Società

Aliquota fiscale molto blanda per il colosso Apple

Nemmeno chi ha il reddito più basso in Italia, tra 0 e 15mila euro, paga meno tasse di Apple. L’aliquota fiscale più blanda, quella per le fasce deboli nel nostro Paese è del 23%.

Apple, invece, nel trimestre chiuso al 31 marzo, ha registrato un tax rate del 14,5%. In parte grazie al taglio fiscale voluto dal presidente Donald Trump, in parte grazie al suo sistema di società offshore create per eludere la tassazione nei Paesi in cui vende al di fuori degli Stati Uniti.

I conti di Apple

Un’aliquota ridottissima che ha permesso di far volare gli utili a 13,8 miliardi contro gli 11 miliardi registrati negli stessi tre mesi dell’anno precedente.

Nel 2017, su un utile prima delle tasse di 14,684 miliardi di dollari, Apple aveva pagato 3,655 miliardi di tasse.

Nel 2018, su un utile pretasse di 16,168 miliardi, al fisco sono arrivati solo 2,346 miliardi.

Vuol dire che Apple è passata da un tax rate del 24,89% a un tax rate del 14,5%.

L’impero del dollaro è al capolinea

L’impero del dollaro è al capolineaL’impero del dollaro volge al termine. Il dollaro sta per compiere una ritirata notevole.

Nel 1944-1945 il dollaro-oro fu imposto dopo che gli Stati Uniti (USA) furono tra i vincitori della Seconda Guerra Mondiale ed imposero la propria moneta al Regno Unito, sostituendo la sterlina come valuta di riferimento mondiale.
All’inizio degli anni settanta la crisi del dollaro-oro (che si trascinava dal 1967) pose fine al dollaro basato sull’oro; tuttavia, l’accordo ottenuto dall’ex-segretario di Stato Henry Kissinger e dalla Casa dei Saud permise la nascita del cosiddetto petrodollaro.

Il petrodollaro era la moneta che esprimeva gli interessi delle multinazionali statunitensi già inglobanti Europa e Giappone.

In realtà, il petrodollaro non è la valuta nazionale del capitale industriale statunitense, perché le multinazionali statunitensi dominavano produzione, commercio mondiale e consumo globale del petrolio. Per tale ragione poterono concordare e imporre la nuova valuta di riferimento mondiale, il petrodollaro, strumento d’estorsione che costringe tutti i Paesi a scambiare produzione e lavoro reali con una moneta creata dal mero debito e senza base. Oggi sempre più Paesi vedono il predominio del dollaro come ostacolo alla sovranità e al buon sviluppo nell’economia globale, mostrandone l’attuale crisi d’egemonia.

L'enorme conflitto tra la medicina naturale e quella ufficiale

L'enorme conflitto tra la medicina naturale e quella ufficialePremessa. La guerra alla medicina naturale

In questi tempi c’è una guerra dichiarata tra la medicina naturale e quella ufficiale, che evidenzia le falle di quest’ultima mettendone in risalto i limiti palesi (basti pensare che nonostante le spese immense per la ricerca sui tumori, questa malattia sta aumentando vertiginosamente) e la medicina tradizionale allopatica, che schiera dalla sua parte i vari soloni a colpi di radiazione dei medici eretici.

Recenti sono i casi di Gabriella Mereu, di Tullio Simoncini, di Ryke Geerd Hamer, di Paolo Rege-Gianas. Pochi giorni fa è stata radiata dall’ordine la dottoressa Gabriella Lesmo, rea di aver preso posizione contro i vaccini (settore che ha iniziato a studiare con particolare attenzione per via del fatto di avere un figlio reso autistico proprio a seguito della somministrazione di vaccini).

Pochi mesi prima era stato radiato per lo stesso motivo un altro medico, Dario Miedico. E sempre recentemente è stato radiato dall’ordine Paolo Rossaro, per aver prescritto una cura alternativa alla chemioterapia in un caso di tumore.

In realtà, la lotta tra medicina naturale e medicina tradizionale ufficiale esiste da secoli, e può individuarsi il punto di origine nel Medioevo, ad opera dapprima della Chiesa cattolica, e successivamente ad opera della scienza ufficiale, che ha preso il testimone dell’oscurantismo cattolico. Vediamo come e perché nasce questa battaglia, e perché essa è identica ai giorni nostri, come nel Medioevo, e in tutti i secoli intermedi.

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