- In:
- Posted By: Redazione
- Commenti: 0
Le mezze stagioni sono ormai un ricordo
Germogli precoci in primavera e foglie ritardatarie, che in autunno si dimenticano di cadere. E poi steppe che rimangono verdi e savane che si seccano sempre di più. Stavolta non sono luoghi comuni, è scienza.
Negli ultimi decenni i ritmi della natura sono cambiati. È quanto emerge da uno studio della Goethe-Universität di Francoforte, che ha compilato diverse serie di dati satellitari.
I cambiamenti identificati dallo studio non avranno impatti solo sulle aree naturali e sugli ecosistemi, ma sono destinati a cambiare l’agricoltura di tutto il mondo. Infatti si tratta dell’intero sistema di scambio di carbonio e di energia tra il suolo e l’atmosfera.
“Non c’è un angolo in tutto il pianeta che non sarà influenzato da questi cambiamenti”, spiega l’autore della ricerca, Robert Buitenwerf.
Lo studio ha analizzato i dati satellitari tra il 1981 e il 2012 sulla base di 21 parametri che misurano l'attività della vegetazione, allo scopo di misurare la durata e l'intensità della crescita delle foreste, dalle conifere della fascia boreale, fino elle foreste pluviali nei tropici. Il risultato è preoccupante: su 54 percento della superficie
terrestre, almeno uno dei parametri di attività vegetativa si è allontanato dal valore medio, di oltre due livelli di deviazione.