Riflessioni

Il Tempo Non Esiste. Lo sostiene la fisica

La soluzione di Julian Barbour al problema del tempo applicato alla fisica e alla cosmologia è tanto chiaro quanto radicale: il tempo non esiste

In che modo la percezione che abbiamo dell’Universo e del tempo cosmico influenza la vita di ogni giorno? E se il tempo fosse solo un’illusione?

I ‘ribelli’ che si oppongono alla teoria del Big Bang hanno come obbiettivo quello di affrontare il concetto di tempo; sono filosofi tanto quanto cosmologi, insoddisfatti dalla teoria del Big Bang, indifferenti alla teoria delle stringhe e non convinti dal multiverso. Julian Barbour, fisico britannico, autore e maggior esponente dell’idea della fisica senza tempo, è uno di questi ribelli – ed è così profondamente convinto della sua ipotesi da aver ripudiato l’intero mondo accademico.

La soluzione di Julian Barbour al problema del tempo applicato alla fisica e alla cosmologia è tanto chiaro quanto radicale: afferma, infatti, che il tempo, semplicemente, non esiste.

‘Se provate a tenere il tempo in una mano, vi scivolerà sempre tra le dita’, afferma Barbour. ‘Le persone sono convinte che il tempo sia lì, ma non lo si può afferrare e penso che non sia possibile trattenerlo semplicemente perché non c’è’. Barbour parla con un disarmante fascino inglese, rivelando una ferrea risolutezza ed una profonda fiducia nella propria teoria; la sua prospettiva estrema deriva da anni ed anni di studi approfonditi sia nel campo della fisica classica che quantistica.

TempoIsaac Newton pensava al tempo come ad un fiume che scorre ovunque con la stessa portata; Einstein cambiò questa visione unificando spazio e tempo in un’unica entità in quattro dimensioni, ma anch’egli fallì nel tentativo di contrastare la visione del tempo come unità di misura delle trasformazioni del mondo che ci circonda.

Non serve vivisezionare animali e umani

ChirurghiNon c'è bisogno di sperimentare a fini didattici e scientifici in vivisezione né su animali né sugli umani. Va quindi denunciata la Proposta di legge 746 ( già 5083 e 1020) che prevede l'utilizzo dei cosiddetti “morti cerebrali ”da sottoporre per un anno ad esercitazioni chirurgiche, chimiche e radiologiche, presso le Università e gli ospedali. Si tratterebbe di uso di persone che hanno perso la coscienza e sono dichiarate in “morte cerebrale” d'autorità sulla base dei protocolli di Stato: un'infamia.

La Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente per ben due volte ha bloccato questo crimine con due Audizioni a noi riservate presso la Commissione Affari Sociali nel 2005 e nel 2011.

Non c'è bisogno neppure di una sperimentazione a fini didattici e scientifici su umani in arresto cardio-circolatorio e respiratorio di poche ore (alcuni propongono 12 ore) in quanto facilmente potrebbe essere una morte apparente (sono circa 800 i casi registrati in Europa all'anno).
L'elettrotanatogramma (elettrocardiogramma della durata di 20 minuti) suggerito da chi ha fretta di enunciare la morte e limitare le ore di osservazione non garantisce che non ci si trovi di fronte ad una morte apparente.

Lo studio sui corpi dei morti in arresto cardio-circolatorio e respiratorio non deve essere praticato prima della 72 ore. Quale ragione può esserci per avere fretta di sezionare? Se c'è una ragione è sporca. La fretta nella dichiarazione di morte, soprattutto sugli umani, favorisce solo le lobby della farmaceutica e della sperimentazione che ottengono esiti e profitti più rapidi.

Il Computer astronomico dei Maya è stato classificato dalla NSA come top secret

MayaSacerdoti e astronomi Maya avevano un computer che permetteva loro in modo accurato, di eseguire complessi calcoli astronomici. Le loro osservazioni sono state registrate nelle scritture geroglifiche, di cui poi hanno sviluppato le tabelle di prevedere determinati eventi.

Tre libri, o Codici tra cui il Codice di Dresda, contengono tali tabelle.

Tra il 300 e 900 dc la civiltà Maya fiorì in Guatemala, El Salvador e la penisola messicana dello Yucatan. Nonostante i notevoli sforzi di ricercatori provenienti da diversi paesi, nessuno ha compreso ed è stato in grado di risolvere il mistero dei geroglifici Maya.

Gli analisti presso la US National Security Agency (NSA) ha concluso nel 1977 che la NSA Technical Journal definiva i geroglifici maya più difficili da decifrare rispetto a quelli Egiziani, Ittiti, Babilonesi e altre antiche forme di scrittura.

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