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Amerigo campiona i fondali e l'acqua

Amerigo campiona i fondali e l'acqua

Amerigo e Ada N., i primi esempi italiani di lander e di camera bentica automatici e autonomi, realizzati dal Cnr-Irbim di Ancona e dal Cnr-Imm di Bologna, sono oggetto di una recente pubblicazione su Sensors. Possibili applicazioni per valutazioni di impatti antropici, in aree costiere e di mare profondo.

Il lander Amerigo - un prototipo unico in Italia realizzato dagli istituti del Consiglio nazionale delle ricerche per le risorse biologiche e le biotecnologie marine di Ancona (Irbim) e per la microelettronica e microsistemi (Imm) di Bologna e dall'azienda Rse di Milano - è in grado raggiungere il fondale marino fino a 6.000 metri di profondità, raccogliere campioni, effettuare misure e tornare in superficie senza l'ausilio di cavi o sommozzatori. "Amerigo è dotato di tre camere bentiche in grado di misurare la quantità di sostanze disciolte rilasciate o assorbite dal fondale che possono essere utilizzate dai microrganismi marini come nutrienti, ad esempio ammonio, nitriti, nitrati, fosfati e silicio. Oppure essere presenti in forma di gas disciolti, quali ossigeno, anidride carbonica, acido solfidrico e metano, o come sostanze inquinanti, come metalli, idrocarburi, pesticidi o farmaci", spiega Federico Spagnoli del Cnr-Irbim e autore della ricerca recentemente pubblicata su Sensors: "The Amerigo Lander and the Automatic Benthic Chamber (CBA): Two New Instruments to Measure Benthic Fluxes of Dissolved Chemical Species".

Centinaia di squali e razze aggrovigliati nella plastica

Centinaia di squali e razze aggrovigliati nella plastica

Centinaia di squali e razze si sono aggrovigliati con attrezzi da pesca persi o gettati via negli oceani di tutto mondo, come dimostra una nuova ricerca.

Gli scienziati dell'Università di Exeter hanno visionato gli studi, già pubblicati da molte fonti, compreso Twitter, concernenti le spiacevoli problematiche a cui vanno in contro gli squali quando vengono letteralmente avvolti o impigliati nella plastica. I ricercatori hanno trovato rapporti su oltre 1.000 individui aggrovigliati, ma il numero reale sarà probabilmente molto più alto, dato che pochi studi si sono concentrati sugli squali e sulle razze.

Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Endangered Species Research, (1) afferma che questi incidenti, per lo più con attrezzi da pesca persi o gettati via, non rappresentano una “minaccia” per gli squali e le razze rispetto alla pesca commerciale, ma la sofferenza che causa è una preoccupazione importante per il benessere degli animali.

Il dottor Kristian Parton, (2) del Center for Ecology and Conservation di Exeter's Penryn Campus in Cornovaglia, spiega: “nello studio è citato come esempio un piccolo squalo mako avvolto in una corda da pesca. Lo squalo è cresciuto e la corda, che era coperta da cirripedi, si è stretta nella pelle danneggiando la sua spina dorsale. Sebbene non pensiamo che l'aggrovigliamento sia una delle principali minacce per il futuro degli squali e delle razze, è importante capire il tipo di pericolo che queste specie affrontano tenendo conto che esse sono tra le più minacciate negli oceani. Inoltre, c'è un vero problema di benessere degli animali perché gli intrecci possono causare dolore, sofferenza e persino la morte.”

L'acqua del mare, ricca di meduse e ctenofori

Meduse - dottor Iñaki Ruiz-Trillo, ricercatore ICREA all'IBECome ogni estate, è molto probabile che ci tuffiamo in mare e inghiottiamo dell'acqua per sbaglio.

Uno studio condotto da ricercatori dell'Istituto di biologia evolutiva (IBE)(1) - un centro comune del CSIC e dell'Università Pompeu Fabra (UPF)(2) e dell'Istituto di scienze marine (ICM-CSIC)(3) - ha scoperto che, oltre a deglutire composti chimici come i cloruri di sodio, magnesio e centinaia di microrganismi sconosciuti, con ogni deglutizione di acqua di mare potremmo ingerire una grande quantità di cnidari (meduse) e ctenofori, alcuni animali molto simili alle meduse.

Inoltre, i ricercatori hanno identificato un nuovo gruppo di urocordados, animali che di solito sono fissati sul fondo del mare e sono spesso confusi con gli anemoni. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Scientific Reports.(4)

Lo studio fa parte del progetto europeo BioMarKs,(5) il cui scopo è quello di studiare la diversità degli organismi unicellulari eucarioti, cioè gli organismi cellulari con un nucleo differenziato. Nell'ambito del progetto, sono state campionate colonne d'acqua e sedimenti di ambienti privi di ossigeno e ossigeno in sei punti di campionamento sparsi lungo la costa europea: Oslo (Norvegia), Roscoff (Francia), Gijón e Blanes (Spagna), Napoli (Italia) e Varna (Bulgaria). I campioni sono stati filtrati per separare i microrganismi in base alla loro dimensione; quindi, è stato estratto il materiale genetico, che è stato sequenziato.

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