Biologia

Il nostro cervello è soggetto alla “legge di scala”

CervelloIl cervello dei mammiferi risulta costituito da elaborate pieghe. Uno studio recente sta mostrando che tali ripiegamenti non sono casuali, ma seguono una relazione matematica chiamata “legge di scala”, che curiosamente spiega anche come la carta si accartoccia. Le ricerche suggeriscono che le varie forme di cervelli dei mammiferi non nascerebbero da particolari processi di sviluppo che variano da specie a specie, quanto piuttosto da uno stesso processo fisico.

In biologia non è frequente trovare una relazione matematica che si adatta così bene ai dati a disposizione. La legge di scala descrive un modello per il cervello completamente sviluppato, studi sono in atto circa il come si formano le ripiegature nel cervello in via di sviluppo.

Queste “pieghe” nel cervello dei mammiferi sono molto importanti poiché servono ad aumentare la superficie totale della corteccia, ossia lo strato esterno di materia grigia dove risiedono i neuroni. Non tutti i mammiferi hanno cortecce ripiegate; gli animali chiamati “lissencefali” come i marsupiali, i roditori, gli insettivori, hanno un’organizzazione cerebrale meno elevata, con gli emisferi cerebrali a superficie liscia o con solchi appena accennati. Al contrario i primati, le balene, i cani e i gatti sono chiamati “girencefali” e hanno la superficie degli emisferi cerebrali percorsa da varie solcature (le cosiddette “circonvoluzioni cerebrali”).

Batterie alimentate da batteri che producono energia da una goccia di saliva

Seokheun ChoiIl risultato, presentato sulla rivista Advanced Materials Technologies, ottenuto dalla Binghamton University di New York dal gruppo di ricerca di Seokheun Choi riferiscono di una scoperta davvero epocale, ovvero le prime batterie alimentate da batteri capaci di produrre energia sfruttando una semplice goccia di saliva.

Per il momento hanno una potenza limitata, sufficiente ad accendere un Led, ma in futuro potrebbero essere usate per alimentare biosensori utili a diagnosticare malattie in situazioni estreme, nei Paesi in via di sviluppo, dove non sono disponibili le tradizionali batterie.

Gli esiti dello studio come evidenziato da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre attenta, fra le sue attività, alle nuove scoperte che potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni di vita della cittadinanza. Il gruppo di ricerca è stato guidato da Seokheun Choi, già noto per aver ideato le prime batterie di carta. “La generazione di piccole quantità di energia su richiesta è utile soprattutto per le applicazioni diagnostiche nei Paesi in via di sviluppo“, spiega Choi.

“Tipicamente queste applicazioni richiedono solo poche decine di microwatt per pochi minuti, mentre le tradizionali batterie presenti in commercio sono troppo costose e sofisticate, senza contare poi il problema dell’inquinamento”.

Luna: trovate "tracce" di vita terrena

LunaLa superficie della luna si è rivelata essere coperta da una gigantesca quantità di ossigeno, elaborata da piante e microbi, successivamente “staccatasi” dall'atmosfera della terra per il vento solare.

Lo dicono gli astronomi in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Astronomy. Negli ultimi anni gli scienziati hanno cominciato a discutere l'ipotesi della panspermia, cioè l'idea che la vita possa essere stata inserita dalla Terra su altri pianeti del cosmo. Questa ipotesi, formulata dal famoso chimico svedese Svante Arrhenius, tuttavia, fino a poco tempo fa, non era seriamente presa in considerazione.

La situazione è cambiata dopo gli esperimenti a bordo dei razzi russi di serie Bion-M, in pratica la possibilità comprovata di sopravvivenza dei germi in caso di caduta di un meteorite sulla Terra. Inoltre, gli scienziati americani hanno dimostrato che resti fossili di vita terrena potrebbero essersi “rotti” sulla superficie della Terra con gli asteroidi arrivati dallo spazio, come potevano cadere in passato sulla Luna, Marte e altri pianeti. Kentaro Terada dell'università di Osaka, Giappone e i suoi colleghi, hanno trovato le prime possibili tracce di vita sulla luna, studiando i dati raccolti dalla sonda giapponese Kaguya, durante il suo lavoro in orbita intorno alla Terra.

Come dicono gli scienziati, ad aprile 2008, Kaguya era in un insolito punto dell'orbita, si trovava in realtà lungo una linea retta trasversale tra sole, terra, la stessa sonda e la luna, che si trova dietro di essa.

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