Ricerche

L'inquinamento ridurrà la quantità di proteine disponibili

InquinamentoCirca 150 milioni di persone rischiano una perdita significativa di proteine se le emissioni di anidride carbonica continueranno a salire. Ciò significa che nei Paesi più colpiti dall'inquinamento i bambini saranno più esposti a malattie e rischio di morte. È quanto emerge da nuove ricerche pubblicate su Environmental Health Perspectives.

I ricercatori dell’Harvard T.H. Chan School of Public Health affermano che attualmente il 76% della popolazione mondiale ottiene la maggior parte delle proteine dalle piante, ma l’aumento di emissioni di CO2 ridurrà la quantità di proteine disponibile così come di ferro e zinco – in una serie di colture di base.

Entro il 2050 diciotto paesi, tra cui l’India, potrebbero perdere oltre il 5% di proteine alimentari a causa della riduzione del valore nutrizionale di colture come riso, frumento e orzo. La mancanza di proteine indebolisce i bambini determinando scarsa crescita ponderale e bassa statura, con conseguente maggiore esposizione alle malattie.

"È necessario mettere a punto diete diversificate e nutrienti, arricchendo il contenuto nutrizionale delle colture principali e coltivando vegetali meno sensibili agli effetti della CO2, spiega il ricercatore Samuel Myers.”

Il nostro corpo neutralizza i tumori che non sappiamo di avere

TumoriLuigi De Marchi, psicologo clinico e sociale, autore di numerosi saggi conosciuti a livello internazionale, parlando con un amico anatomo-patologo del Veneto sui dubbi dell’utilità delle diagnosi e delle terapie anti-tumorali, si sentì rispondere: «Sì, anch’io ho molti dubbi.

Sapessi quante volte, nelle autopsie sui cadaveri di vecchi contadini delle nostre valli più sperdute ho trovato tumori regrediti e neutralizzati naturalmente dall’organismo: era tutta gente che era guarita da sola del suo tumore ed era poi morta per altre cause, del tutto indipendenti dalla patologia tumorale». «Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose negli ultimi decenni – si chiese Luigi De Marchi – in tutto l’Occidente avanzato fosse solo un’illusione ottica, prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente? E se il tanto conclamato incremento della mortalità da cancro fosse solo il risultato sia dell’angoscia di morte prodotta dalle diagnosi precoci e dal clima terrorizzante degli ospedali, sia della debilitazione e intossicazione del paziente prodotte dalle terapie invasive, traumatizzanti e tossiche della medicina ufficiale? Insomma, se fosse il risultato del blocco che l’angoscia della diagnosi e i danni delle terapie impongono ai processi naturali di regressione e guarigione dei tumori?».

Batterie alimentate da batteri che producono energia da una goccia di saliva

Seokheun ChoiIl risultato, presentato sulla rivista Advanced Materials Technologies, ottenuto dalla Binghamton University di New York dal gruppo di ricerca di Seokheun Choi riferiscono di una scoperta davvero epocale, ovvero le prime batterie alimentate da batteri capaci di produrre energia sfruttando una semplice goccia di saliva.

Per il momento hanno una potenza limitata, sufficiente ad accendere un Led, ma in futuro potrebbero essere usate per alimentare biosensori utili a diagnosticare malattie in situazioni estreme, nei Paesi in via di sviluppo, dove non sono disponibili le tradizionali batterie.

Gli esiti dello studio come evidenziato da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione da sempre attenta, fra le sue attività, alle nuove scoperte che potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni di vita della cittadinanza. Il gruppo di ricerca è stato guidato da Seokheun Choi, già noto per aver ideato le prime batterie di carta. “La generazione di piccole quantità di energia su richiesta è utile soprattutto per le applicazioni diagnostiche nei Paesi in via di sviluppo“, spiega Choi.

“Tipicamente queste applicazioni richiedono solo poche decine di microwatt per pochi minuti, mentre le tradizionali batterie presenti in commercio sono troppo costose e sofisticate, senza contare poi il problema dell’inquinamento”.

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