Allerte

Le barrette ai cereali non sono così sane come si vuol far credere

Barrette ai cerealiL'indagine di un gruppo di consumatori inglese rivela che su 30 prodotti analizzati solo una ha bassi contenuti di zuccheri

L'immagine delle barrette di cereali come snack sano è solo una «leggenda».

In realtà questi alimenti, secondo uno studio finanziato dal gruppo inglese di consumatori «Which?» conterrebbero parecchi grassi e zuccheri. In particolare, dei 30 diversi tipi di barrette esaminate, solo una non aveva alti contenuti di zuccheri, mentre 16 ne avevano più del 30%. In una c'era l'equivalente di 4 cucchiaini di zucchero - più di quanto ne contenga una piccola lattina di cola e pari al 20% della soglia giornaliera di zuccheri raccomandata. Negli altri snack analizzati sono state riscontrate anche alte quantità di grassi e grassi saturi. Ad esempio, delle sette barrette vendute per i bambini, sei contengono alti livelli di grassi saturi.

IL CONFRONTO - L'associazione inglese dei consumatori ha messo a confronto il contenuto nutritivo delle barrette usando le informazioni delle aziende produttrici e usato una sorta di semaforo, apponendo luci rosse, gialle o verdi, quando i livelli di grassi, grassi saturi, zuccheri e sali erano alti, medi o bassi.

Scatta per la Terra l'overshot day. Le risorse non sono più sufficienti per tutti

Terra schiacciataÈ scattato lo scorso 22 agosto (2012) l'Overshot day, ovvero il giorno in cui abbiamo davvero dato fondo alle risorse.

Il ciclo naturale di produzione non basta a soddisfare le nostre necessità.

In sostanza il rapporto è a uno e mezzo: se dalla terra nasce un albero noi ne abbattiamo uno e mezzo.

Il pianeta è decisamente in affanno: abbiamo finito in 8 mesi le risorse che avremmo dovuto consumare in 12.

A stilare il rapporto -come ogni anno- la Global Footprint Network, che misura periodicamente l'incidenza dell'attività umana sulla Terra.

“Le nazioni di tutto il mondo, e in particolare il sud dell'Europa, hanno iniziato a sperimentare dolorosamente cosa significa spendere di più di quello che guadagnano -commenta Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network-. Quando i deficit di risorse si fanno più grandi, e i prezzi delle risorse rimangono elevati, i costi per le nazioni diventano insopportabili”.

Kebab? No, grazie!

KebabIntestino, polmoni, cuore, lingua, occhi, scarti di macelleria, ossa, sale e grasso animale. No, non è la ricetta della zuppa di una strega ma gli ingredienti della “carne” di un Doner Kebab.

Una moda spopolata in tutta Europa, il kebab è diventato il fast food più diffuso, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino, Parigi, milioni di persone lo mangiano ogni giorno, senza sapere che cos’è e quanto pericoloso è per la salute.
Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate.

Il Doner Kebab (ovvero la versione “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, ndr), invece, non ha niente di nutriente, né di buono, purtroppo. Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato.

Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald o altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne.

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