Riflessioni

L’83% dei mammiferi selvatici è scomparso. I dati della catastrofe causata dall'uomo

L’83% dei mammiferi selvatici è scomparso. I dati della catastrofe causata dall'uomoÈ uscita una recente ricerca sulla vita sulla Terra, che può lasciarci senza fiato. Rivela quanto sia piccola la nostra umanità, ma quanto sia stato sproporzionatamente grande l’impatto che gli esseri umani hanno prodotto sulla terra.

Il 60% dei mammiferi ormai è costituito da bestiame di allevamento. Nella foto: Allevamento di bovini nel Mato Grosso, in Brasile (Daniel Beltra / Greenpeace).

Questa valutazione sulla vita del pianeta, rivela, allo stesso tempo, quanto sia insignificante l’Umanità comparandola con il suo impatto esercitato nel grande schema della vita terrestre.

Secondo questo studio, i 7,6 miliardi di persone che oggi vivono nel mondo rappresentano solo lo 0,01% di tutti gli esseri viventi, malgrado ciò, dagli albori della sua civiltà, l’umanità ha provocato la scomparsa dell’83% di tutti i mammiferi selvatici e della metà delle piante viventi, mentre domina su tutto il bestiame che serve all’alimentazione degli umani.

Questa ricerca è la prima stima completa sul peso percentuale esercitato da ciascuna classe di creature viventi e ribalta certi presupposti che finora ci avevano sempre accompagnato. In sintesi i batteri sono una forma di vita veramente importante – il 13% del totale – ma le piante oscurano tutto il resto e rappresentano l’82% di tutta la materia vivente. Tutte le altre creature, dagli insetti ai funghi, ai pesci e agli animali, costituiscono solo il 5% della biomassa mondiale.

Le motivazioni del silenzio

Le motivazioni del silenzioLe ragioni del silenzio sono molteplici: in primo luogo, ci si è sempre più allontanati dall’attualità. La cronaca, sebbene incida spesso sulle nostre condizioni materiali, è il cascame della storia e la storia stessa è misero simulacro della miseria umana.

La massa “vive” come se dovesse vivere per sempre; così non è. Alla massa appartiene non solo il volgo profano, ma soprattutto chi crede di essere sveglio, perché ha capito che il potere è perverso (grande scoperta!). Al popolino appartengono specialmente tutti quegli idioti saccenti che dispensano nuove teorie scientifiche a proposito della “realtà” nella sua interezza, senza conoscere né il significato di “teoria”, senza essersi mai chiesti che cosa sia la “realtà”.(1)

Per questo, se si scrive, si cerca di scavare in profondità, di strappare al destino un brandello di senso, altrimenti non è il caso neppure di cimentarsi.

A che pro soffermarsi sul tragicomico spettacolo della “realtà” che ci circonda?

Essa ha valore solo - e solo se - lascia trasparire qualcosa che sta oltre. L’universo fisico ha un significato soltanto se vi si può leggere in controluce una filigrana metafisica. La stessa filosofia vale, se si può trascenderla per tenderla in modo parossistico verso il paradosso, poiché l’esistenza, che è il fulcro del pensiero, è paradosso.

Secondo l'ONU solo il 9 per cento della plastica prodotta nel mondo viene riciclata

Secondo l'ONU solo il 9 per cento della plastica prodotta nel mondo viene riciclataIn occasione della giornata mondiale dell'ambiente l'ONU presenta dei dati allarmanti sull'inquinamento mondiale dei rifiuti di plastica.

Il rapporto(1) presentato in India, il quartier generale globale per la Giornata dedicata all'Ambiente, ha rivelato che il 79% dei rifiuti generati dalla plastica è in discarica o gettati nell'ambiente e solo il 9% viene riciclato e il rimanente 12 % viene incenerito.

Erik Solheim,(2) direttore esecutivo del programma ambientale delle Nazioni Unite, spiega: “Se i modelli di consumo e la gestione dei rifiuti continueranno in questa maniera, nel 2050 nel mondo ci saranno circa 12.000 milioni di rifiuti di plastica nelle discariche e nell'ambiente”, è incluso nel rapporto “l'uso unico della plastica” in cui si denuncia che circa 13 milioni di questi rifiuti vengono gettati nell'oceano ogni anno.

“Il problema non è la plastica, ma ciò che facciamo con essa”, precisa Erik Solheim durante la presentazione del rapporto a Nuova Delhi, insieme al primo ministro indiano Narendra Modi.

Nel rapporto vengono menzionati degli studi, effettuati in 60 paesi, che illustrano la complessa relazione tra la plastica e l'economia.

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