Geologia

Nel Mar Tirreno sono stati scoperti sette nuovi vulcani

Nel Mar Tirreno sono stati scoperti sette nuovi vulcaniScoperti nel Mar Tirreno 7 nuovi vulcani sommersi che, insieme a quelli già noti, formano una catena lunga 90 km. Ad arrivare a queste conclusioni, uno studio a firma Ingv, Istituto per l’ambiente marino costiero del Cnr e Geological and Nuclear Sciences (Nuova Zelanda), pubblicato su Nature Communications

Il Mar Tirreno meridionale svela una nuova catena di 15 vulcani sommersi, di cui 7 fino a ora sconosciuti, una struttura lineare, in direzione Est-Ovest, che misura circa 90 km in lunghezza e 20 km in larghezza. A dirlo uno studio, frutto del risultato di numerose campagne oceanografiche condotte negli ultimi anni da un team internazionale di vulcanologi, geofisici, e geologi marini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV e IAMC), dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAMC-CNR) e del Geological and Nuclear Sciences (GNS), Nuova Zelanda. Il lavoro ‘Volcanism in slab tear faults is larger than that in island-arcs and back-arcs’, pubblicato su Nature Communications, impatta sulle conoscenze del Mar Tirreno e apre nuove strade alla interpretazione del vulcanismo in zone di subduzione nel mondo.

Scoperta in Antartide una foresta che risale a 260 mln di anni fa

AntartideUn team di geologi ha scoperto i resti di una foresta antica 260 milioni di anni fa nel cuore dell’Antartide. Questo continente infatti non è sempre stato un deserto di ghiaccio: 260 milioni di anni fa, era ricoperto da lussureggianti e rigogliose foreste, una delle quali è stata appunto rinvenuta dagli scienziati.

I paleoecologi dell'università del Wisconsin-Milwaukee hanno trascorso la scorsa estate scalando le montagne transantartiche dell’Antartide, alla ricerca di fossili del passato verde e boscoso del continente.

“Conoccevamo già i fossili rinvenuti in Antartide dalla spedizione di Robert Falcon Scott del 1910-12", spiega Erik Gulbranson, capo squadra del team ricerca paleoecologico. “Ma, la maggior parte dell'Antartide è ancora inesplorata, si ha spesso l’impressione di essere la prima persona a scalare una certa montagna.”
I ricercatori hanno scoperto che gli alberi erano proliferati in Antartide alla fine del periodo Permiano, quando il continente era più caldo e umido di oggi.

All'epoca l'Antartide faceva parte del Gondwana, un supercontinente che attraversava l'emisfero australe e comprendeva l'Australia, il Sud America, l'Africa e l'India.

Solchi di pneumatici risalenti a milioni di anni fa

dottor Alexander KoltypinFa un certo effetto ascoltare la dichiarazione del dottor Alexander Koltypin, se non altro per il fatto che si tratta di un geologo e direttore del Natural Science Research Center presso l’Università Internazionale Indipendente di Ecologia e Politologia di Mosca.

Secondo il ricercatore russo, in diverse località del pianeta è possibile osservare solchi di pneumatici lasciati nel terreno da veicoli pesanti che si possono far risalire a circa 12 milioni di anni fa.

Come è possibile?

Certamente si tratta di un’affermazione discutibile, dal momento che l’archeologia classica fa risalire l’inizio della civiltà umana a diverse migliaia di anni fa, non milioni.

Eppure, Koltypin si dice convinto che sul nostro pianeta esistono numerosi siti archeologici dove è possibile riscontrare indizi che avvalerebbero l’esistenza di civiltà vissute milioni di anni fa. Koltypin è un appassionato sostenitore di questa teoria, tanto da aver denominato il suo sito web ‘Earth before the flood: Disappared Continents and Civilizations‘ (La Terra prima del Diluvio: Continenti e Civiltà scomparse).

È proprio dal suo sito che il ricercatore russo afferma che le tracce riscontrate nel sito spagnolo di Castellar de Meca, nella provincia di Valencia, risalirebbero al Miocene medio e tardo (tra i 12 e i 14 milioni di anni fa circa).

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