Tecnologia

Messo a punto il prototipo dell'auto volante. Costerà una fortuna

Terrafugia prototype flying carL'ha realizzata l'americana Terrafugia Inc. e il prototipo sta ultimando le varie prove di volo e su strada per ottenere la certificazione dalla Federal Aviation Administration e poter essere consegnata ai clienti.

Il sogno di volare l'abbiamo sempre avuto, il sogno di avere una sorta di "DeLorean" volante come nella celebre saga di Ritorno al futuro anche, ma il costruttore americano Terrafugia Inc. l'auto volante l'ha costruita davvero e adesso afferma che il prototipo ha completato la prima delle sei fasi di test di prova.

Le sei fasi di prova sono appunto l'aspetto più difficile, le deve superare tutte per avere la certificazione dalla Federal Aviation Administration, certificazione necessaria per la vendita. La Woburn, società del Massachusetts che ha condotto le prove di volo all'aeroporto di Plattsburgh nello stato di New York, ha affermato che i test hanno riguardato la guida con accensione e spegnimento, la stabilità del veicolo, il raffreddamento del motore che determina le migliori regolazioni dell'elica per le varie condizioni di volo. Il prototipo è inoltre sottoposto a una serie di test guida su strada. Queste operazioni sono destinate a dare ai viaggiatori l'opzione - a seconda delle condizioni - per volare o guidare verso le proprie destinazioni. Le ali del veicolo si spiegano e si ripiegano di fianco alla fusoliera quando l'auto volante corre sulla strada. Il nome attribuito gli è "Terrafugia Transition" ed è più simile ad un aereo che non ad un'auto ma senza dubbio è il veicolo che più si avvicina all'idea di "auto volante".

Il Vaticano attua un sistema di controllo degno di Orwell

VaticanoDi recente, nella palazzina della Gendarmeria hanno costruito quattro nuove celle, come se, dopo il “corvo” Paolo Gabriele, in gabbia debbano finirci altri suoi complici. Vale la pena rivelare, in una indagine che per vari motivi è destinata al binario morto, l’uso della tecnologia più avanzata per seguire in tempo reale tutti gli spostamenti del maggiordomo del papa, e non solo i suoi, dentro e fuori il Vaticano. Dove, dal 2007 è in vigore un sistema di controllo molto capillare su chi ci vive, su chi ci lavora e su chiunque ci entri per qualunque altro motivo.

Un sistema di controllo degno di Orwell. La faccenda è molto poco nota, ma merita un approfondimento. Ai tempi di papa Wojtyla il cardinale Edmund Kasimir Szoka, allora presidente del Governatorato, introdusse nuove norme per la circolazione all’interno del Vaticano. Norme che vietavano a qualsiasi veicolo l’attraversamento dello Stato. Per esempio, se si voleva andare dalla sede dell’Osservatore Romano alle Comunicazioni Sociali non si poteva più farlo percorrendo il territorio vaticano, ma si doveva uscire dal minuscolo Stato passando per Porta Sant’Anna e rientrando per l’ingresso del Perugino dal lato della Porta Cavalleggeri. La misura venne presa perché durante la sua ora quotidiana di jogging il cardinale Szoka aveva rischiato di essere investito da un’auto.

Il provvedimento, però, irritò molto l’allora cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, tanto che con un gruppo di monsignori e vari dipendenti un giorno forzò il blocco sfidando i gendarmi. Da qual giorno i due cardinali cominciarono a odiarsi (ammesso che non si odiassero già prima…).

Micro robot nel cervello per curarlo

Micro robot medicoSuperare gli automi metallici per materiali più "umani", è questa la sfida. Queste capsule, simili a lombrichi sono già state testate in Germania su oltre 50 pazienti in gastroscopia. In futuro si potranno inserire attraverso il foro praticato nel cranio, poi il medico con un joystick li guiderà all'asportazione di tumori, senza provocare danni

Mini-robot simili a lombrichi, capaci di entrare nel cervello senza creare traumi,rimuovendo per esempio tumori fino ad oggi preclusi ai bisturi. Micro-chip inseriti nella calotta cranica, provvisti di elettrodi che riescono a raccogliere i segnali cerebrali del soggetto e inviarli all’esterno.

Oggi questi micro-chip sono già sperimentati per permettere a persone completamente immobili di scrivere senza mani al computer. Sono questi alcuni dei filoni di ricerca e sviluppo su cui si sono confrontati ieri gli oltre 500 scienziati riuniti per la prima giornata di BioRob 2012, il Congresso Mondiale che raduna ogni due anni i massimi esperti di bioingegneria al mondo e si celebra fino a domani nella capitale sotto l’egida dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Tra gli interventi attesi oggi, un gruppo di ricercatori americani del Massachusetts Institute of Technology (MIT) presenterà le soluzioni alle quali stanno lavorando per la creazione di “soft robot”. L’obiettivo è di superare la realtà di automi super-intelligenti ma pur sempre metallici e rigidi che si spostano nello spazio con movimenti inesorabili, per arrivare a creare robot con materiali morbidi e movimenti più “umani”, maggiormente capaci d’interagire con chi gli sta accanto e adeguarsi alle sue intenzioni.

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