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Rallenta la ricerca su Alzheimer e Parkinson
Come riportato dal Wall Street Journal, la multinazionale farmaceutica Pfizer ha annunciato a inizio gennaio che interromperà la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci nel settore neuroscienze, inclusi gli studi per contrastare Alzheimer e Parkinson.
Questo fatto, oltre a portare a 300 licenziamenti di ricercatori, è una cattiva notizia per tutti i pazienti e le famiglie di pazienti affetti da malattie neurodegenerative.
L’Alzheimer rappresenta oggi tra il 50 e l’80 percento delle forme di demenza e la sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età media della popolazione, in quanto colpisce in genere persone tra i 70 e gli 80 anni di età. La malattia provoca alterazioni della memoria e dell’orientamento, limitazione della concentrazione e della capacità di organizzazione, cambiamenti della personalità e della parola. Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa a evoluzione lenta e progressiva che si manifesta intaccando il movimento e l’equilibrio.
Nonostante la brutta notizia che arriva dagli Stati Uniti, le ricerche vengono portate avanti da altre case farmaceutiche in tutto il mondo e i risultati di queste sperimentazioni verranno resi noti a partire dalla fine di quest’anno.