Alimentazione

Alimenti cancerogeni da evitare

Alimenti da evitare perché favoriscono lo sviluppo del cancroCancro, alimenti vietati: ecco l’elenco di cibi da evitare per prevenire il tumore e la lista degli alimenti cancerogeni.

Il cancro è uno dei flagelli dell’umanità.

Chi ha visto e vissuto la morte di parenti o amici colpiti da tumore, sa di cosa sto parlando.

Sfortunatamente la maggioranza delle persone si occupa realmente della propria salute solo quando riceve la terribile diagnosi: “lei ha un tumore”.

Ahimè, spesso è troppo tardi.

Ci dimentichiamo che spesso è il nostro stile di stile di vita alimentare, la nostra abitudine di magiare alimenti cancerogeni, che possono provocare il tumore nel nostro corpo.

Ho visto troppe persone soffrire di questa malattia, anche all’interno degli ospedali e vi posso assicurare che non raccomanderei tale destino neppure al mio peggior nemico.

Quindi cosa aspettate a prendere veramente cura di voi stessi, evitare possibilmente tutti i cibi che potenzialmente possono essere causa del cancro?

7 alimenti cancerogeni che possono favorire lo sviluppo del cancro

  • Carne
  • Patate fritte patatine fritte
  • Oli saturi e i grassi idrogenati
  • Bevande Gassate
  • Dolcificanti artificiali e conservanti
  • Farina raffinata e zucchero bianco
  • Alcol

Alimenti trattati con radiazioni elettromagnetiche ionizzanti, provenienti dagli isotopi radioattivi

Banane e melaIl nostro organismo è lentamente, ma inesorabilmente, indebolito e intossicato da un cibo sempre più lontano da quello naturale, includendo anche molto di quello etichettato come biologico.

Siamo consapevoli di ciò che quotidianamente mangiamo?

Noi umani siamo animali e, come tali, siamo organismi eterotrofi, non in grado cioè di sintetizzare, a partire dal mondo minerale, i nutrienti necessari alla nostra vita.

Abbiamo quindi bisogno di alimenti che provengano da altri organismi viventi del regno vegetale e animale. All’inizio della sua storia evolutiva, l’Homo si nutriva principalmente di frutta, e occasionalmente di larve e molluschi, come fanno tuttora gli scimpanzé e i bonobo. L’aver appreso a nutrirsi delle carcasse lasciate dai predatori, e successivamente aver imparato a cacciare, gli ha permesso di alimentarsi anche quando c’era scarsità del suo cibo di elezione, e questo gli ha fornito un grande vantaggio competitivo sulle altre specie.

Ma la scoperta che forse più di tutte gli ha permesso di dominare sulle altre specie animali è stata la cottura dei cibi, grazie alla quale ha potuto utilizzare nutrienti concentrati, quali i carboidrati complessi dei cereali, che sono assimilabili dall’organismo solo dopo cottura. Questa tecnica ha aumentato per l’Homo erectus la disponibilità di alimenti utili, riducendo quindi il tempo necessario a procurarsi il cibo. Inoltre, i carboidrati complessi presenti nei cereali forniscono un apporto calorico elevato che dura parecchie ore, e ciò gli ha consentito di dedicarsi a varie attività creative per una consistente parte del giorno.

Si ritiene che proprio questo tempo libero guadagnato con la cottura degli alimenti sia stato alla base della forte crescita del suo cervello.

Il rosmarino influisce positivamente sulla memoria

Il rosmarinoa influisce positivamente sulla memoria

L’aroma di rosmarino pare possa migliorare la memoria e la concentrazione.

L’aroma di rosmarino può aumentare la capacità della memoria, favorendo il ricordo di eventi e di ciò che si deve fare durante un’attività, migliorando la concentrazione.

Il semplice aroma di una pianta aromatica come il rosmarino, principe di molti piatti di cucina, pare possa operare diversi benefici a livello mentale e della memoria. Un concetto già sostenuto dall’Aromaterapia, la tecnica di benessere che utilizza appunto gli aromi delle piante — in genere sotto forma di oli essenziali, che sono un vero e proprio concentrato di pianta e aroma.

Citato anche da Shakespeare nel suo Amleto, il rosmarino è da sempre ritenuto un rimedio per la memoria e le prestazioni cognitive.

Ciò che si riteneva già diecimila anni fa, è stato confermato da un nuovo studio presentato alla British Psychological Society’s annual conference che si tiene presso l’Harrogate International Centre (UK) dal 9 all’11 aprile 2013.Lo studio, condotto dal professor Mark Moss e la collega Jemma McCready della Northumbria University, conferma quanto già suggerito da un precedente studio sempre del dottor Moss, in cui si affermava che il rosmarino migliora le prestazioni cognitive e migliora la memoria a lungo termine fino al 15 per cento.

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