Opinioni

Indagine sui numeri primi

Numeri primiDato che non mi è stato possibile ottenere una schematizzazione costruttivamente aderente, vi rimando per una chiarezza risolutiva, alla pagina d’origine che riguarda l’elaborazione di questo testo.

Ci sono tre modi per trovare i numeri primi: due con un metodo grafico ed uno analitico, uno dei metodi grafici propone che se disponiamo in matrici formate ciascuna da nove numeri in ordine, i numeri primi si posizionano a destra dei numeri pari, ad eccezione dei numeri che terminano per due (escluso il due) tipo 12 22 32 42 eccetera, o se no a sinistra dei numeri che terminano per otto (tranne l’otto). In queste matrici do nove numeri, bisogna escludere i multipli di tre che conosciamo, e i presunti primi che sarebbero il prodotto di numeri superiori o uguali a sette, cioè a dire 7x7 7x11 7x13 11x11 11x13 13x13 eccetera, espongo ora questo metodo:

L’altro metodo grafico, per il quale se si conoscono semplici elementi di geometria analitica e di logica sugli algoritmi, si può rientrare nell’ordine di idee che anche in questo caso si stia in un ambito di sintesi analitica. Ma veniamo prima al metodo grafico, per il quale bisogna considerare di disporre con una speciale regolarità incolonnati nella prima colonna a salire il numero uno ogni un incrocio, il numero due ogni due incroci, il numero tre ogni 3 incroci e così via… faccio un esempio:

Per molti le scie chimiche sembrano una storia di fantascienza

VelatureQueste righe sono dedicate a te che dici “non credo alle scie chimiche perché mi sembra fantascienza”, oppure “non posso credere che spruzzino sostanze velenose perché le respirano loro stessi”.

Queste frasi ricalcano molto da vicino la famosa cantonata presa dallo scienziato Lavoisier (fondatore della chimica moderna): “Le meteoriti non esistono perché non ci sono pietre nel cielo”.

Purtroppo per lui il fatto che le meteoriti esistano è la dimostrazione che in cielo ci sono delle “pietre” (asteroidi).

meteoriti di Orvinio

Alla stessa maniera il fatto che siano presenti in cielo tante scie da oscurare il sole, il fatto che i servizi meteo prevedano “innocue velature nuvolose” quando il cielo passa dall’azzurro al bianchiccio a causa del transito repentino di decine e decine di aerei con scia bianca al seguito, il fatto che in certi giorni si vede un solo aereo ogni mezz’ora (e senza scia) e quando arriva il buio ne passa uno al minuto, il fatto che in certi giorni passino 20 aerei ed in altri 500, mostra che ciò che avviene sulla nostra testa non è dovuto al traffico aereo civile.

Cibi ricchi di flavonoidi riducono negli uomini il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson

Frutti di boscoGli uomini che mangiano cibi ricchi di flavonoidi, come bacche, tè, mele e vino rosso possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson, secondo una nuova ricerca condotta dalla Harvard University e dalla University of East Anglia (UEA).

Pubblicati sulla rivista Neurology, i risultati si aggiungono al crescente corpo di evidenze surroganti il fatto che il consumo regolare di alcuni flavonoidi può avere un effetto sulla salute umana. Recenti studi hanno dimostrato che questi composti possono offrire protezione contro una vasta gamma di malattie quali cardiopatie, ipertensione, alcuni tipi di cancro e la demenza.

Questo è il primo studio sugli esseri umani a dimostrare che i flavonoidi sono in grado di proteggere i neuroni contro le malattie del cervello come il morbo di Parkinson.

Circa 130.000 uomini e donne hanno partecipato alla ricerca. Più di 800 avevano sviluppato il morbo di Parkinson in 20 anni di follow-up. Dopo un’analisi dettagliata delle loro diete e i dovuti aggiustamenti per età e stile di vita, i partecipanti di sesso maschile che mangiavano il maggior numero di flavonoidi hanno dimostrato di avere il 40 per cento in meno di probabilità di sviluppare la malattia rispetto a coloro che ne mangiavano meno. Nessun collegamento simile è stata trovato per l’assunzione di flavonoidi totali nelle donne.

La ricerca è stata guidata dal dottor Xiang Gao della Harvard School of Public Health in collaborazione con il Profesor Aedin Cassidy del Dipartimento di Nutrizione, Medical School a Norwich UEA.

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