DNA

Come si formano nello spazio i dimeri HCN

Ricerche hanno suggerito che nello spazio l’adenina si possa essere formata da molecole più semplici contenenti idrogeno, carbonio e azoto

Un gruppo internazionale di astronomi guidato da Víctor M. Rivilla dell’Inaf di Arcetri (Firenze) ha scoperto l’abbondante presenza, nello spazio interstellare, dell’isomero Z della cianometanimina – considerata un precursore dell’adenina

Capire l’origine della vita sulla Terra studiando le nubi molecolari della Via Lattea? È possibile ed è quello che sta cercando di fare un team internazionale di astronomi guidati da Víctor M. Rivilla, ricercatore dell’Inaf di Arcetri, a Firenze, con un contratto Marie Sklodowska-Curie, nell’ambito del programma AstroFIt2.(1)

Gli esperti hanno avvistato per la prima volta nel mezzo interstellare, il “serbatoio” che alimenta la formazione di stelle e pianeti nell’universo, la parte mancante della molecola cianometanimina (Z-HNCHCN), che si pensa essere un precursore di una componente chiave del Dna e dell’Rna, cioè l’adenina. La scoperta è stata effettuata con i dati raccolti dal radiotelescopio Iram di 30 metri a Granada, in Spagna.

Modelli teorici hanno suggerito che l’adenina possa essere formata da molecole più semplici contenenti idrogeno (H), carbonio (C) e azoto (N). In particolare, i dimeri(2) di HCN (molecole con 2 atomi di H, C e N) sono considerati i ”mattoni” fondamentali per la formazione dell’adenina. È per questo di cruciale importanza, dal punto di vista astrobiologico, capire come i dimeri HCN si formino nello spazio.

Il DNA umano è una specie di Internet biologico

Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare

Molti maestri spirituali sanno già da tempo, che il nostro corpo, attraverso il DNA può essere programmato da lingua, parole e pensieri. Ora questo è stato scientificamente provato.

Il DNA umano funziona come una specie di “Internet biologico”, ed è sotto molti aspetti superiore a quello artificiale. Nuove ricerche scientifiche in Russia, direttamente o indirettamente, spiegano fenomeni quali chiaroveggenza, intuizione, guarigioni spontanee e guarigioni a distanza, autoguarigioni, tecniche di affermazione, aloni di luce attorno alle persone e molto altro.

In più, si potrebbe affermare una medicina completamente nuova, nella quale il DNA può essere riprogrammato con delle parole e frequenze, senza la necessità di prelevare e reintrodurre singoli geni. Soltanto il 10% del nostro DNA serve a produrre le proteine, ed è questo 10% che viene esaminato dai ricercatori occidentali. Il rimanente 90% viene considerato “junk DNA”, DNA spazzatura. Tuttavia i ricercatori russi, convinti che la natura non abbia creato questo 90% a caso, hanno esplorato questo 90% del DNA assieme a linguisti e genetisti. I risultati di questa ricerca sono semplicemente rivoluzionari!

Il nostro DNA non sarebbe solo responsabile della struttura del nostro corpo, ma servirebbe anche come banca dati e per comunicare. I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico (specialmente il 90% “inutile”) segue le stesse regole di tutte le lingue dell’uomo. A questo scopo, gli studiosi hanno comparato le regole di sintassi (il modo di mettere insieme le parole per formare le frasi), semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole base di grammatica. Hanno scoperto che il nostro DNA segue un determinato schema grammaticale. Quindi le lingue dell’uomo non si sono formate casualmente, ma sono insite nel DNA.

Il biofisico e biologo molecolare Pjotr Garjajev e i suoi colleghi, hanno anche analizzato le qualità vibrazionali del DNA. In breve sostengono che “i cromosomi vivi funzionano esattamente come un computer olografico, che usa radiazioni laser di DNA endogeno”. Gli studiosi sono stati in grado, per esempio, di proiettare determinate frequenze (suono) con una specie di raggio laser sul DNA, modificando la frequenza di esso e quindi l’informazione genetica stessa. Dato che la struttura base del DNA è uguale alla struttura della lingua, non è necessaria alcuna codifica del DNA. Si possono semplicemente usare parole e frasi della lingua umana! Anche questo è stato provato scientificamente.

Studio sulle simulazioni atomistiche del sistema cellulare composto da proteine e Rna

Una simulazione ha permesso di far luce, per la prima volta al mondo a livello atomico, sul funzionamento del sistema spliceosoma, composto da RNA e proteine

Per la prima volta una ricerca della Sissa e del Cnr fa luce con simulazioni atomistiche sul funzionamento di un complesso sistema cellulare, composto da proteine e Rna, i cui difetti sono coinvolti in più di 200 malattie.

Un passo fondamentale per lo sviluppo di possibili farmaci. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Pnas.(1)

Una raffinata simulazione al computer ha permesso ai ricercatori della Sissa e dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom) di far luce, per la prima volta al mondo a livello atomico, sul funzionamento di un sistema biologico importantissimo, il cui nome è spliceosoma, che lavora come il più abile maestro di atelier. Lo spliceosoma è composto da 5 filamenti di RNA e centinaia di proteine. I ricercatori hanno scoperto che tra questi elementi la proteina Spp42 del lievito (la cui corrispondente nell’uomo si chiama Prp8) coordina i diversi componenti che, tutti assieme, maneggiano i loro strumenti di sartoria per portare a termine un minutissimo processo di taglia e cuci grazie al quale l’informazione genetica può essere correttamente trasformata in un prodotto di perfetta fattura e quindi funzionante, come le proteine. Un processo cellulare molto delicato, il cui difetto è alla base di più 200 malattie nell’uomo, tra cui alcuni tipi di cancro. La comprensione del funzionamento delle componenti dello spliceosoma potrebbe essere di basilare importanza per la cura di queste patologie, ad esempio per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di regolare e modulare l’attività di questi ‘sarti molecolari’. La ricerca è appena stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Science of the United States of America (Pnas).

Il ‘taglia e cuci’ dell’informazione genetica

Per dar vita al suo prodotto finale, un gene deve essere prima di tutto copiato da uno specifico apparato. La copia, denominata RNA messaggero o mRNA, è incaricata di trasportare l’informazione contenuta nel DNA agli altri apparati della cellula dove viene trasformata in proteine.

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