Batteri

Il nostro corpo e le malattie

FarmaciVolendo fare un parallelismo, potremmo considerare il nostro corpo alla stessa stregua di un terreno.

Ciascun terreno ha delle caratteristiche particolari, a seconda di una serie di fattori, quali la sua collocazione rispetto al Polo Nord, al Polo Sud e all’equatore, la sua esposizione ai raggi solari, le condizioni climatiche alle quali è sottoposto ed un buon agricoltore non potrà prescindere da questi elementi nella scelta della “tecnica agricola” più idonea a rendere fertile il terreno.

Proprio come il terreno, infatti, il nostro corpo si ammala nel momento in cui vengono violate le Leggi Biologiche Naturali, che ogni organismo vivente dovrebbe rispettare. Stili di vita sbagliati, droghe, alcol, fumo di sigaretta, mancanza di esercizio fisico, preoccupazioni, stress psicofisico, incidono in modo determinante sullo stato di salute del corpo umano rendendolo più o meno vulnerabile ed esposto alle malattie. Virus, batteri e tossine, infatti, trovano terreno fertile non in tutti i soggetti, ma solo in quelli con un sistema immunitario debole caratterizzato da un PH acido anziché alcalino.

Le radiazioni elettromagnetiche, a cui siamo quotidianamente esposti, hanno destato una serie di preoccupazioni per i possibili effetti negativi sulla salute, poiché è risultato che l’esposizione cronica , anche a livelli molto bassi, può favorire l’insorgere e lo sviluppo di tumori e malattie degenerative.

Allarme internazionale per un agente patogeno dannoso

VirusCinquanta scienziati provenienti da 14 paesi hanno avvertito la Commissione Europea su una possibilità “reale e non ipotetica” di fuoriuscita di un agente patogeno dannoso da un laboratorio in Olanda.

Il gruppo, che comprende diversi premi Nobel, denuncia in una lettera al corpo sovranazionale a duplice uso, civile e militare, degli esperimenti che si stanno sviluppando all’Erasmus Medical Center di Rotterdam. Gli scienziati denunciano che sono alte le “probabilità che si può verificare” un incidente di laboratorio che può portare alla diffusione globale di un virus mutato e registrare milioni di decessi in poco tempo.

Infatti gli autori delle dichiarazioni di allarme globale per pandemia, citati dal giornale The Independent dicono che “l’impatto di questa diffusione globale potrebbe essere catastrofico. Esperimenti controversi riguardano il noto virus H5N1 dell’influenza aviaria, ma in questo caso vi è stato un cambiamento intenzionale, dicono gli scienziati che si sono avvicinati alla Commissione. “Il vostro obiettivo è quello di ottenere alcuni nuovi ceppi capaci di passare da uccello a uccello e da mammiferi agli esseri umani, come facilmente possa essere una infezione di influenza comune.

Il microbiologo Ron Fouchier e il suo team hanno ripetutamente infettato centinaia di furetti in laboratorio.

Continua a crescere l'utilizzo di antibiotici negli allevamenti

AllevamentiPer produrre carne vengono usati troppi antibiotici, al punto che i 4/5 della produzione totale Usa finisce negli allevamenti e la tendenza continua a crescere.

Il problema è che un utilizzo così massiccio degli antibiotici danneggia l’animale e fa sviluppare nei batteri resistenze ai farmaci. Secondo una indagine svolta da PEW il 75% dei tacchini allevati a terra è resistente ad almeno un antibiotico per la salmonella.

I batteri nell’allevamento erano invece resistenti a 3 o più antibiotici; quasi i tre quarti dei batteri della salmonella trovati nel petto di pollo venduto al dettaglio erano resistenti ad almeno un antibiotico. Circa il 12% di petto di pollo al dettaglio e campioni di tacchino a terra erano stati contaminati da Salmonella; la resistenza alla tetraciclina ha portato alla contaminazione da Campylobacter del 95% di prodotti a base di pollo.

Lo scorso anno la Food and Drug Administration propose delle Linee guida volontarie pensate per spingere l’industria della carne a rivedere l’uso massiccio di antibiotici. Tuttavia dai dati resi noti dalla FDA l’uso di antibiotici è stato incrementato.

Uno studio condotto in Cina dalla Michigan State university e pubblicato dalla rivista Pnas afferma che i geni che danno ai batteri la resistenza agli antibiotici, un problema sempre più grave per l'uomo, hanno la loro perfetta incubatrice negli allevamenti intensivi, dove si fa un uso eccessivo di questi farmaci.

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