Degrado sociale

Per pagare le tasse quasi tutte le aziende italiane sono costrette a indebitarsi

IndebitatoPer il 74% delle imprese la pressione fiscale è cresciuta del 22%. Risultato: non investono, non pagano i fornitori e licenziano

Più di un'azienda su due si indebita per pagare le tasse. È il risultato di un'indagine di Confartigianato, secondo cui il 58% degli intervistati, pari a 615.000 aziende, deve ricorrere a prestiti bancari o è costretto a chiedere al fisco dilazioni di pagamento.

E addirittura 40.000 imprenditori non potranno pagare le imposte per mancanza di liquidità. Il sondaggio Ispo/Confartigianato su un campione di imprenditori artigiani, condotto tra il 6 il 12 dicembre, rivela che per il 74% delle imprese, pari a 1.067.214 aziende, negli ultimi 12 mesi la pressione fiscale è cresciuta in media del 22,6 per cento.

La quota nazionale del 74% di imprese che dichiarano un aumento delle tasse viene addirittura superata nei casi delle imprese con dipendenti (79%), in quelle localizzate nel Nord Ovest (83%) e nel Mezzogiorno (80%), nelle aziende impegnate nel settore dei servizi alla persona (80%).

Fisco cannibale - A causa della pressione fiscale da record il 33% degli imprenditori è stato costretto a ritardare il pagamento dei propri fornitori, mentre il 29% ha dovuto rinunciare a fare investimenti in azienda.

Aumenta l'abuso di bevande alcooliche tra le donne

BevitriceMercoledì 5 dicembre 2012 alle ore 17, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 (1° piano), si terrà una seduta congiunta dell’Accademia di Medicina di Torino con l'Accademia delle Scienze e l'Accademia di Agricoltura dal titolo “Alcool e alcool dipendenze”. Relatori saranno il professor Alessandro Cavalli (Dipartimento di Studi politici e sociali dell'Università di Pavia) su “Giovani, alcool e altre dipendenze”, il professor Vittorio Gallo (Medicina Interna 4 dell'ospedale Molinette di Torino) su “Alcool: patologia e vulnerabilità di genere” ed il professor Vincenzo Gerbi (docente di Enologia ed Ordinario di Scienza e Tecnologia degli alimenti del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Torino) su “Non c'è solo alcool nel vino: considerazioni sulla composizione dei vini e sulla loro diversità”.

Le sedute sono pubbliche. Info: accademiadimedicina.unito.it.

L'abuso di bevande alcooliche è una delle cause più rilevanti di malattia e mortalità nei paesi occidentali. Inoltre gli studi epidemiologici degli ultimi anni hanno evidenziato un netto incremento del consumo di alcool nel sesso femminile, con un impatto di ordine clinico più rilevante e precoce rispetto a quanto accade nei maschi.

I motivi della variabilità degli effetti dell'alcool tra gli appartenenti a generi diversi sono legati alle differenze costituzionali tra i due sessi in relazione alla diversa struttura fisica, alla differente distribuzione delle sostanze esogene nel contesto dell'organismo, all'assetto ormonale e, non ultimo, al corredo enzimatico, che costituisce al momento attuale, un interessante motivo di approfondimento delle tematiche di cui si sta discorrendo. A lato di tutto ciò si pone l'aspetto sociale del problema.

Crolla il mercato immobiliare italiano

Crollo immobiliareLa crisi sconvolge tutto e così la casa non sembra più essere il bene rifugio delgi italiani.

Il mercato del mattone va ancora più giù, segnando un crollo annuo del 26% tra luglio e settembre, il ribasso peggiore dall’inizio delle serie storiche, cominciate nel 2004.

Una vera e propria paralisi che segna una sorta di divorzio tra gli italiani e l’abitazione: la casa di proprietà sta diventando quasi un lusso, un investimento troppo pesante per le famiglie, sempre più preoccupate di arrivare a fine mese.

Di sicuro il 2012 è pronto per essere archiviato come hannus horribilis del mercato immobiliare. L’Agenzia del Territorio, dopo il nuovo ‘scivolone’ registrato nel terzo trimestre, spiega che se il trend dei primi nove mesi dell’anno sarà confermato anche nell’ultimo periodo, il numero delle compravendite annuali scenderà sotto le 500 mila case, riportando l’Italia ai livelli degli anni Ottanta.

Guardando nel dettaglio tra luglio e settembre, nel complesso i contratti calano del 25,8%, che diventa 26,8% sul residenziale. Basti pensare che si sono riuscite a piazzare meno di 100 mila abitazioni. Male vanno anche le pertinenze, come box e cantine, in riduzione del 24,8%. L’Agenzia del Territorio registra altri tonfi nel commerciale (negozi) che cede il 29,7%, seguito dal terziario (uffici) in discesa del 27,6% e dal comparto produttivo (capannoni industriali) con una diminuzione del 25,9%.

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