Prevenzione

Una scorretta alimentazione in gravidanza crea dipendenza nel bambino

Mangiare cibo da fast food o spazzatura durante la gravidanza induce una modifica nel processo di segnalazione degli oppioidi nel cervello del feto, tanto che il bambino sviluppa una maggiore tolleranza a zuccheri e grassi e ne avverte un maggior bisogno

La dieta è sempre importante, ma assume un valore maggiore durante la gravidanza perché tutto ciò che passa dalla bocca allo stomaco della madre finisce inevitabilmente per influenzare anche il feto.

Ecco pertanto che seguire una dieta sana è uno dei modi per prendersi cura di sé e del bambino che si porta in grembo. Se, per contro, la mamma è invece solita cibarsi di alimenti poco sani o “spazzatura”, ecco che si avvia un processo cerebrale che va a influire sulla tolleranza agli oppioidi nel bambino.

Ciò che più precisamente accade è stato svelato da un nuovo studio australiano pubblicato sul The FASEB Journal. Qui, la dottoressa Beverly Muhlhausler e colleghi del Centro di ricerca FoodPLUS presso la Scuola di Politiche Agricole Alimentari e del Vino presso l’Università di Adelaide, hanno evidenziato come il cibo spazzatura può causare modifiche nello sviluppo della via di segnalazione degli oppioidi nel cervello del feto. La conseguenza è che i bambini divengono meno sensibili agli oppioidi che vengono rilasciati al momento del consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi e zuccheri.

Questa ridotta sensibilità di manifesta con una maggiore tolleranza al cibo spazzatura, per cui il bambino sente il bisogno – quasi una vera e propria dipendenza – di mangiarne di più per ottenere la stessa sensazione di benessere che, al contrario, avrebbe invece ottenuto con una quantità decisamente minore o del tutto assente.

L'avocado aiuta chi vuole perdere peso

AvocadoL'avocado? Un vero toccasana per la salute. Secondo uno studio della National health and Nutrition Examination Survey, progetto del Centers for Disease Control and Prevention negli Usa, e pubblicato sul Nutritional Journal, questo frutto aiuta infatti a dimagrire e a difendersi dalle malattie metaboliche.

La ricerca ha coinvolto 17576 volontari: cittadini americani, uomini e donne maggiorenni di cui sono stati controllati dieta e salute dal 2001 e il 2008. Incrociando i dati raccolti è emerso che i mangiatori di avocado avevano una salute migliore, grazie a più fibre alimentari (+36%), più magnesio (+13%), più potassio (+16%) e più vitamina K (+48%) rispetto ai non mangiatori di questo frutto, oltre a un Indice di massa corporea inferiore all'altro gruppo.

Secondo i ricercatori “mangiare il frutto aiuta chi vuole perdere peso influenzando positivamente l'indice di massa corporeo (Imc) e può aiutare a mantenere bassi i livelli di colesterolo e ridurre il rischio di sindrome metabolica”.

Avocado
“Questi risultati suggeriscono un'interessante associazione tra il consumo di avocado e una migliore assunzione di nutrienti e altri risultati positivi”, ha spiegato Victor Fulgoni, primo autore dell'analisi.

Lo studioso precisa tuttavia che la ricerca, essendo basata sulla semplice analisi delle risposte fornite dai partecipanti, non è sufficiente a dimostrare che sia l'avocado la causa diretta degli effetti osservati.

Si estende a macchia d'olio lo scandalo della carne equina etichettata come manzo

HamburgerLo scandalo della carne equina, etichettata come manzo, dilaga in Europa.

Nel Regno Unito la contaminazione riguarderebbe anche cibi serviti nelle mense delle scuole, negli ospedali, nei pub e negli alberghi. Le autorità britanniche che hanno disposto controlli su 2500 prodotti hanno reso noto che soltanto 29 sono risultati positivi e che la percentuale di carne di cavallo non supererebbe mai l’1%.

Ma le rassicurazioni non bastano.

“Penso – dice la mamma di un bambino che frequenta la scuola Bowerham – sia sbagliato. È disgustoso. Solo per fare soldi. Non è giusto. Tu paghi per quello che dovrebbe essere. Se è manzo è manzo, non un’imitazione”.

Queste finora le cifre dello scandalo alimentare: 750 tonnellate di carne equina, proveniente per lo più dai macelli della Romania; 45 milioni di pasti pronti contaminati e distribuiti in 12 Paesi. E mentre Bucarest respinge le accuse di false etichettature, Bruxelles prova a minimizzare.

“Non dovremmo – sostiene Tonio Borg, commissario alla Salute dell’Unione Europea – creare panico se non ci sono indicazioni a questo riguardo, perché come sapete a volte le reazioni possono essere irrazionali. Quindi a meno che non venga provato che si tratti di qualcosa che riguarda la salute, continueremo a trattarlo come un problema di etichettatura. Finora è una questione di etichettatura”.

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