Allerte

L'obesità causa lesioni o malattie articolari alle ginocchia

ginocchiaChi mette peso ha più probabilità di sviluppare dolore alle ginocchia rispetto a quelli che invece perdono peso o lo mantengono stabile.

È quanto emerge da una ricerca della Monash University di Melbourne.

Gli studiosi hanno reclutato 250 persone di età inclusa tra i 25 e i 60 anni senza alcun precedente di intervento chirurgico al ginocchio, lesioni o malattie articolari.

Più di tre quarti erano donne e molti erano obesi. Dopo due anni erano rimasti 196 partecipanti, dei quali più della metà aveva mantenuto il proprio peso, mentre il 14 per cento era ingrassato (in media 7 kg). Il 30 per cento, invece, aveva perso peso.

Secondo quanto riporta la Reuters, per ogni chilogrammo acquisito, il punteggio del dolore è salito di 1,9 punti su una scala di 500. La rigidità dell'osso era peggiorata di 1,4 punti (su una scala di 200) e la funzionalità di 6,1 punti (su una scala di 1700).

Lo studio non dimostra con certezza che i chili di troppo hanno causato il dolore, anche se i ricercatori lo considerano probabile.

Il legame tra aumento di peso e dolore era più forte nelle persone obese, che hanno sperimentato un aumento del dolore di 59 punti rispetto ai 6,4 dei non obesi. La perdita di peso ha portato invece solo a un piccolo miglioramento nel dolore.

IRB di Bellinzona: le patologie provocate dallo stress

StressLa rivista scientifica Molecular Cell ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dal gruppo del Professor Maurizio Molinari all’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB) di Bellinzona affiliato all’USI, in collaborazione con il gruppo del Professor Fulvio Reggiori all’University Medical Center di Utrecht.

Lo studio descrive un meccanismo adottato dalle nostre cellule per evitare lo scatenarsi di stress che le porterebbe, inevitabilmente, alla morte.

Le cellule sono vere e proprie “fabbriche di proteine”. Ne producono svariate migliaia con funzioni che, per fare qualche esempio, vanno dal permetterci di vedere, sentire, digerire ciò che mangiamo, trasportare l’ossigeno nel sangue fino a proteggere il nostro organismo dall’attacco di virus e batteri.

Le proteine che non assumono la corretta struttura possono formare degli aggregati che si depositano nelle cellule provocando stress letali che le uccidono. Tali stress sono all’origine di svariate malattie umane come Alzheimer, Parkinson, fibrosi cistica e di tutta una serie di malattie ereditarie più o meno rare con decorso infausto.

A seconda dell’organo colpito, queste malattie causano per esempio la perdita delle facoltà cognitive, gravi problemi polmonari ed epatici, la perdita della vista e rappresentano un costo medico e sociale enorme.

Gli “spazzini molecolari”

Aumentano i tumori della pelle

Tumori della pelleCresciuto di otto volte in quarant'anni il numero dei casi di melanoma nelle donne, di quattro volte negli uomini

Alcuni tumori per fortuna stanno diventando sempre più rari, ma i tumori della pelle sono in netta controtendenza: secondo dati raccolti dalla Mayo Clinic di Rochester, negli Stati Uniti, i tassi di melanoma galoppano e sono soprattutto le giovani donne ad ammalarsi oggi più spesso di ieri.

DATI – I ricercatori hanno analizzato informazioni contenute nel Rochester Epidemiology Project, un database che da anni raccoglie informazioni su tutte le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini di Olmsted County, la contea di cui fa parte Rochester; si sono quindi focalizzati sulle nuove diagnosi di melanoma in persone dai 18 ai 39 anni, dal 1970 al 2009.

Il risultato dell'indagine, pubblicato sui Mayo Clinic Proceedings, non lascia spazio ai dubbi: in questo lasso di tempo l'incidenza di melanoma è aumentata di otto volte nelle giovani donne fra i 20 e i 40 anni, di quattro volte fra gli uomini. «Nell'arco dell'esistenza la probabilità di melanoma è maggiore per gli uomini, ma nelle fasce d'età più giovani è vero il contrario», specifica Jerry Brewer, il dermatologo della Mayo Clinic che ha coordinato lo studio. Lo specialista ammette che un incremento nel numero di casi se lo aspettava, ma non così tanto; c'è di buono che la mortalità è nel frattempo diminuita, perché le diagnosi sono sempre più spesso tempestive consentendo cure risolutive.

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