Diritti umani

Sei multinazionali che schiavizzano i lavoratori, soprattutto minorenni

Traffico esseri umaniLo schiavismo è purtroppo una realtà ancora presente, nei Paesi in via di sviluppo e non solo, come pratica abitudinaria da parte di numerose multinazionali al fine di ottenere il massimo guadagno e rendimento produttivo, a costo zero per i loro bilanci economici, ma a costo della vita per centinaia di adulti e bambini in tutto il mondo, costretti a lavorare in condizioni disumane per soddisfare ogni bisogno consumistico dei Paesi industrializzati.

Spesso anche noi ci ritroviamo ad essere complici, a nostra insaputa o per carenza di informazione, di una realtà che dovrebbe essere scomparsa da decenni, ma che continua a persistere e a condannare coloro che ne cadono vittima giorno dopo giorno, senza sosta.

Lo schiavismo non è purtroppo assente nemmeno nel nostro Paese, come nel caso della multinazionale delle bevande Coca Cola.

1) Coca Cola

L'eclatante caso di Rosarno, in Calabria, è stato messo in luce da un'inchiesta effettuata da parte di The Ecologist ed in seguito ripresa da The Independent, che ha reso noto come nel mezzogiorno la raccolta delle arance destinata alla produzione delle bibite del noto marchio avvenisse in condizioni di schiavitù per mano di migranti provenienti dall'Africa, spesso dopo aver raggiunto le coste italiane a seguito di una squallida traversata vista come unica speranza di sopravvivenza. Coca cola avrebbe reagito semplicemente tagliando i ponti e gli accordi precedentemente stipulati con le aziende calabresi produttrici di arance, a difesa della propria immagine di multinazionale "pulita".

Le fabbriche cinesi di iPad impiegano ancora tanti minorenni

FoxconnQuesta volta è Apple stessa che anticipa la stampa e racconta la situazione nelle fabbriche cinesi dove si producono e assemblano componenti e dispositivi come iPad e iPhone.

Il report riferito al 2012 rivela di 106 casi di lavoratori minorenni (spesso proprio bambini) sotto i 16 anni d’età impiegati illegalmente nelle catene di montaggio.

Di questi, ben 74 erano concentrati presso uno stabilimento che è stato poi immediatamente depennato dall’elenco dei fornitori. Il titolo del report è “Responsabilità dei fornitori” e racconta all’istante la posizione in cui si mette Apple: la responsabilità di questi scempi è delle aziende manifatturiere e Cupertino – in questo senso – si pone come vittima.

Tim Cook – l’AD – sta combattendo da tempo il fenomeno, ma al momento della scelta delle aziende manifatturiere si era ben consci della situazione dei lavoratori (non solo quelli minorenni).

Apple e Foxconn: condizioni lavorative estreme per produrre iPhone 5

Apple e Foxconn ancora al centro delle critiche: questa volta viene attaccata la Fair Labor Association ossia l’associazione che dovrebbe monitorare su e tutelare i diritti dei lavoratori.

GANG STALKING E MOLESTIE PSICOTRONICHE, Le Dichiarazioni Di Ted Gunderson

Ted GundersonTed Gunderson era un alto ex funzionario del Federal Bureau of Investigation, parla di una military intelligence del governo federale “canaglia” per supervisionare una rete nazionale basata sul "gang stalking" ossia molestie, intimidazione e terrorismo interno, indirizzato contro migliaia di cittadini statunitensi presi di mira in modo extragiudiziale come “dissidenti” o indesiderati.

Ted Gunderson, è morto il 31 luglio 2011, (di cancro ) ha servito il suo paese come agente speciale incaricato dell'FBI di Los Angeles, Memphis presso gli uffici di Dallas, ha dichiarato in una serie di pubbliche apparizioni, che è stato egli stesso preso di mira da questi stessi elementi, e che ora temeva per la sua vita e per la sicurezza della sua famiglia. Egli riferisce che le finestre della sua casa sono state forzate, ritiene oltretutto di essere stato avvelenato e sottolinea di essere profondamente disgustato da chi cerca di metterlo a tacere.

Dopo il suo ritiro dal FBI nel 1979, Gunderson ha lavorato come investigatore privato. È noto per il suo lavoro di difesa su un caso di omicidio che coinvolgse l'ex medico Dr. Jeffrey MacDonald.

I commenti dell’ex funzionario dell'FBI rappresentano la testimonianza più convincente fino ad oggi sui casi di “operazioni nere” del governo federale che si adopera a combattere una guerra viscida di terrore e persecuzione contro i cittadini.

Pagine