos González ha deciso di trattare questioni relative a bambini un po' più grandi, fino all'adolescenza.

L'infiammazione è un naturale processo di guarigione

Farmaci antiinfiammatoriAvrete sentito parlare di artrite, tonsillite, bronchite. Tutte le malattie che terminano per –ite indicano l’infiammazione di una specifica area del corpo. Ad esempio la colite è un’infiammazione del colon, l’appendicite dell’appendice, dermatite della pelle, tendinite dei tendini, epatite del fegato ecc. Queste etichette patologiche denotano semplicemente la parte affetta, ma falliscono nel comprendere la causa dell’infiammazione.

L’infiammazione manifesta di solito dolore acuto, dovuto alla pressione esercitata dai tessuti infiammati sui nervi. E questo è un bene, poiché il dolore limita i comportamenti che potrebbero danneggiare ancora di più l’organismo. Ad esempio se ci fa male la schiena, eviteremo di alzare carichi pesanti, se fa male la gola, mangeremo di meno e berremo di più.

Non appena individuata la parte affetta da infiammazione, è pratica medica somministrare al paziente un antidolorifico, o pratica comune andare in farmacia a comprarlo. Grazie al farmaco, il dolore associato all’infiammazione svanisce e può sembrare quasi un miracolo: possiamo continuare con il nostro lavoro e la nostra vita credendo di essere tornati in salute.

Ma questo potrebbe non essere il caso.

Questi medicinali hanno la capacità di provocare più danni, che il valore del sollievo momentaneo e sono distruttivi su due livelli: primo, incoraggiano la continuazione del comportamento che ha causato l’infiammazione (ad esempio, sovraccarico delle vertebre e dei muscoli della schiena). Secondo, causano quasi senza eccezione gli eufemisticamente chiamati “effetti collaterali”.

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