Scienza

Nuovo studio sulle modificazioni antropometriche e cognitive

GeneticaNel team internazionale anche ricercatori dell’Università di Verona. Grazie al meltingpot più forti contro le malattie genetiche. Su Nature lo studio condotto su 350.000 individui in tutto il mondo

Pubblicato su Nature lo studio “Directional dominance on stature and cognition in diverse human populations” realizzato da un team internazionale di scienziati che hanno analizzato i dati di circa 350 mila persone per comprendere le modificazioni antropometriche e cognitive delle popolazioni nel corso dei secoli.

Allo studio, coordinato dall’Università di Edimburgo, ha partecipato anche l’Università di Verona grazie al lavoro dei ricercatori Giovanni Malerba, della Genetica di ateneo e Gianluigi Zaza, della Nefrologia che hanno analizzato le caratteristiche cliniche e genetiche di una vasta coorte di individui provenienti da tutto il Veneto attraverso lo “Studio Incipe” condotto nel 2006 dalla Nefrologia di Verona diretta da Antonio Lupo.

Analizzando i modi di trasmissione di alcuni tratti genetici che hanno un impatto su alcune caratteristiche somatiche e su alcune malattie, i ricercatori hanno dimostrato che l’essere umano si è evoluto per essere più intelligente e più alto dei suoi antenati. Questa evoluzione “positiva”, cui non corrisponde una riduzione dei fattori di rischio per alcune malattie, soprattutto in ambito cardiovascolare, gioca invece un ruolo molto importante nello sviluppo delle malattie genetiche rare.

Tabù Ufo: Il parere di due scienziati

Ufo top secretUn contributo al dibattito di due autorevoli ricercatori.

Il primo è di Nalin Chandra Wickramasinghe, professore di matematica applicata e astronomia presso i College University di Cardiff, Galles. Il secondo parere è di Eric Davis, fisico della propulsione e ricercatore pressol'Institute for Advanced Studies di Austin.

È noto che, spesso, gli scienziati siano riluttanti a discutere apertamente della possibilità della vita extraterrestre e del fenomeno UFO.

Anche se il grande pubblico è particolarmente interessato all’argomento, la comunità scientifica sembra evitare accuratamente l’argomento attraverso un silenzio autoimposto, non importa quanto sia forte l’evidenza.

Il negazionismo della maggioranza degli scienziati, secondo cui la vita extraterrestre non può esistere nelle nostre immediate vicinanze, tanto più il controverso fenomeno UFO, sembra essere una regola non scritta a cui si attengono come una sorta di dogma, un atteggiamento completamente opposto a quello della ricerca scientifica, che necessità di curiosità, onestà intellettuale, assenza di pregiudizio e ricerca, tanta ricerca.

Gli antichi romani utilizzavano ‘nanotecnologie’ per creazioni artistiche

I romani sapevano come fare e come utilizzare le nanoparticelle per creazioni artistiche. Non è la prima volta che la tecnologia romana sorprende i ricercatori moderni, superando il livello attuale di conoscenza.

Il meraviglioso calice che vedete nella foto (sopra) possiede una intrigante caratteristica: quando è illuminato da una fonte diretta, esso appare di color verde-giada, mentre se la fonte di luce è posta dietro l’oggetto, esso apparirà di colore rosso sangue.

Si tratta di un calice di vetro, conosciuto come ‘La Coppa di Licurgo’, poiché riporta una scena che coinvolge il re Licurgo di Tracia, importante personaggio della mitologia greca.

Acquistato nel 1950 dal British Museum, l’enigmatica proprietà del calice ha sconcertato gli scienziati per decenni. Una prima risposta arrivò solo nel 1990, quando un team di ricercatori inglesi, esaminando alcuni frammenti del calice al microscopio, scoprirono che gli artigiani romani furono pionieri nell’utilizzo di nanotecnologie.

La tecnica consisteva nell’impregnare il vetro con una miscela di particelle di argento e oro, fino a farle raggiungere le dimensioni di 50 nanometri di diametro, meno di un millesimo delle dimensioni di un granello di sale.

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