Scienza

Le scimmie hanno comportamenti tecnologici

Cebi barbutiI cebi barbuti di Fazenda Boa Vista, in Brasile, tramandano di generazione in generazione comportamenti tecnologici come l’uso di strumenti per rompere noci di palma: allo studio che ha ottenuto la copertina di Pnas partecipa Elisabetta Visalberghi dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr

Le tradizioni culturali umane si mantengono attraverso meccanismi quali l’imitazione e l’insegnamento.

Ma cosa accade in altre specie?

I risultati di uno studio su una popolazione di cebi barbuti ‘Sapajus libidinosus’, condotto da un gruppo di ricercatori - fra cui Elisabetta Visalberghi dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Istc-Cnr) - a Fazenda Boa Vista, nel Nord-Est del Brasile, mostrano che l’uso di strumenti per queste scimmie è una ‘tradizione’ che gli individui imparano da giovani e che passa di generazione in generazione.

L’articolo ‘Synchronized practice helps bearded capuchin monkeys learn to extend attention while learning a tradition’ è stato appena pubblicato sul numero dei Proceeding of the National Academy of Science (Pnas) guadagnandosi anche l’onore della copertina.

Solchi di pneumatici risalenti a milioni di anni fa

dottor Alexander KoltypinFa un certo effetto ascoltare la dichiarazione del dottor Alexander Koltypin, se non altro per il fatto che si tratta di un geologo e direttore del Natural Science Research Center presso l’Università Internazionale Indipendente di Ecologia e Politologia di Mosca.

Secondo il ricercatore russo, in diverse località del pianeta è possibile osservare solchi di pneumatici lasciati nel terreno da veicoli pesanti che si possono far risalire a circa 12 milioni di anni fa.

Come è possibile?

Certamente si tratta di un’affermazione discutibile, dal momento che l’archeologia classica fa risalire l’inizio della civiltà umana a diverse migliaia di anni fa, non milioni.

Eppure, Koltypin si dice convinto che sul nostro pianeta esistono numerosi siti archeologici dove è possibile riscontrare indizi che avvalerebbero l’esistenza di civiltà vissute milioni di anni fa. Koltypin è un appassionato sostenitore di questa teoria, tanto da aver denominato il suo sito web ‘Earth before the flood: Disappared Continents and Civilizations‘ (La Terra prima del Diluvio: Continenti e Civiltà scomparse).

È proprio dal suo sito che il ricercatore russo afferma che le tracce riscontrate nel sito spagnolo di Castellar de Meca, nella provincia di Valencia, risalirebbero al Miocene medio e tardo (tra i 12 e i 14 milioni di anni fa circa).

Il nostro cervello è soggetto alla “legge di scala”

CervelloIl cervello dei mammiferi risulta costituito da elaborate pieghe. Uno studio recente sta mostrando che tali ripiegamenti non sono casuali, ma seguono una relazione matematica chiamata “legge di scala”, che curiosamente spiega anche come la carta si accartoccia. Le ricerche suggeriscono che le varie forme di cervelli dei mammiferi non nascerebbero da particolari processi di sviluppo che variano da specie a specie, quanto piuttosto da uno stesso processo fisico.

In biologia non è frequente trovare una relazione matematica che si adatta così bene ai dati a disposizione. La legge di scala descrive un modello per il cervello completamente sviluppato, studi sono in atto circa il come si formano le ripiegature nel cervello in via di sviluppo.

Queste “pieghe” nel cervello dei mammiferi sono molto importanti poiché servono ad aumentare la superficie totale della corteccia, ossia lo strato esterno di materia grigia dove risiedono i neuroni. Non tutti i mammiferi hanno cortecce ripiegate; gli animali chiamati “lissencefali” come i marsupiali, i roditori, gli insettivori, hanno un’organizzazione cerebrale meno elevata, con gli emisferi cerebrali a superficie liscia o con solchi appena accennati. Al contrario i primati, le balene, i cani e i gatti sono chiamati “girencefali” e hanno la superficie degli emisferi cerebrali percorsa da varie solcature (le cosiddette “circonvoluzioni cerebrali”).

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