Veronica Pesenti

Ionizzatori negativi come soluzione alla carenza di piogge

Ionizzatori negativi come soluzione alla carenza di pioggeNegli Emirati Arabi Uniti e in Australia si cercò di rimediare alla carenza di precipitazioni già nel 2011

Al Ain è la quarta città più grande degli Emirati Arabi Uniti ed è situata nel deserto. Riceve meno di un centimetro di pioggia all’anno, e questo rende l’agricoltura impossibile. Ma si è riuscito a trovare una soluzione: piogge artificiali.(1)

Nel 2010, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Khalifa bin Zayed Al Nahyan, investì 11 milioni di dollari in un team di scienziati che, utilizzando uno ionizzatore di grosse dimensioni, provarono ad attirare la polvere con ioni a carica negativa e formare nuvole. Queste nuvole di polvere dovevano attirare l’umidità presente nell’aria e, in teoria, sarebbe dovuto piovere.

Il progetto, mantenuto segreto fino all’anno dopo, funzionò: su settantaquattro tentativi svolti durante l’estate (in giorni con il 30% o più di umidità atmosferica) cinquantadue andarono a buon fine. Non è ancora chiaro se la pioggia creata fosse sufficiente a sostenere lo sviluppo vegetale della zona, quel che è certo è che in Australia stanno sperimentando un progetto simile da una decina di anni.

È il caso della Australian Rain Technology (ART),(2) società commerciale impegnata nello sviluppo efficace di tecnologie di miglioramento delle precipitazioni, incentrata sulla ricerca e lo sviluppo di tecnologie di ionizzazione a terra e sull'avanzamento di metodologie statistiche predittive e di valutazione.

Ricercatori sviluppano dispositivo che può “sentire” la voce interiore

Arnav KapurI ricercatori hanno creato un dispositivo indossabile che può leggere la mente delle persone quando usano una voce interiore, permettendo loro di controllare dispositivi e fare domande senza parlare.

Il dispositivo, chiamato AlterEgo, può trascrivere parole che gli utilizzatori verbalizzano internamente ma non pronunciano ad alta voce, tramite elettrodi attaccati alla pelle.

“La nostra idea era: possiamo avere una piattaforma informatica che sia più interiore, che fonda umano e macchina e che sembri un’estensione interna della nostra cognizione?”, ha dichiarato Arnav Kapur, che ha guidato lo sviluppo del sistema al laboratorio multimediale del MIT.(1)

La cuffia viene descritta da Kapur come una “intelligenza-aumentata” o IA, ed è stata presentata durante la conferenza Intelligent User Interface dell’Associazione per Macchinari Informatici a Tokyo.(2)

Si indossa intorno alla mandibola e al collo e si chiude sopra l’orecchio per fissarla in posizione. Quattro elettrodi sotto la plastica bianca fanno contatto con la pelle e percepiscono i sottili segnali neuromuscolari che vengono innescati quando una persona verbalizza interiormente. Quando qualcuno pronuncia parole dentro la propria testa, l’intelligenza artificiale attraverso il dispositivo riesce ad abbinare determinati segnali a determinate parole, passandole in un computer.

Il computer può poi rispondere attraverso il dispositivo usando uno speaker a conduzione ossea che riproduce il suono direttamente all’interno dell’orecchio senza bisogno di indossare una cuffietta, permettendo così di poter ascoltare il resto del mondo contemporaneamente. L’idea è quella di creare un’interfaccia del computer silenziosa all’esterno con la quale solo chi indossa Alter Ego può parlare e sentire.

Rallenta la ricerca su Alzheimer e Parkinson

RicercaCome riportato dal Wall Street Journal, la multinazionale farmaceutica Pfizer ha annunciato a inizio gennaio che interromperà la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci nel settore neuroscienze, inclusi gli studi per contrastare Alzheimer e Parkinson.

Questo fatto, oltre a portare a 300 licenziamenti di ricercatori, è una cattiva notizia per tutti i pazienti e le famiglie di pazienti affetti da malattie neurodegenerative.

L’Alzheimer rappresenta oggi tra il 50 e l’80 percento delle forme di demenza e la sua incidenza aumenta con l’aumentare dell’età media della popolazione, in quanto colpisce in genere persone tra i 70 e gli 80 anni di età. La malattia provoca alterazioni della memoria e dell’orientamento, limitazione della concentrazione e della capacità di organizzazione, cambiamenti della personalità e della parola. Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa a evoluzione lenta e progressiva che si manifesta intaccando il movimento e l’equilibrio.

Nonostante la brutta notizia che arriva dagli Stati Uniti, le ricerche vengono portate avanti da altre case farmaceutiche in tutto il mondo e i risultati di queste sperimentazioni verranno resi noti a partire dalla fine di quest’anno.

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