Ricerche

Nuovi studi sul clampaggio del cordone ombelicale

clampaggio del cordone ombelicaleGRAVIDANZA E DINTORNI – Per molto tempo, la norma in sala parto è stata chiara: il cordone ombelicale si “clampa” (cioè lo si lega per interrompere il flusso di sangue dalla placenta, un’operazione che precede il taglio) subito dopo la nascita.

Questione di una manciata di secondi. Oggi, però, l’atteggiamento è cambiato. Sulla base di un numero crescente di studi, sempre più autorità sanitarie e associazioni scientifiche (dal Royal College of Obstetricians & Gynaecologists all’ Organizzazione mondiale della sanità) suggeriscono di non avere troppa fretta: meglio aspettare 2-3 minuti per i bambini sani nati a termine e comunque non prima di quanto strettamente necessario per i prematuri o i bimbi nati in emergenza.

L’ultimo punto a favore del cosiddetto clampaggio tardivo viene da uno studio svedese che, per la prima volta, mostra l’assenza di rischi a lungo termine per questa pratica. Al contrario, la legatura tardiva del cordone sembra comportare benefici in termini di miglioramento delle abilità motorie fini, soprattutto nei maschi.

Già nel 2011, Ola Andersson e colleghi, dell’Università di Uppsala, avevano pubblicato un primo studio sul confronto a breve termine tra clampaggio precoce (entro 10 secondi dalla nascita) e tardivo (dopo 3 minuti) del cordone, esaminato in un gruppo di 400 bambini.

Le bevande gassate sono un gustoso 'veleno'

bevande gassateDa anni si susseguono ricerche che attestano i rischi per l'organismo dell'uso di queste bibite: dal cancro (dovuto al colorante caramello), al diabete fino al pericolo depressione.

Ciononostante i dati pubblicati sulla rivista 'Circulation' dell'American Heart Association destano stupore: le bevande zuccherate sarebbero responsabili ogni anno di 184mila decessi.

Lo studio, condotto dagli atenei Usa di Harvard, Tufts e Washington e dell'Imperial College di Londra nel Regno Unito, ha valutato 62 lavori scientifici sull'alimentazione che hanno incluso più di 611 mila persone, condotti tra il 1980 e il 2010 in 51 Paesi.

Il dato è frutto della somma di 133 mila decessi ogni anno per il diabete, 45 mila morti per malattie cardiache e 6.450 per tumore.

È un aggiornamento di due anni fa dall'Harvard School of Public Health di Boston che invece fissava a 180mila le vittime annuali delle bevande zuccherate, con una stima inferiore relativa alle vittime per malattie cardiovascolari (40mila).

La maggior parte delle vittime ha un'età compresa tra i 20 e i 44 anni.

Il concetto di morte cerebrale secondo l’università di Harvard

Morte cerebraleIl concetto di morte cerebrale è stato creato
all’università di Harvard per giustificare
la pratica dei trapianti e diminuire i costi economici dei pazienti in coma,
alias: liberare letti d’ospedale...

Quanto sopra riportato può essere tranquillamente letto dal rapporto dei medici di Harvard cliccando qui.

MORTE CEREBRALE E TRAPIANTO DI ORGANI:
UN’AUTOREVOLE VOCE CRITICA

Una conversazione con il prof. Rocco Maruotti, chirurgo di fama internazionale

– La legge italiana n.578, del 29 dicembre 1993, nel suo articolo 1, dichiara che:

“La morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo.” Il parlare di “cessazione irreversibile di tutte le funzioni” di un organo tuttora esplorato e conosciuto in minima parte non significa forse parlare di qualcosa che ha a che fare – per dirla con Karl Popper – più col piano della metafisica che con quello della verificabilità (e falsificabilità) sperimentale? Non dovrebbe lo stesso criterio della cosiddetta “morte cerebrale” apparire palesemente improponibile in sede scientifica ?

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