Filosofia

Una piramide immortalata su Marte

Piramide su MarteIl Curiosity ha trovato una piramide su Marte

Il Curiosity, il piccolo Rover mandato dalla NASA su Marte ha trovato una piramide sul pianeta rosso.

Questa immagine è la prova definitiva che antiche civiltà hanno abitato Marte il pianeta rosso? Il Rover Curiosity della NASA ha fotografato delle immagini interessanti sulla superficie di Marte da quando è atterrato sul pianeta rosso nel 2012. Il Curiosity è stato lanciato da Cape Canaveral il 26 novembre del 2011, alle ore 10:02 a bordo della navicella spaziale MSL ed è atterrato bruscamente il 6 agosto del 2012 su Aeolis Palus un cratere di Marte.

È possibile visionare chiaramente l'immagine della piramide qui sotto (clicca qui per ingrandirla).

Gli ufologi e ricercatori hanno incominciato a speculare su cosa sia questo artefatto. Secondo molti, in realtà potrebbe essere una pietra angolare di una piramide molto più grande sepolta sotto la sabbia marziana.

L'anima del Reiki ti fa entrare in connessione profonda con il creato

L'anima del Reiki - LibroOrigini, fondamenti spirituali e guida pratica del metodo originale di Mikao Usui

«Se hai avuto la possibilità di incontrare il Reiki nel tuo percorso e ora desideri approfondire l'argomento, questo è il libro che fa per te.»

Dario Canil

Ormai conosciutissima anche in Occidente, l’antica disciplina giapponese del Reiki porta gli allievi a entrare in connessione profonda con il creato.

Mikao Usui è l’uomo che ha scoperto il potere del Reiki, un vero maestro spirituale e amante della conoscenza.

Dario Canil, che tra i primi ha portato il Reiki in Italia, diffondendone la pratica e le tecniche, racconta in questo libro come è entrato in contatto con questa mitica figura di saggio maestro, conosciuto da pochissimi in Europa ma in Giappone considerato uno dei più grandi di sempre.

Da quando Frank Arjava Petter ha «scoperto» la tomba di Usui in Giappone e ne ha parlato a Canil, l’autore ha indagato in profondità tra storia e leggenda, per ricostruirne le vicende e riscoprirne gli insegnamenti.

Gli antichi romani utilizzavano ‘nanotecnologie’ per creazioni artistiche

I romani sapevano come fare e come utilizzare le nanoparticelle per creazioni artistiche. Non è la prima volta che la tecnologia romana sorprende i ricercatori moderni, superando il livello attuale di conoscenza.

Il meraviglioso calice che vedete nella foto (sopra) possiede una intrigante caratteristica: quando è illuminato da una fonte diretta, esso appare di color verde-giada, mentre se la fonte di luce è posta dietro l’oggetto, esso apparirà di colore rosso sangue.

Si tratta di un calice di vetro, conosciuto come ‘La Coppa di Licurgo’, poiché riporta una scena che coinvolge il re Licurgo di Tracia, importante personaggio della mitologia greca.

Acquistato nel 1950 dal British Museum, l’enigmatica proprietà del calice ha sconcertato gli scienziati per decenni. Una prima risposta arrivò solo nel 1990, quando un team di ricercatori inglesi, esaminando alcuni frammenti del calice al microscopio, scoprirono che gli artigiani romani furono pionieri nell’utilizzo di nanotecnologie.

La tecnica consisteva nell’impregnare il vetro con una miscela di particelle di argento e oro, fino a farle raggiungere le dimensioni di 50 nanometri di diametro, meno di un millesimo delle dimensioni di un granello di sale.

Pagine