Diritti umani

Istat: dati sulle molestie fisiche subite dalle donne per poter lavorare

MolestieIl 9 per cento delle donne italiane ha subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro, stiamo parlando di 1 milione 404mila donne, 425 mila solo nei tre anni precedenti alle interviste condotte dall'Istat nel biennio 2015-2016.

È quanto riporta l'Istituto nel report appena diffuso e dedicato proprio a molestie e ricatti sessuali sul lavoro,(1) un quadro che va ad inscriversi all'interno di un fenomeno più ampio e solo lievemente in diminuzione. Si stima infatti che siano 8 milioni 816mila (43,6%) le donne fra i 14 e i 65 anni che nel corso della vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale, sottolinea l'Istat.

Un numero decisamente importante.

Tornando al mercato del lavoro, sono 1 milione 173mila le donne che in Italia dichiarano di essere state ricattate sessualmente nel corso della propria carriera per essere assunte, per mantenere il posto di lavoro o per ottenere progressioni.

Nei tre anni precedenti all'indagine sono state 167 mila a subire ricatti di questo tipo: al momento dell’assunzione ne sono state colpite più frequentemente le donne impiegate (37,6%) o le lavoratrici nel settore del commercio e dei servizi (30,4%).

Molte carceri italiane sono come dei lager

Carceri italianeAricolo pubblicato il 15 aprile 2016. La situazione rimane immutata.

In carcere si continua a morire. Troppi suicidi, troppe ombre su alcuni casi di violenza. E l’apparato continua a costare troppo visti i risultati.

In una parola, il sistema non funziona.

È questo, in estrema sintesi, il quadro (pessimo) che emerge dall’ultimo rapporto della sempre puntuale “Antigone”, l’associazione presieduta da Patrizio Gonnella che monitora tutto quello che avviene nel mondo carcerario.

SOVRAFFOLLAMENTO – E il monitoraggio ha dato i suoi frutti. Partiamo dal sovraffollamento. Al 31 marzo 2016 i detenuti erano 53.495 per 49.545 posti. Insomma, almeno 3.950 persone sono prive al momento di posto letto regolamentare.

La conseguenza è che il tasso di sovraffollamento (numero di detenuti rispetto al numero di posti letto regolamentari) è del 108%. Un tasso spaventoso, dunque. Soprattutto se confrontato con gli altri Paesi: in Germani è dell’81%, in Spagna è dell’85%. Solo il Belgio fa “peggio” di noi raggiungendo quota 118%.

Ma entriamo più nel dettaglio. Antigone, infatti, ha elaborato una classifica anche dei 5 istituti più sovraffollati. E anche qui i dati sono impressionanti. Per dirne una: a Latina si tocca quota 192%. E per quanto riguarda le Regioni? La maglia nera va alla Lombardia: 130%.

In Libia aste di schiavi. Video shock

In Libia aste di schiaviQuanto vale la vita di un uomo?

In Libia, se si tratta di un centrafricano «forte, adatto al lavoro nei campi» meno di 800 euro. Con una base d’asta di 500. Una cifra inferiore a quella spesa per arrivare fin lì, affidando il proprio destino ai trafficanti.

È un agghiacciante reportage della Cnn che svela i contorni più crudi della tratta di esseri umani in Libia, dove i migranti vengono venduti all’asta come schiavi. Braccia da sfruttare al di là del Mediterraneo, non essendo più possibile buttare quei corpi su un gommone da mandare in direzione dell’Europa, dell’Italia, alla deriva.

Il documento giornalistico arriva nel giorno della grande accusa lanciata dall’Onu per il piano che ha chiuso la rotta del Mediterraneo Centrale insieme con gli occhi di Italia e Unione Europea. Un patto “disumano” con le autorità libiche - secondo l’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu, Zeid Raad Al Hussein - che ha risolto solo l’ultima parte del problema immigrazione, quello visibile «al di qua». Sono diminuiti gli sbarchi e le vittime in mare. Ma al di là del Mediterraneo continua a succedere quello che succedeva prima. Anzi, con il blocco delle partenze, forse pure peggio.

«Migliaia di detenuti denutriti e traumatizzati».

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