Bruno Chastonay

Valente professionista del settore finanziario, ha svolto attività in alcune principali banche elvetiche nei settori della tesoreria, dei metalli e dei derivati. È esperto nella gestione professionale del risparmio su base personalizzata ed è fiduciario finanziario, ai sensi della legislazione elvetica. Ha collaborato con le Università di Bari e Pescara. Attualmente svolge l’attività di analista finanziario globale. Vive e lavora a Lugano.

Bruno Chastonay: mercati internazionali a rischio

Bruno Chastonay: Mercati internazionali a rischioUn numero elevato di fattori ha portato alle attuali condizioni globali, caratterizzate da un rischio marcato per le economie mondiali.

Un rischio che era rimasto sopito, dalla crisi del 2008 intervenuta con il crollo del mercato immobiliare, dapprima in USA.

Fattore che aveva perso l’interesse degli investitori, grazie:

alle azioni effettuate congiuntamente dalle principali Banche Centrali mondiali, finalizzate ad iniettare un’amplissima liquidità, insieme

ad un forte livellamento al ribasso dei tassi di interesse.

Tali azioni di politica monetaria si sono accompagnate ad una sorta di “moral suasion” circa l’ipotesi di una ripresa economica in atto, congiuntamente al tentativo (non sempre riuscito) mirante a “nascondere” (o sottacere) i gravi problemi latenti, sempre senza soluzione, che riguardano:

  • il livello record dei debiti,
  • la gestione dei flussi immigratori,
  • la disgregazione nei fatti dell’Unione Europea ed
  • una sempre maggiore ostilità dei popoli nei confronti delle istituzioni comunitarie.

Un grande lavoro, quello delle Banche Centrali e dei vari Governi, che ha assorbito molte tensioni, e dato respiro alle imprese, principalmente di grandi dimensioni, al livello degli investimenti ed alle stesse banche.

Un mercato globalizzato

Viviamo in un mercato globalizzato, unificato non solo per quanto riguarda l’economia e la finanza ma per tutti gli altri settori.

Come per l’informazione, globalizzata e velocizzata, che dalla carta stampata si è trasferita sul web, dilagando su ogni contesto per il tramite dei social-network.

Il risultato è quello di maggiori utenti, velocità in tempo reale, diffusione su di un territorio molto ampio.

In precedenza coloro che controllavano l’informazione, il sistema dell’istruzione scolastica e la “conoscenza”, controllava il “popolo”, vale a dire le genti di ogni razza e nazione.

Tali meccanismi erano dunque appannaggio dei Governanti, delle Chiese e delle Lobbies di potere, le quali si sforzavano di controllare la vita dei cittadini, quella economica e sociale.

Per certi aspetti, l’alfabetismo diffuso rappresentò il principio di una nuova era di “prigione” per i popoli, che da quella di natura economica si trasformò in un’altra più subdola di tipo “psicologico”.

Nella nostra era del “web”, in cui tutti (in teoria) possono avere un accesso ad informazioni non sempre “controllate” dal Potere, la maggiore diffusione della “conoscenza”, intesa come obiettiva verità, determina una conseguente perdita del potere di controllo sul mondo, almeno in un certo senso ed in via tendenziale.

Bruno Chastonay: l'andamento dei tassi di interesse

Bruno Chastonay: l'andamento dei tassi di interesseCon il rialzo dei tassi d’interesse chi ci guadagna?

In primis le banche, per l’aumento dello spread, ovvero il differenziale tra gli interessi corrisposti sui depositi e sulle altre forme di raccolta e su quelli lucrati sulle operazioni di credito attive (mutui, altri prestiti, crediti al consumo ed altro). I vantaggi economici in genere si manifestano anche a favore degli altri intermediari creditizi, così come per i settori produttivi dei macchinari (tecnologici) e delle costruzioni.

Ma il problema di base, che è stato creato dal:

lungo periodo di tassi “zero o negativi”,

con l’iniezione di una super ampia liquidità nei mercati finanziari (si veda una nostra precedente rubrica su questa Review),

deve in qualche modo essere superato, poiché connesso a:

misure di politica monetaria di natura straordinaria, attuate per sostenere la ripresa economica globale; azioni concertate da tutte le Banche Centrali e Governi dei principali paesi, dal 2008 in poi.

L’obiettivo primario resta sempre quello di un target d’inflazione prossimo al 2pc.

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