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Picco di morie animali: la Terra sta pian piano morendo

Morie animaliIl 2014 ha registrato un picco di morie animali senza precedenti. I dati sono allarmanti: pesci, mammiferi, uccelli e insetti continuano a morire in un ecatombe che non sembra avere fine. Cosa sta succedendo al pianeta Terra, e quali sono le conseguenze per l'umanità?

Nel 1979, lo scienziato inglese James Lovelock propose l’Ipotesi Gaia, un teoria secondo la quale il pianeta Terra sarebbe un unico grande organismo vivente.

In questa visione, la flora e la fauna planetaria sarebbero parte di questo organismo, un po’ come se fossero le cellule che ne permettono la vita, e noi, esseri umani, faremmo parte di questo organismo.

Se consideriamo plausibile questa teoria e prendiamo in considerazione gli allarmanti dati sulle morti di massa animali che si stanno verificando da qualche anno, allora dovremmo concludere che il pianeta Terra sta morendo!

Si è appena conclusa un’indagine in merito alle misteriose morti di mammiferi lungo la costa del Pacifico. L’indagine, cominciata nel 2011, ha coinvolto gli scienziati del NOAA e del Fish and Wildlife Service, che in questo lasso di tempo hanno esaminato i corpi senza vita di centinaia di esemplari.

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Acqua in bottigliaBusiness miliardari con introiti enormi per le aziende e scarsissimi ritorni per le Regioni. Enorme impatto ambientale e alti costi per i consumatori. In occasione della giornata mondiale dell’acqua, che si celebra oggi 22 marzo, Legambiente e Altreconomia presentano 'Acqua in bottiglia', il dossier che svela le pecche di un vizio tutto italiano.

Un giro d’affari pari a 2,25 miliardi di euro che riguarda 168 società per 304 diverse marche commerciali; l’uso di oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica prodotte utilizzando 456 mila tonnellate di petrolio, che determinano l’immissione in atmosfera di oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2: c’è un vero e proprio business dentro una bottiglia d’acqua.

L’abitudine tutta italiana di preferire l’acqua in bottiglia a quella del rubinetto innesca, infatti, un meccanismo economico che porta immensi guadagni alle aziende imbottigliatrici e un’enorme consumo di risorse per il Paese, oltre ad alti livelli di inquinamento indotto e consumo di risorse.

Nel 2011 i consumi di acqua sono aumentati rispetto all’anno precedente, passando da 186 a 188 litri per abitante all'anno (nel 2011), numeri che confermano il primato europeo del nostro paese per i consumi di acque minerali: dei 12,350 miliardi di litri imbottigliati nel solo 2011, oltre 11,320 miliardi sono stati consumati dentro i confini nazionali. Senza dimenticare che ancora oggi solo un terzo delle bottiglie viene avviato correttamente al riciclo, mentre la gran parte continua a finire in discarica o ad essere dispersa nell’ambiente e che per l’85% dei carichi si continua a preferire il trasporto su gomma.

Questo vuol dire che una bottiglia d’acqua che proviene dalle Alpi percorre oltre 1000 km per arrivare in Puglia, con consumi di carburante e emissioni di sostanze inquinanti conseguenti.

In Svezia le foreste e la biodiversità sono in declino

Paesaggio svedeseLe foreste svedesi sono all'orlo del collasso. Non perché manchino gli alberi, ma perché le foreste naturali lasciano oramai il passo a monocolture produttive, con poca o nulla ricchezza di biodiversità.

Il 75 per cento delle popolazioni di specie minacciate, è in declino. Il taglio a raso delle foreste naturali continua su larga scala. Monocolture e taglio a raso sembrano essere l'unica metodologia di gestione forestale accettata in Svezia.

Dato che la monocoltura consiste nel piantare alberi (della stessa specie) è considerata “sostenibile” in quanto in grado di mantenere nel tempo la produttività. Ma una foresta non è soltanto una fabbrica di legno, e la sua gestione, per essere davvero sostenibile, deve mantenerne intatti tutti i servizi, le funzionalità e la biodiversità. Un recente studio pubblicato in Svezia da ricercatori dell'Università di Scienze Agricole e Forestali dimostra come una vasta gamma di specie di alberi per la produzione di legname contribuisce a mantenere i servizi ecosistemici.

I ricercatori hanno verificato, assieme a tasso di crescita degli alberi, sei diversi servizi ecosistemici assicurati offerte dalle foreste (la crescita degli alberi, lo stoccaggio del carbonio, la produzione di frutti di bosco, il cibo per la fauna selvatica, la presenza di legno morto, e la diversità biologica). Il risultato è che “tutti e sei i servizi sono proporzionalmente correlati al numero di specie arboree”, suggerendo che le foreste miste siano in grado di offrire una gamma più ampia di prodotti forestali.

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