Riflessioni

Siamo tutti dentro il caos, quello che ci annienterà

CaosI tempi in cui ci tocca di vivere stanno diventando cupi e tetri. Pur senza concedere nulla al pessimismo della ragione, sentire un pontefice evocare la Terza Guerra Mondiale, il segretario della Nato non escluderla come scenario, e importanti giornali proporci quotidianamente una mappa dei conflitti che incendiano le regioni strategiche del mondo in cui viviamo, non è certo rassicurante. Soprattutto perché la realtà incasella e aggiunge giorno dopo giorno le conferme che la pallina collocata sul piano inclinato continua a scivolare pericolosamente. Accelerando.

Ma le guerre non sono una fatalità. Possono esplodere quando un incidente accelera i processi storici; ma si verificano perchè ci sono forze materiali che hanno spinto i processi verso la rottura, lo scontro, il “clash tra le potenze”, come scrissero in un ottimo libro Petras, Casadio e Vasapollo. La cosa che colpisce – che deve colpire anche gli ottusi “di sinistra” – è che il novanta per cento dei focolai di conflitto circonda l’Europa come un cerchio di fuoco.

L’ovest appare pacifico solo perché confina con l’Atlantico, un oceano che divide l’Europa dagli Stati Uniti, ovvero la sponda da cui arrivano le spinte più forti a coinvolgere l’Europa verso il “clash”. La linea intrapresa dai governi dell’Unione Europea sulla crisi e il conflitto in Ucraina è emblematica. Gli Usa spingono i paesi europei verso il conflitto con il più grande e armato di essi: la Russia.

Il prossimo vertice Nato a Newport appare foriero di pessime decisioni che accentueranno e non depotenzieranno i pericoli di guerra sulla frontiera est. Resistenze e dubbi, se ancora esistono, abitano menti silenziose.

L'epoca moderna ci fa perdere le connessioni logiche della coscienza

Cervello L’informazione nel mondo di oggi è ovunque. L’informazione è la TV, il computer, la pubblicità. Il nostro cervello riesce a fatica a digerire questo flusso d’informazioni e gli scienziati concordano sul carattere di massa che ha acquisito il deficit dell’attenzione.

Quasi come i bambini piccoli, fatichiamo a fissare l’attenzione su un certo oggetto, e si può dire che si è formata una “coscienza-clip”, soprattutto per quel che riguarda le giovani generazioni. Il sovraccarico informazionale del cervello è la realtà dei giorni d’oggi.

Alla fine ciò comporta una frammentazione della coscienza, la perdita delle connessioni logiche. Il nostro cervello, costretto a elaborare un flusso d’informazione che supera 160.000 (centosessantamila) volte il volume che elaborava il cervello dell’uomo del XIX secolo, perde i colpi; di qui il comportamento impulsivo, la depressione, la stanchezza cronica ecc.

Sempre più spesso non riusciamo più a leggere, ma soltanto “dare un’occhiata” all’informazione, prendendo le decisioni in base ad una sola piccola parte dell’informazione, perché il nostro cervello sovraccarico non può analizzarla logicamente e prendere una decisione giusta.

Nella memoria sono sempre più frequenti le interruzioni: non riusciamo a ricordare che cosa avevamo letto una settimana fa...

Come mai moriamo visto che le nostre cellule sono immortali ?

Alexis Carrel“Non esiste la morte naturale. Tutti i casi così definiti sono soltanto il punto finale di una Progressiva Acidificazione dell’Organismo”.

Il Dr. George W. Crile, uno dei più famosi chirurghi al mondo

In passato è stato dimostrato che una cellula potrebbe vivere per un tempo indeterminato in perfetta salute. È stato dimostrato realmente in laboratorio da un famoso premio Nobel.

Un famoso fisiologo francese, Alexis Carrel, al Rockefeller Institute for Medical Research, mantenne in vita il cuore di un pollo per circa 30 anni in una soluzione salina (che conteneva minerali nelle stesse proporzioni di quelle del sangue del pollo) che egli rinnovava tutti i giorni.

Carrel giunse alla conclusione che il tempo di vita di una cellula è indefinito fintanto che viene fornito il nutrimento e viene ripulita dalle sue escrezioni.

Qui trovate la pubblicazione ufficiale di tale studio.

Difatti le cellule crescevano e prosperavano fintanto che le loro evacuazioni venivano rimosse. Condizioni non igieniche procuravano una minore vitalità, deterioramento e morte.

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