Degrado sociale

Con il nuovo redditometro in Italia fino a 9 mila euro in più di tasse

TasseCon il nuovo redditometro, lo strumento che consente di confrontare i redditi dichiarati dai contribuenti con il loro tenore di vita sulla base delle spese sostenute, gli italiani rischieranno, nel peggiore dei casi, di pagare fino a 9mila euro in più di tasse.

È una prima stima degli effetti elaborata dell’ufficio studi della Cgia di Mestre. Secondo l’associazione, con un maggior reddito stimato dal fisco pari a 10.000 euro, se il contribuente raggiunge l’accordo con l’Agenzia delle Entrate che gli sconta il reddito imponibile del 5%, tra maggiori imposte e sanzioni ridotte dovrà versare tra i 4.250 euro circa e i 5.640 euro. Se, invece, non accetta la proposta del fisco e fa ricorso alla Commissione tributaria e alla fine dei due gradi di giudizio perde, il contribuente dovrà versare tra 6.815 e 8.906 euro.

Le simulazioni, sottolinea l’Ufficio studi della Cgia, sono state fatte su 3 tipologie reddituali: 20.000 euro, 40.000 euro e 80.000 euro. Al di sotto dell’ultima soglia, è ricordato, c’è il 98% del totale dei contribuenti italiani.

Nel caso, invece, si raggiunga un “compromesso” con l’Agenzia delle Entrate che riduca il reddito imponibile del 20%, tra maggiori imposte e sanzioni ridotte il contribuente dovrà versare tra i 3.366 euro fino a 4.750 euro.

Ecco come la ricchezza viene trasferita dai lavoratori agli speculatori finanziari

ImpiccagioneNell'edizione 2012 del libro
Occupy Money> uscito da pochi giorni, la Professoressa Margrit Kennedy scrive che dal 35% al 40% di quello che spendiamo serve a pagare interessi. Questi interessi vanno a banchieri, finanzieri, e obbligazionisti, che taglieggiano quindi il PIL - USA dal 35% al 40% del suo valore.

Commercianti, fornitori, grossisti e dettaglianti lungo tutta la catena della produzione si basano sul credito per pagare i conti. Devono pagare la manodopera e i materiali prima di avere un prodotto da vendere e prima che il compratore finale paghi il prezzo del prodotto, 90 giorni dopo.

Ogni attore della catena aggiunge interesse per i suoi costi di produzione, che vengono trasferiti al consumatore finale. La dottoressa Kennedy parla di oneri per interessi che vanno dal 12% per la raccolta dei rifiuti, al 38% per l'acqua potabile fino al 77% per un affitto di una casa popolare nella sua nativa Germania.

Queste cifre sono pubblicate in una ricerca dell'economista Helmut Creutz, che le ha estratte da documenti ufficiali della Bundesbank e si riferiscono alle spese delle famiglie tedesche per i beni di tutti i giorni e per i servizi nel 2006, ma cifre simili si possono incontrare anche nelle analisi dei profitti del settore finanziario negli Stati Uniti, dove corrispondono a un enorme 40% dei profitti finanziari del 2006. Questa percentuale era del 7% nel 1980.

I greci devono accontentarsi di 2 euro l’ora

Crisi in GreciaI greci dovranno cavarsela con 350 euro al mese: «Se non è “cinesizzazione” questa, non saprei come altro definirla», dice l’analista indipendente Debora Billi: con le nuove misure di austerity appena varate ad Atene si sta realizzando il progetto, targato Germania, che mira appunto a “cinesizzare” la Grecia, facendo dell’intero paese una di quelle “zone economiche speciali” di cui ha raccontato Naomi Klein. «Si tratta di aree dove i paesi industrializzati possono far produrre le proprie merci a costo quasi zero, grazie alla schiavizzazione di chi lavora».

Un po’ come fa la Fiat in Serbia, dove un operaio le costa sei volte meno che in Italia. Nel caso-Grecia, viene retrocesso di colpo un intero sistema sociale: «Nel recente ultimo “pacchetto di austerity” riservato agli schiavi greci – scrive Debora Billi nel suo blog – si prevede un salario minimo di 589 euro lordi», cioè 350 euro netti per arrivare a fine mese. «A questo si unisce la il ritorno della malaria, la gente che non ha di che scaldarsi, gli ospedali senza medicine».

«Lavorare in Grecia o emigrare all’estero? Questo è il dilemma a cui migliaia di giovani greci al di sotto dei 25 anni dovranno rispondere prima di iniziare Grecia, il dramma in piazzala loro vita professionale nel paese oberato dai debiti», racconta il blog “Keep Talking Greece”.

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