Ogni giorno 7.500 passi allungano la vita

Ogni giorno 10.000 passi allungano la vita

Le donne anziane che facevano 4.400 passi al giorno avevano una mortalità inferiore rispetto a quelle che ne facevano 2.700. Il rischio di morte ha continuato a diminuire nel momento in cui si sono fatti 7.500 passi al giorno.

Una grande quantità di prove dimostrano che l'attività fisica è un bene per la salute e la longevità di una persona. Pochi studi hanno esaminato quanti passi al giorno sono associati a una buona salute a lungo termine.

Un nuovo studio, condotto dagli investigatori del Brigham and Women's Hospital, ha cercato di colmare questa lacuna esaminando i risultati, su una media di oltre quattro anni, per le donne anziane. Questo monitoraggio sulla salute delle donne di una certa età consisteva nell'effettuare misurazioni dei loro passi per un'intera settimana. Il team riferisce che, tra le donne anziane, fare 4.400 passi al giorno era significativamente associato a un minor rischio di morte rispetto a quelle signore che facevano giornalmente 2.700 passi. Aumentando i passi giornalieri il rischio di morte diminuiva. Uno standard soddisfacente è fare almeno 7.500 passi al giorno - meno dell'obiettivo predefinito di 10.000 passi in molti dispositivi indossabili.

I risultati del team sono stati presentati alla riunione annuale dell'American College of Sports Medicine, tenutasi lo scorso mese di maggio 2019. La ricerca è stata pubblicata da JAMA Internal Medicine. (1)

La dottoressa I-Min Lee, (2) MBBS, ScD, epidemiologa della Divisione di Medicina Preventiva al Brigham and Women's Hospital, sostiene: “pretendere di fare 10.000 passi al giorno può sembrare scoraggiante, ma scopriamo che anche un modesto aumento delle misure adottate è legato a una mortalità significativamente più bassa nelle donne anziane. Il nostro studio aggiunge una crescente comprensione dell'importanza dell'attività fisica per la salute, chiarisce il numero di passi relativi al miglioramento della qualità della vita con un conseguente allungamento della medesima.”

Le dinamiche che regolano il carbonio organico

Le dinamiche che regolano il carbonio organico

Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e dell'Università di Harvard può aiutare a risolvere una questione di vecchia data: come mai piccole quantità di carbonio organico si bloccano nella roccia e nei sedimenti, impedendo di decomporsi.

Secondo il dottor Jordon Hemingway, (1) autore principale dello studio (pubblica dalla rivista Nature) (2), ricercatore postdottorato a Harvard e ex studente dell'OMI, conoscere le dinamiche che regolano questo processo potrebbe aiutare a spiegare perché la miscela di gas nell'atmosfera è rimasta stabile per così tanto tempo.

Secondo il dottor Jordon Hemingway, il biossido di carbonio atmosferico è una forma inorganica di carbonio. Le piante, le alghe e alcuni tipi di batteri possono estrarre la CO2 dall'aria e utilizzarla come elemento di base per zuccheri, proteine e altre molecole nel loro corpo. Il processo, che avviene durante la fotosintesi, trasforma il carbonio inorganico in una forma “organica”, rilasciando ossigeno nell'atmosfera. Il contrario avviene quando questi organismi muoiono: i microbi iniziano a decomporsi, consumando ossigeno e rilasciando CO2 nell'aria. Uno dei motivi chiave per cui la Terra è rimasta abitabile è che questo ciclo chimico è leggermente sbilanciato. Per qualche ragione, una piccola percentuale di carbonio organico non viene scomposta dai microbi, ma rimane conservata sottoterra per milioni di anni.

Sulla base delle prove esistenti, i ricercatori hanno sviluppato due possibili ragioni per cui il carbonio è lasciato alle spalle;

Bruno Chastonay: sfide future in una economia rallentata

Sfide future in una economia rallentata

In una economia la cui crescita è rallentata, aumento delle tensioni commerciali, riduzione dei margini di ricavo, dei dazi e sanzioni, costi trasporti ed energia, pressione fiscale, a fronte di un calo consumi, costi produttivi, cambiamenti normativi, bisogna svegliarsi e affilare le armi per le nuove e ulteriori sfide che si presentano davanti a noi.

Non basta la qualità, la serietà, dedizione, esperienza, lunga tradizione. Il mondo dei consumi e della percezione sono radicalmente cambiati, e la velocità di rotazione delle “mode” è all’estremo.

La pianificazione, gli investimenti necessitano di lungo tempo, elevata organizzazione e costi, impegno, mentre i mercati sono veloci e durano un lasso di tempo limitato. Ammortizzare diventa difficile e oneroso.

Informatica, tecnologia, marketing, e.commerce, internet, blockchain sono alcuni dei principali fattori che determineranno la capacità di COMPETIZIONE, che ci aiuteranno ad incontrare il consenso dei consumatori, a ridurre i prezzi di produzione, ad aumentare i margini di profitto, a velocizzare le catene produttive e amministrative, migliorando l’efficacia delle nostre azioni. ECONOMIA 4.0.

E non dobbiamo dimenticare i mercati finanziari, per il loro impatto sulla vita quotidiana di imprenditori e consumatori, del costo finanziamento e della accessibilità al credito, ai servizi delle banche.

TASSI bassi a lungo, con rinvio delle strette monetarie confermate, dal rallentamento e deterioramento della crescita economica globale, ma con livello DEBITI sia privati che governativi e societari ai livelli record massimi. Quindi aumento dello SPREAD, del differenziale del tasso da pagare per finanziamenti su quello di base ufficiale.

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