Cervello

Le stazioni base dei cellulari alterano le correnti cerebrali

Uno studio, che risale al 2005, sostiene che le stazioni base dei telefoni cellulari modificano le correnti cerebrali e causano altri disturbi alla salute

Secondo uno studio svolto nel 2005, le stazioni base dei telefoni cellulari modificano le correnti cerebrali e causano disturbi alla salute.

Ripropongo la traduzione di un importante studio austriaco che risale al 2005. Lo studio, diretto dal gruppo di ricerca del dottor Gerd Oberfeld, attestò in maniera inequivocabile i danni alla salute delle onde di una stazione base di telefonia cellulare.

La ricerca in Austria fu curata dal team del medico Gerd Oberfeld. (1)

Le radiazioni provenienti da una stazione base di telefonia cellulare, ad una distanza di 80 metri, provocano cambiamenti significativi della corrente elettrica nel cervello e nei testicoli (misurata mediante elettroencefalogramma, EEG). In un test è emerso che, nel corso dell'assimilazione delle radiazioni, tutti i soggetti coinvolti hanno accusato sintomi di malessere, in alcuni di loro i sintomi sono stati più intensi.

Questo è il risultato di un'indagine di un gruppo di scienziati austriaci. Essi hanno misurato alfa 1 (da 8 a 10 Hz), alfa 2 (da 10 a 12 Hz) e onde beta (da 13 a 20 Hz). Una piccola densità di radiazioni GSM 900 e GSM è stata sufficiente per provocare vari cambiamenti significativi in queste tre gamme di frequenza. Ciò significa che il corpo è stressato e questo stato, a lungo termine, compromette la qualità della vita, la capacità lavorativa e lo stato di salute della persona esposta.

La ricerca è stata finanziata dal Land Salzburg in Austria. Le persone sottoposte al test erano nove donne e tre uomini tra i 20 e i 78 anni, che si consideravano "elettrosensibili". Sono stati invitati a sedersi su una sedia con gli occhi coperti e le orecchie tappate. Ovviamente essi non erano a conoscenza che erano sottoposti a radiazioni elettromagnetiche.

Il lato della stanza diretto verso il cellulare era schermato contro le radiazioni ad eccezione di una piccola parte che non poteva essere completamente schermata. Nella prima fase, la densità di radiazione vicino alla testa era di 26 microWatt / m2, nella seconda fase era di 3327 microWatt / m2 e nella terza fase era di nuovo di 26 microWatt / m2. Sono stati misurati molti altri parametri ambientali, non inclusi nei risultati, come: radiazioni provenienti dalla televisione e dalla radio FM, rumore, CO2, temperatura, umidità relativa, campi magnetici a bassa frequenza e soherics (scariche elettriche nell'atmosfera, che possono causare radiazioni).

Stimolati gli astrociti, le cellule del cervello a forma di stella

Gli astrociti, le cellule del cervello a forma di stella, possono essere eccitati con un campo elettrico applicato da un dispositivo organico

Dimostrato per la prima volta che gli astrociti, le cellule cerebrali a forma di stella finora considerate passive, possono essere eccitati con uno campo elettrico applicato da un dispositivo organico.

Questa forma di eccitazione è importante per il funzionamento dell’attività neuronale nella memoria e nell’apprendimento. Possibili ricadute per la cura di patologie come Alzheimer, Parkinson, Ictus ed Epilessia. Il lavoro condotto da Cnr Isof e Cnr-Ismn è pubblicato su Advanced Healthcare Materials.

Quando parliamo di cervello molti di noi pensano ai neuroni, eppure negli ultimi decenni è stato dimostrato che la classica visione neurone-centrica delle funzioni e disfunzioni cerebrali è stata ormai sorpassata. Infatti, ciò che rende diverso il nostro cervello da quello di altri mammiferi, non è il numero o la struttura dei neuroni, bensì quella di altre cellule, dette astrociti.

Gli astrociti, così denominati per la loro tipica morfologia stellata, sono stati a lungo considerati mero ‘collante’ che riempiva gli spazi tra neuroni. Sono definiti cellule non eccitabili perché non possono generare e propagare l’impulso bioelettrico nello stesso modo dei neuroni.

Un lavoro pubblicato sulla rivista Advanced Healthcare Materials (1) e coordinato da Valentina Benfenati dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isof), in collaborazione con Michele Muccini e Stefano Toffanin dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismn), dimostra che anche gli astrociti, e non solo i neuroni, rispondono al campo elettrico applicato dal dispositivo organico, e che è possibile stimolare e modulare l’attività degli astrociti applicando un campo elettrico estremamente piccolo.

Neurostimolatore wireless per i disturbi neurologici

Il nuovo neurostimolatore WAND funziona come un pacemaker per il cervello. Effettua trattamenti mirati ai pazienti affetti da epilessia e Parkinson

Un nuovo neurostimolatore sviluppato dagli ingegneri dell'UC Berkeley può percepire e stimolare la corrente elettrica nel cervello allo stesso tempo, offrendo trattamenti mirati ai pazienti con malattie come l'epilessia e il Parkinson.

Il dispositivo, chiamato WAND, funziona come un “pacemaker per il cervello”, controlla l'attività elettrica del cervello fornendo una stimolazione elettrica nel momento in cui rileva qualcosa di anomalo.

Questi dispositivi possono essere estremamente efficaci per prevenire tremori o convulsioni debilitanti in pazienti con una varietà di condizioni neurologiche. Gli impulsi elettrici che precedono un attacco o un tremore possono essere estremamente deboli. Per prevenire questi disturbi neurologici la frequenza e la forza della stimolazione elettrica richieste devono essere particolarmente mirate.

I precedenti dispositivi offrivano un trattamento ottimale solo dopo anni di piccoli aggiustamenti da parte dei medici. 'WAND' (Wireless Artifact-free Neuromodulation Device) è un dispositivo wireless autonomo: nel momento in cui riconosce i segni del tremore o delle convulsioni, ha la capacità di regolare autonomamente i parametri di stimolazione che inibiscono i movimenti indesiderati. Questo dispositivo a circuito chiuso può stimolare e registrare simultaneamente, ma anche regolare i parametri in tempo reale. 'WAND' può registrare l'attività elettrica su 128 canali o da 128 punti nel cervello. Un coefficiente molto elevato se si considera che i tradizionali sistemi a circuito chiuso si basano su otto canali. Per dimostrare il dispositivo, il team ha utilizzato 'WAND' per riconoscere e ritardare i movimenti specifici del braccio nei macachi Rhesus. Il dispositivo è descritto in uno studio apparso in Nature Biomedical Engineering.(1)

La dottoressa Rikky Muller,(2) una assistente professoressa di ingegneria elettronica e scienze informatiche a Berkeley spiega: “Il processo per trovare la giusta terapia di un paziente è estremamente costoso e può richiedere anni. Una significativa riduzione dei costi e della durata può potenzialmente portare a risultati e accessibilità notevolmente migliorati. Vogliamo consentire al dispositivo di capire qual è il modo migliore per stimolare un dato paziente a dare i migliori risultati. E puoi farlo solo ascoltando e registrando i segnali neurali.”

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