Cambiamenti climatici

Oceano analizzato nei suoi nuovi modelli di nutrienti


I nuovi modelli rappresentano una valida opportunità di prevedere i molti modi in cui ogni oceano risponderà in base all'evoluzione dei cambiamenti climatici.

Secondo un nuovo articolo di Science Advances, (1) per creare un set di dati più accurato, con l'obiettivo di alimentare i modelli oceanici globali, i ricercatori hanno raccolto specifici dati utilizzando tecniche altamente sensibili capaci di misurare il fosfato.

“Questo è un po' un campanello d'allarme per farci capire che, con l'avanzamento della tecnologia, dobbiamo aggiornare i dati e i processi sottostanti che alimentano i modelli oceanici. Questa modalità garantirebbe migliori previsioni”, ha dichiarato il dottor Mike Lomas, (2) ricercatore senior presso il Bigelow Laboratory for Ocean Sciences e autore del documento. “I modelli rappresentano la nostra migliore possibilità di prevedere i molti modi in cui gli oceani risponderanno in base all'evoluzione dei cambiamenti climatici.”

Il clima caldo può alterare gli ambienti naturali

Il clima caldo può alterare gli ambienti naturali

La profonda copertura nevosa nella regione artica intensifica le ondate di calore in Eurasia. Il clima caldo, causato dai cambiamenti climatici, può alterare la salute umana e gli ambienti naturali.

Il tempo eccessivamente caldo persistente può causare impatti negativi sulla salute umana, sull'agricoltura e sugli ambienti naturali. Negli ultimi anni, le ondate di caldo sono stata segnalate più frequentemente in Europa e nel Nordest asiatico. “Si ritiene che le interazioni atmosfera-terra interne in Eurasia siano un fattore importante nell'innescare temperature estive anomale. Tuttavia, le ragioni esatte di tali interazioni, che causano ondate di calore, rimangono in gran parte poco chiare”, afferma il professor Tomonori Sato del team di ricerca.

Nel presente studio pubblicato su Scientific Reports, (1) Tomonori Sato e Tetsu Nakamura dell'Università di Hokkaido hanno esaminato un ampio di set di dati derivati dal “database for Policy Decision making for Future climate change” (d4PDF). Il database comprende i dati relativi a un periodo di 60 anni (1951-2010) in cui è incorporata la temperatura della superficie del mare osservata, il ghiaccio marino e la forzatura naturale e antropogenica.

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