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Variabilità stagionali più marcate nel Mediterraneo
Il lander Amerigo - un prototipo unico in Italia realizzato dagli istituti del Consiglio nazionale delle ricerche per le risorse biologiche e le biotecnologie marine di Ancona (Irbim) e per la microelettronica e microsistemi (Imm) di Bologna e dall'azienda Rse di Milano - è in grado raggiungere il fondale marino fino a 6.000 metri di profondità, raccogliere campioni, effettuare misure e tornare in superficie senza l'ausilio di cavi o sommozzatori. "Amerigo è dotato di tre camere bentiche in grado di misurare la quantità di sostanze disciolte rilasciate o assorbite dal fondale che possono essere utilizzate dai microrganismi marini come nutrienti, ad esempio ammonio, nitriti, nitrati, fosfati e silicio. Oppure essere presenti in forma di gas disciolti, quali ossigeno, anidride carbonica, acido solfidrico e metano, o come sostanze inquinanti, come metalli, idrocarburi, pesticidi o farmaci", spiega Federico Spagnoli del Cnr-Irbim e autore della ricerca recentemente pubblicata su Sensors: "The Amerigo Lander and the Automatic Benthic Chamber (CBA): Two New Instruments to Measure Benthic Fluxes of Dissolved Chemical Species".
La temperatura marina superficiale del nord Adriatico nell'ultimo secolo è in aumento crescente. Ad attestarlo, un lavoro dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), con sede in Area Science Park, condotto attraverso una serie di osservazioni effettuate nel porto di Trieste, e pubblicato di recente sulla rivista scientifica internazionale Earth System Science Data, (1) liberamente consultabile su una piattaforma open. (2) Le misurazioni abbracciano un intervallo di tempo di 117 anni e costituiscono una tra le più lunghe serie temporali esistenti relative alla temperatura del Mediterraneo.
“Avere serie temporali lunghe e per quanto possibile omogenee è fondamentale per comprendere se e come l'evoluzione recente del clima possa aver influito sui parametri fisici del mare, in questo caso sulla temperatura”, spiega Renato R. Colucci del Cnr-Ismar, coautore della ricerca “il problema è che, rispetto alle osservazioni meteorologiche, la complessità strumentale e logistica chiamata in causa dalle osservazioni marine ha per lungo tempo impedito la rilevazione di dati caratterizzati da sufficiente continuità e qualità. Per questo, andando indietro nel tempo, c'è carenza di dati e non risulta semplice costruire una serie come questa”, conclude Colucci.