Manipolazioni

Le industrie sapevano che lo zucchero era dannoso per la salute

Zucchero biancoIl film già visto per il fumo, con le industrie impegnate a mascherare gli effetti negativi dei propri prodotti anche con mezzi poco leciti, è avvenuto cinquant'anni fa anche per lo zucchero.

A scoprire la “pistola fumante” una ricerca su documenti dell'epoca pubblicata dalla rivista Jama Internal Medicine, da cui emerge che alcuni scienziati accettarono dietro pagamento di pubblicare ricerche falsate.

A rilevare i fatti è stata Cristin Kearns, ricercatrice dell'università di San Francisco, che ha trovato nei sotterranei della biblioteca di Harvard documenti su due famosi nutrizionisti dell'università, Fredrick Stare e Mark Hegsted, che lavoravano a stretto contatto con la Sugar Research Foundation, un gruppo di pressione delle aziende alimentari.

Il gruppo chiese a Hegsted di scrivere una review, un articolo che passa in rassegna le ricerche precedenti su un dato tema, che andasse contro i risultati di alcuni studi appena usciti che legavano il saccarosio alle coronaropatie.

“Il gruppo - si legge nell'articolo - pagò l'equivalente di 48mila dollari attuali a Hegsted e al collega Robert McGandy, che non rivelarono mai la donazione. I due misero da parte gli studi sullo zucchero, e conclusero che c'era una sola modifica alla dieta che poteva prevenire le malattie cardiache, la diminuzione di colesterolo e grassi saturi. Le loro review furono pubblicate nel 1967 dal New England Journal of Medicine, che all'epoca non chiedeva di rendere noti i conflitti di interessi”.

David Icke: impongono un’orrenda agenda che include l'uso cinico delle emozioni

Il bambino Omran e David IckeTraduco nel seguito il videocast di David Icke, del 26 agosto 2016, ovvero il discorso che settimanalmente pubblica per gli abbonati ma di cui si può anche molto vedere pubblicamente sul suo sito www.davidicke.com. Il link specifico della presente traduzione è questo: https://www.youtube.com/watch?v=Hgo3uonbInE

Questa settimana parlerò della cinica manipolazione delle emozioni da parte di un network globale e dei suoi agenti e delle famiglie di lignaggio, incapaci di sentire emozioni nel modo in cui la più parte delle persone invece le sente.

Con questo intendo la loro incapacità di sentire empatia, di mettersi nell’emozioni e nelle conseguenze delle loro azioni, ragion per cui possono continuare a bombardare innocenti perché non sentono alcuna conseguenza emozionale per la sofferenza creata alle persone. Se da un lato questo network ha questa totale incapacità di sentire emozioni umane, dall'altro è particolarmente capace di manipolare quelle emozioni che non sa sentire. E questo ovviamente in riferimento alla popolazione che è presa di mira.

Naturalmente tutti noi abbiamo visto la foto del bambino Omran, foto che ha fatto il giro del mondo di recente, scattata dopo un attacco in Siria e che ci ricorda quella dell'altro piccolo trovato morto sulla spiaggia, mesi fa, che con altri stava scappando dal terrorismo e dalla guerra in Siria, nel tentativo di raggiungere l’Europa.

Assolto Milosevic. I media occidentali hanno fatto finta di niente

Slobodan MilosevicIl 24 marzo 2016, il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, ha condannato Radovan Karadžic, presidente della Repubblica Srepska (è l’entità territoriale che nacque in opposizione al risultato del referendum voluto in Bosnia dalla comunità europea e con il quale croati e musulmani votarono in favore di una Bosnia Erzegovina indipendente) dal 1992, a 40 anni di reclusione con l’accusa di genocidio, persecuzione e crimini contro l’umanità, deportazione e violazione delle norme e consuetudini di guerra per fatti commessi durante la Guerra in Bosnia, fra il 1992 e il 1995.

I giudici della Corte lo hanno dichiarato colpevole, fra gli altri, per il genocidio di Srebrenica, quando un numero imprecisato (forse cinquemila, forse ottomila) di uomini non serbi, musulmani e bosniaci vennero uccisi e decine di migliaia di donne, anziani e bambini vennero forzatamente trasferiti e detenuti.

Nelle pagine della stessa sentenza, si legge però che non sussistono prove sufficienti per ritenere che Slobodan Milosevic abbia in alcun modo avallato il piano e le scelte di Karadzic, finalizzate alla sola eliminazione dei “non serbi”.

La Corte ha rilevato inoltre che i rapporti tra Milosevic e l’accusato si sarebbero infatti deteriorati dal 1992, e fino al 1994, quando i due leader non avrebbero più condiviso la stessa opinione circa le azioni da intraprendere.

Pagine