Degrado sociale

Secondo Adusbef le banche istigano al suicidio

Elio LannuttiÈ questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Sono ipotizzati anche i reati di truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. La novità delle ultime ore sta nel fatto che, secondo quanto detto ad Affaritaliani.it dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, “una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza”.

Le banche istigano al suicidio. È questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Oltre all’istigazione al suicidio, sono ipotizzati altri reati: truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita. La novità delle ultime ore sta nel fatto che, secondo quanto detto ad Affaritaliani.it dal presidente di Adusbef Elio Lannutti, “una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza”.

L’accusa parte dalle due operazioni di Ltro. Cioè dai finanziamenti concessi dalla Bce a un tasso agevolato dell'1%. L'iniziativa ha permesso agli istituti italiani di incamerare 251 miliardi di euro. Una iniezione di liquidità che, secondo Adusbef, gli istituti hanno tenuto per sé. “Quel finanziamento – afferma Lannutti – doveva servire a immettere nuova liquidità sul mercato e aumentare la disponibilità di credito verso le aziende. E invece è stato usato per pagare i bonus dei manager o per ripianare i bilanci delle banche. Mentre la crisi ha portato una catena di fallimenti, licenziamenti e suicidi”.

Lei lo lascia e lui per vendicarsi la aggredisce versandole addosso acido solforico

Patricia LefrancLe due fotografie ritraggono Patricia Lefranc: una immagine prima del tentato omicidio e l’altra dopo tale devastante aggressione. La signora Lefranc aveva interrotto la relazione sentimentale col 57enne Richard Remes e, poco tempo dopo, l’uomo la attese fuori dall’ascensore del palazzo in cui viveva, il Molenbeek-Saint-Jean, e l’aggredì versandole addosso, sulla testa e sul corpo, l’acido solforico. Era il primo dicembre del 2009, le urla di dolore e terrore improvvise richiamarono l’attenzione di alcune persone che subito avvisarono i soccorsi. Patricia pensò che sarebbe morta lì e in quel momento. Entrò in coma ma tre mesi dopo si svegliò ritrovandosi in un ospedale di Bruxelles con accanto i suoi tre figli: Laetitia di 28 anni, Marie di 18 e Joey di 13.

Patricia è sopravvissuta e in due anni ha dovuto affrontare 86 operazioni chirurgiche e 30 innesti di pelle. Il 13 marzo accompagnata dal suo avvocato, Daniel Spreutels, si è recata in tribunale, a Bruxelles, per il processo di Richard Remes, accusato di tentato omicidio e arrestato grazie a un testimone oculare.

"Sono determinata a guardarlo negli occhi e mostrargli il danno che mi ha fatto. - ha spiegato Lefranc alla stampa - Ho perso la vista dall'occhio sinistro e l'udito da un orecchio. Il mio dito anulare destro è stato amputato. Dopo l'ottantesima operazione di chirurgia estetica e di ricostruzione, ho smesso di contarle." L’acido ha intaccato anche il cuore e i polmoni, ma le protesi al seno li hanno protetti un po'.

Milioni di animali massacrati in nome della Santa Pasqua

Quando Leonardo da Vinci scriveva "verrà un giorno in cui l'uccisione degli animali sarà considerata come l'uccisione di una persona" non poteva certo immaginare la dimensione che i massacri di animali avrebbero assunto in occasione delle festività.

Mai come nel momento presente l'industria alimentare macina, è il caso di dirlo, milioni di vite per produrre cibo oltretutto sprecato nella misura del 45 per cento. E, in più, il cibo comunque consumato in eccesso è responsabile della stragrande maggioranza delle patologie umane più gravi.

A Pasqua tutto questo assume la dimensione ancor più crudele della strage di piccoli fatti nascere solo per essere allontanati dalle madri e, spesso dopo viaggi allucinanti, essere uccisi per finire nel piatto.

Pochi spettacoli sono più sinistri, specie agli occhi di chi ha deciso di non alimentarsi più di animali, delle infinite, stucchevoli e sempre uguali trasmissioni televisive in cui ridenti e, speriamo almeno, ignare massaie illustrano i tanti modi di cucinare e mettere in tavola una povera creatura. Aprire, tagliare, disossare: sembrano e termini di un racconto horror reso più paradossale dal contrasto con l'atmosfera festosa in cui viene rappresentato.

Proviamo, per una volta, a guardare la Pasqua dal punto di vista di chi nel piatto ci finisce. E anche dal punto di vista di chi - le povere pecore - si vede strappare il proprio piccolo e lo piange, si, proprio lo piange con lamenti strazianti, più umani di quelli umani.

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