Scienza

Gli Universi Paralleli e la Ragnatela Cosmica

UniversoIl nostro Universo potrebbe essere veramente grande, immenso ma finito, oppure potrebbe essere infinitamente grande. Entrambi i casi sono possibili ma se è vero il secondo caso allora ciò potrebbe implicare l’esistenza di tanti modi con cui la materia può esistere e aggregarsi. Ma se l’Universo è infinitamente grande, può ospitare un numero infinito di universi paralleli.

L’idea di universi paralleli nella fisica fu estrapolata dalla meccanica quantistica diversi anni fa, ma non è ancora stata dimostrata, almeno a livello macroscopico.

Infatti alcuni anni fa è stato prodotto il cosiddetto “gatto di Schrodinger”, ossia “uno stato sovrapposto di due realtà”, uno in cui un gatto è vivo e contemporaneamente un altro in cui lo stesso gatto è morto.

In verità si potrebbe dire che si trattava, più che altro, di un “gattino” di Schrodinger, in quanto nell’esperimento si trattava di un atomo di rubidio, ergo ciò si applicava solo a livello microscopico.

Comunque sia, questa scoperta è stata un importante tassello per lo studio degli universi paralleli. Infatti si è riusciti a rilevare per la prima volta lo sdoppiamento di un singolo atomo ad una distanza rilevante fra i due “doppi” risultanti. Ciò è stato possibile a temperature vicino alla zero assoluto, poiché solo rallentando lo sdoppiamento esso poteva essere osservato prima che l’atomo di rubidio diventasse uno solo, sopprimendo in tal modo dal nostro universo l’altra realtà inizialmente scaturita per lasciarne in esistenza una sola.

Ma che dire di un sistema non quantistico?

Dispositivi quantistici per il teletrasporto dell’energia

TeletrasportoLa capacità di teletrasportare l’energia da un punto a un altro potrebbe rivoluzionare il sistema in cui i dispositivi quantistici operano, ma solo se potrà essere fatta funzionare lungo distanze pratiche. Ora i fisici pensano di sapere come fare.

Il teletrasporto è il trasferimento di un oggetto da un punto nell’universo a un altro senza passare attraverso lo spazio che li separa. È una pratica comune in diversi laboratori sparsi in tutto il mondo. Dai primi anni 90, i fisici vi hanno ricorso per teletrasportare oggetti sempre più complessi, partendo dai fotoni e arrivando più di recente a atomi e ioni.

Questo è appena l’inizio, però. Nel 2010 abbiamo osservato lo straordinario lavoro di Masahiro Hotta, della Tohoku University in Giappone, il quale ha elaborato che dovrebbe essere possibile teletrasportare persino l’energia. Si tratta di un’ipotesi che avrebbe profonde implicazioni nel sistema in cui i dispositivi quantistici e le macchine potrebbero funzionare nel futuro.

Il teletrasporto dell’energia ha però delle importanti limitazioni – la distanza entro la quale può essere trasferita. Le limitazioni sono talmente gravi da offuscare anche un ipotetico utilizzo del teletrasporto energetico nella nanoscala. Questa “forte limitazione distanziale ha ostacolato la verifica sperimentale”, dice Hotta.

Ora, però, lui e un paio di colleghi dicono di aver scoperto un sistema per aggirare questa limitazione e trasferire l’energia attraverso qualunque distanza, o quasi. E questo nuovo protocollo per il teletrasporto dell’energia dovrebbe consentire per la prima volta la verifica sperimentale.

La magica città degli Incas Machu Picchu

Machu PicchuPer gli Inca la Valle di Urubamba era la porta della foresta, l’antisuyu. Il fiume che l’attraversa era un tempo conosciuto come Willka Mayu (Fiume del Sole o fiume sacro) e il nevaio che lo origina era chiamato Wikklan Uta (Casa del Sole o Casa Sacra).

Il culto solare era, quindi, ancestrale nella zone. La fondazione di Machu Picchu risalirebbe proprio all’epoca del governo di Pachacutec, il primo Inca a lasciare Cusco per conquistare nuove regioni, assoggettando la Valle di Urubamba, che divenne l’insediamento privilegiato della nobiltà Inca.

Tale ipotesi è avvalorata dalla datazione del carbonio 14, dalla fattura della ceramica e dalla totale assenza di evidenze archeologiche pre-Inca. Machu Picchu, che in spagnolo significa “Vetta Antica”, si trova in Perù, nel Parco Archeologico di Machu Picchu, nella foresta amazzonica; è situata a 112, 5 km a nord-est della città di Cusco, che fu capitale dell’Impero Inca, a oltre 2350 m. di altitudine, e la sua estensione raggiunge quasi 1 km.

Attorno alla “città perduta” degli Inca, così chiamata poiché è rimasta celata al mondo interno per oltre 4 secoli, prima di essere scoperta nel 1911, ruotano una marea di ipotesi: per alcuni sarebbe stata una città amministrativo-religiosa, forse un santuario dedicato alle Sacre Vergini del Sole (dato che la popolazione, in base ai resti umani ritrovati, era costituita all’80% da donne.

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