Riflessioni

Gli Angeli ci aiutano sempre, basta chiamarli

Clicca per ingrandireGli angeli sono sempre accanto a noi e ci vengono sempre in aiuto. Quando li chiamiamo consapevolmente però possono essere molto più efficaci.

Non aspettatevi che la stanza si illumini, o che possiate sentire voci, o brezze di vento anche se le finestre e le porte sono chiuse. Ma restate certi che in qualche modo, misteriosamente e meravigliosamente, la loro presenza e il loro aiuto sarà da voi distintamente “compreso”. Gli angeli sono lì accanto, sono lì ad un respiro da noi.

Quando li invochiamo consapevolmente e intenzionalmente, già forti nella fede della loro presenza, l’energia cambia e il loro avvicinarsi è di gran lunga facilitato.

Molte volte è successo di avere un qualche problema e tutte le volte in cui mi sono ricordata di chiamarli in quello stesso istante e mi sono fermata a farlo, le cose sono migliorate in pochi minuti. Come ho detto prima nessuno è apparso, non ho sentito alcuna voce e non è avvenuto niente di soprannaturale, però il mio cuore si è placato, la mente si è rasserenata, il corpo ha trovato sollievo e quasi senza accorgermene la pace si è fatta avanti.

Lo so che chi segue il blog prega spesso gli angeli, chiede il loro sostegno etc… ma quanti di voi si sono effettivamente ricordati di chiamarli nel bel mezzo di una conversazione poco piacevole, nel bel mezzo di un problema, di un pericolo o mentre non vi sentivate poco bene?

Il Tempo Non Esiste. Lo sostiene la fisica

La soluzione di Julian Barbour al problema del tempo applicato alla fisica e alla cosmologia è tanto chiaro quanto radicale: il tempo non esiste

In che modo la percezione che abbiamo dell’Universo e del tempo cosmico influenza la vita di ogni giorno? E se il tempo fosse solo un’illusione?

I ‘ribelli’ che si oppongono alla teoria del Big Bang hanno come obbiettivo quello di affrontare il concetto di tempo; sono filosofi tanto quanto cosmologi, insoddisfatti dalla teoria del Big Bang, indifferenti alla teoria delle stringhe e non convinti dal multiverso. Julian Barbour, fisico britannico, autore e maggior esponente dell’idea della fisica senza tempo, è uno di questi ribelli – ed è così profondamente convinto della sua ipotesi da aver ripudiato l’intero mondo accademico.

La soluzione di Julian Barbour al problema del tempo applicato alla fisica e alla cosmologia è tanto chiaro quanto radicale: afferma, infatti, che il tempo, semplicemente, non esiste.

‘Se provate a tenere il tempo in una mano, vi scivolerà sempre tra le dita’, afferma Barbour. ‘Le persone sono convinte che il tempo sia lì, ma non lo si può afferrare e penso che non sia possibile trattenerlo semplicemente perché non c’è’. Barbour parla con un disarmante fascino inglese, rivelando una ferrea risolutezza ed una profonda fiducia nella propria teoria; la sua prospettiva estrema deriva da anni ed anni di studi approfonditi sia nel campo della fisica classica che quantistica.

TempoIsaac Newton pensava al tempo come ad un fiume che scorre ovunque con la stessa portata; Einstein cambiò questa visione unificando spazio e tempo in un’unica entità in quattro dimensioni, ma anch’egli fallì nel tentativo di contrastare la visione del tempo come unità di misura delle trasformazioni del mondo che ci circonda.

Il Computer astronomico dei Maya è stato classificato dalla NSA come top secret

MayaSacerdoti e astronomi Maya avevano un computer che permetteva loro in modo accurato, di eseguire complessi calcoli astronomici. Le loro osservazioni sono state registrate nelle scritture geroglifiche, di cui poi hanno sviluppato le tabelle di prevedere determinati eventi.

Tre libri, o Codici tra cui il Codice di Dresda, contengono tali tabelle.

Tra il 300 e 900 dc la civiltà Maya fiorì in Guatemala, El Salvador e la penisola messicana dello Yucatan. Nonostante i notevoli sforzi di ricercatori provenienti da diversi paesi, nessuno ha compreso ed è stato in grado di risolvere il mistero dei geroglifici Maya.

Gli analisti presso la US National Security Agency (NSA) ha concluso nel 1977 che la NSA Technical Journal definiva i geroglifici maya più difficili da decifrare rispetto a quelli Egiziani, Ittiti, Babilonesi e altre antiche forme di scrittura.

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