Opinioni

Tecno-vaccini: la scienza che sopprime la popolazione

Ogni conseguimento della scienza è sempre stato dipinto come “progresso”, anche se molti di essi alla lunga si sono rivelati disastrosi per l'umanità

Ogni conseguimento della scienza è sempre stato dipinto come “progresso”, anche se molti di essi alla lunga si sono rivelati disastrosi per l'umanità

Hai bisogno di un cuore o un polmone di ricambio? Nessun problema: la Monsanto te ne crea uno nuovo di zecca, utilizzando una specie di maiali trans-genici alimentati da mangimi Ogm e sottoposti con regolarità ad espianto di organi mentre sono ancora in vita, per mantenere “freschi” gli organi espiantati. Avvertenza: il tuo governo ha già approvato simili pratiche. Possibile? No, ovviamente. Sono soltanto fantasie decisamente horror, sulle quali si interroga il blog “La Crepa nel Muro”.

Ai confini della realtà, si esplorano aberrazioni a 360 gradi: come i vaccini “comportamentali” per rendere docili i cittadini e reprimere il dissenso, il monitoraggio “da remoto” del nostro stato di salute, la totale segretezza sull’origine degli alimenti. Un mondo da incubo: pandemie globali scatenate da armi biologiche, controllo a distanza sul codice genetico della prole, ingegneria genetica per tranquillizzare le folle o, al contrario, “fabbricare” soldati spietati.

E scie in cielo, naturalmente, per “attivare metalli e nano-cristalli iniettati attraverso i vaccini”. Un film spaventoso, che comincia con l’espianto “brevettato” di organi di maiali geneticamente modificati.

Ha senso, questa fantascienza abominevole?

Impossibile escluderla a priori, secondo “La Crepa nel Muro”, visto che la scienza ormai assoggettata all’industria «ha in mente per noi un futuro molto diverso dai paradisi utopistici previsti dai media mainstream».

Secondo l’ufficialità, come sappiamo, la scienza sarebbe sempre e comunque benigna per l’umanità: «Ogni conseguimento scientifico è sempre stato dipinto come “progresso”, anche se molti di essi alla lunga si sono rivelati disastrosi (le bombe atomiche, ad esempio, oppure gli Ogm)».

Anna Bono: la maggior parte degli africani arrivano in Europa per cercare lavoro

Esiste sul tema dell’immigrazione un falso mito: la maggioranza degli africani non fugge da situazioni di estrema povertà. Il grosso dei migranti appartiene al ceto medio

I migranti che arrivano in Europa dall’Africa sono per lo più (oltre l’80%) giovani maschi, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, che viaggiano da soli.

Le coppie e le famiglie sono una minoranza. Provengono da una serie di paesi dell’Africa subsahariana, anche se quest’anno c’è stato un picco di emigranti tunisini, con una prevalenza dall’Africa centrale e occidentale, da paesi come Nigeria, Senegal, Camerun, Costa d’Avorio, Ghana.

La loro condizione sociale? Non è facile dirlo, perché ci sono situazioni anche molto diverse tra loro. Va detto, comunque, che esiste sul tema dell’immigrazione un falso mito: la maggioranza non fugge da situazioni di estrema povertà. In genere sono persone provenienti da centri urbani, ed è lì che maturano l’idea di lasciare il paese.

Dunque mi sembra corretto sostenere che il grosso dei migranti appartenga al ceto medio: persone non ricche, ma nemmeno povere, in grado di pagare profumatamente chi organizza i viaggi. Un paio d’anni fa, in un’intervista, il ministro dei Senegalesi all’Estero ha detto: «Qui non parte gente che non ha nulla, parte gente che vuole di più». L’idea diffusa in Africa è che basta arrivare in Europa per godere del benessere, senza considerare però che dietro la ricchezza prodotta ci sono dei sacrifici.

Ad alimentare questa illusione sono vari fattori. Uno su tutti: i trafficanti, che come è noto gestiscono la gran parte dei viaggi verso l’Europa. Sono loro che rafforzano questa idea, lo fanno ovviamente per procurarsi clienti.

Riflessioni sull'ortodossia e l'iconoclastia

Filosofia, RiflessioniAbsit iniuria verbis.

“Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia ed inconsapevolezza sono la stessa cosa.” È questa una riflessione tratta dal celebre romanzo di Orwell, 1984. Considero questa massima quanto mai attuale: nel mondo d’oggi più che mai, infatti, solo coloro che non sono allineati, che riescono a ragionare contro le “verità” e i dogmi imposti dalle varie confraternite laiche e religiose sono uomini pensanti e senzienti.

D’altronde, tutti i personaggi della storia che hanno dimostrato l’audacia dell’eterodossia, hanno veramente dato impulso alla civiltà ed acceso una fiaccola per illuminare il percorso dell’umanità.

Mi vengono in mente Akhenaton, il faraone eretico che osò sfidare lo strapotere del clero di Ammon-Ra; Siddharta Gautama Buddha, il maestro che contestò la legittimità della divisione in caste nell’India del VI secolo a.C.; Yeshua Bar Abba, il Messia sacerdotale che tentò di diffondere nuova linfa nel rinsecchito albero dell’Ebraismo… Come non ricordare poi Apollonio di Tiana, l’imperatore Giuliano, Francesco d’Assisi, Giordano Bruno, Arthur Schopenauer, Friedrich Nietzsche, Emil Cioran, Wilhelm Reich, Paul K. Feyerabend, David Icke… solo per citarne alcuni?

Che cosa distingue il pensiero ortodosso da quello eterodosso? In primo luogo la capacità di rivedere, adattare, adeguare ai differenti contesti i propri paradigmi interpretativi della realtà. Inoltre il pensiero divergente non tollera schemi, costrizioni, limiti, poiché abbatte barriere, travalica confini, guada fiumi rapinosi, salpa verso oceani incogniti, si libra verso spazi mai esplorati, anche con il rischio di compiere un “folle volo”.

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