Strategie

La Brexit è controllata dal Commonwealth

La Brexit, che è stata organizzata dal Commonwealth, serve all'Inghilterra per riposizionarsi geopoliticamente e per liberarsi dall'Unione Europea

Con la Brexit c’è una parte d’Inghilterra che si vuole riposizionare geopoliticamente, privilegiando i rapporti commerciali con l’area del Pacifico, l’India, l’Australia ed il Canada e, al contempo, liberarsi dei lacci e lacciuoli della Unione Europea.

È un processo non facile e lungo, come stiamo vedendo. L’economia è un fatto commerciale e monetario, ma nel caso inglese quello monetario è secondario avendo Londra sempre conservato la sterlina come moneta nazionale.

Detto diversamente, l’Inghilterra ha voluto (e sta cercando di) uscire dall’Unione Europea perché Bruxelles lega i paesi membri attraverso un sistema doganale che avvantaggia alcuni paesi a scapito di tutti gli altri, sfasandone le bilance commerciali.

In Italia, ad esempio, molti media da anni difendono il mercato comune, sottolineando i tanti vantaggi che la fine delle barriere doganali avrebbe portato al Paese.

Questa visione è miope ed in malafede, perché proprio quando negli anni Novanta l’Unione si stava burocratizzando al suo interno, il resto del mondo procedeva a instaurare nuovi rapporti commerciali, rendendo obsoleto il modello tedesco che è un modello che porta vantaggi solo alla Germania, all’Austria ed ai paesi del Benelux, penalizzando il resto d’Europa.

L’Inghilterra se n’è accorta per prima ed ha pensato bene di andarsene, anche e soprattutto perché ha fondato nei secoli scorsi il Commonwealth.

Il calcio manipola le masse

FootballTi guardi intorno, e cosa vedi?

Be intanto non bisogna solo guardare, ma vedere le due cose sono ben distinte.

La gente della nostra epoca si guarda intorno ma non vede nulla se non le cose assolutamente superficiali che non portano nessun beneficio a se stessi e alla comunità.

Non va oltre alla partita di calcio settimanale, arrabbiandosi pure se la propria squadra perde. Abbiamo perso, gridano i tifosi, ma in realtà sono loro stessi ad avere perso, perché i calciatori guadagnano miliardi e non perderanno mai, loro.

Poi il dopo partita, le trasmissioni TV, i giornali, internet, sempre a tenere attaccato il “povero” tifoso alla “propria” squadra, che di proprietà non detiene nulla alla fine.

Gli sfottò via facebook, le pagine anti Inter, anti Juve, anti Milan… fino ad arrivare a veri e propri insulti livello personale, ma ci rendiamo conto di dove siamo arrivati? Ma le avete mai viste queste pagine, fanno rabbrividire…
Quello stato di trans-ipnotico che induce la persona a mettere il calcio prima di ogni cosa, a volte anche prima della famiglia stessa.

Riflessioni sulle missioni lunari

LunaE se le foto (farlocche) dello storico allunaggio del 1969 fossero un depistaggio? Secondo i maggiori fotografi internazionali, da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani, le immagini di Apollo 11 diffuse in mondovisione dalla Nasa sono state palesemente girate in studio, e con anche le ombre “sbagliate”, cioè imitando in modo grossolanamente impreciso la luce del sole.

Un clamoroso “fake”, dunque, come dimostra Massimo Mazzucco nel suo documentario “American Moon”, che fra l’altro sottolinea lo strano comportamento dei pionieri dello spazio: astronauti come Neil Armstrong, che sarebbero potuti entrare da trionfatori nello star-system, condussero esistenze molto ritirate, e nel caso di Buzz Aldrin («la Luna ci ha distrutti») segnate dall’abuso di alcol e droga.

Rarissime e laconiche apparizioni, con dichiarazioni sibilline come l’ultima di Armstrong: «Sta ai giovani rimuovere i molti veli che coprono la verità».

Cosa dovevano nascondere, quegli astronauti?

Davvero non misero mai piede, sulla Luna?

«Questo non lo dice nemmeno Mazzucco», sottolinea Gianfranco Carpeoro, saggista e giallista, convinto che magari il “gran segreto” fosse un altro: «Per esempio, che sulla Luna si fosse giunti con altri mezzi, impossibili da rivelare». Un indizio? «La singolare massa di brevetti, tutti “top secret”, depositati all’indomani del famoso episodio di Roswell».

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