Riflessioni

Smettete di bere le bibite gassate! Ecco i 10 motivi per convincervi

BibiteLe bibite gassate non solo non rappresentano una bevanda indispensabile per la nostra salute, ma anche un vero e proprio non-alimento, responsabile della diffusione di patologie come obesità, carie e diabete.

Bere bibite gassate e zuccherate non soltanto comporta implicazioni negative per il nostro organismo e per l’ambiente, a causa dell’inquinamento e dello spreco di preziose risorse idriche, ma anche implicazioni sociali legate allo sfruttamento dei lavoratori.

Smettere di bere bibite gassate significa anche boicottare le multinazionali produttrici delle stesse.

Ecco alcuni validi motivi per dire basta individuati dal blog Fooducate.

1) Perdere peso

Le bibite gassate sono solitamente ricche di zuccheri e di dolcificanti, provocano gonfiore e incrementano, senza che chi le consuma se ne renda particolarmente conto, l’introito giornaliero di calorie. Secondo quanto riportato dal blog Fooducate, berne una lattina al giorno può provocare un aumento di peso considerevole, rispetto a quanto avverrebbe preferendo l’acqua.

Fonte: Biocentro Buenos Aires (labioguia.com)

Le persone tendono a comportarsi come le pecore

Clicca per ingrandireQuando si trovano in mezzo alla folla, le persone tendono a comportarsi come le pecore, ovvero a seguire ciecamente colui o coloro (al massimo si tratta di due individui) che sembrano sapere esattamente dove stanno andando (anche se magari non è affatto vero).

A sostenerlo è uno studio dell’Università di Leeds che, stando al professor Jens Krause, potrebbe trovare importanti applicazioni soprattutto nella gestione di eventi catastrofici e nei comportamenti da tenere in questi casi.

Il team di studiosi ha condotto una serie di esperimenti comportamentali su un gruppo di volontari, ai quali era stato detto di camminare attorno a una grande sala senza una meta precisa e senza parlare con gli altri.

ANIMALI DA BRANCO - Solo a un ristretto gruppo di partecipanti erano state date delle istruzioni più dettagliate e precise e i risultati dei test hanno evidenziato come basti appena il 5% di questi “individui informati” ad influenzare la direzione di una folla di almeno 200 persone, mentre il restante 95% segue la massa senza davvero rendersene conto. «In questo atteggiamento, ci sono dei forti parallelismi con il comportamento degli animali che vivono in branco – si legge nella relazione del professor Krause pubblicata sulla rivista “Animal Behaviour” –.

Tutti noi siamo stati in situazioni dove ci siamo lasciati trascinare dalla folla, ma l’aspetto più interessante di questo studio è che coloro che vi hanno partecipato hanno finito per prendere una decisione consensuale, malgrado non fosse loro permesso di parlare o rivolgersi agli altri.

Sempre meno vita nell'Oceano Pacifico a causa dell'inquinamento

Ivan MacfadyenL’oceano Pacifico è morto, è svuotato di ogni vita. Ci sono solo rifiuti e barche per la pesca industriale intente a saccheggiare accuratamente quel poco che è ancora rimasto.

Ha fatto il giro del mondo, sui media di lingua inglese, il racconto struggente, tragico e a suo modo poetico di un marinaio, Ivan Macfadyen (foto), che ha ripetuto la traversata del Pacifico effettuata dieci anni fa. Allora fra l’Australia e il Giappone bastava buttare la lenza per procurare pranzo e cena succulenti. Stavolta in tutto due sole prede. Dal Giappone alla California, poi, l’oceano è diventato un deserto assoluto formato da acqua e rottami.

Nessun animale. Non un solo richiamo di uccelli marini. Solo il rumore del vento, delle onde e dei grossi detriti che sbattono contro la chiglia.

Il racconto di Ivan Macfadyen, vecchio marinaio col cuore spezzato dopo 28 giorni di desolata navigazione nel Pacifico, è stato raccolto dall’australiano The Newcastle Herald ed è stato variamente ripreso da decine e decine di testate, tutte in inglese.

Macfadyen ha navigato con il suo equipaggio a bordo del Funnel Web sulla rotta Melbourne - Osaka – San Francisco. Dice di aver percorso in lungo e in largo gli oceani per moltissimi anni, dice di aver sempre visto uccelli marini che pescavano o che si posavano sulla nave per riposarsi e farsi trasportare. E poi delfini, squali, pesci, tartarughe… Stavolta nulla di tutto ciò: nulla di vivo per oltre 3.000 miglia nautiche.

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