Agenti tossici

Un aereo di linea inquina come 600 auto non catalizzate

Ogni giorno partono circa 200mila voli in tutto il mondo, per un totale di passeggeri di oltre 30 milioni. Cresce quindi anche l’inquinamento aereo

Inquinamento aereo è maggiore rispetto a quello dei mezzi di superficie. Insieme al trasporto navale, può vantare la più alta quantità di emissioni.

Quanto inquina un aereo? Molto. Moltissimo in relazione ai mezzi più inquinanti con cui abbiamo a che fare quotidianamente: quindi più delle auto Diesel e più di quelle a benzina più datate, e anche più dei camion.

I viaggi low-cost hanno aumentato considerevolmente il traffico aereo e l’inquinamento atmosferico che ne risulta è vicino soltanto a quello prodotto dalle grandi navi, di cui ci rendiamo conto soltanto in prossimità delle aree portuali dove fanno scalo.

Il traffico aereo sta crescendo: secondo i dati IATA - International Air Transport Association - ogni giorno partono circa 200mila voli in tutto il mondo, per un totale di passeggeri di oltre 30 milioni. Cresce quindi anche l’inquinamento nei cieli, visto che gli aerei sono alimentati da cherosene avio, molto simile al gasolio, ma i motori non possono disporre degli stessi filtri che sulle auto ne riducono le emissioni. Inoltre, aumenta anche l’inquinamento a terra, poiché gli aerei inquinano soprattutto in fase di decollo rilasciando a basse quote ossido di carbonio.

Quanto inquina un aereo?

Abbiamo visto che circa venti navi cargo da 400 metri di lunghezza ciascuna possono inquinare quanto tutto il parco auto circolante sul pianeta, quindi vediamo quanto inquinano gli aerei con lo stesso paragone.

Ogni anno ingeriamo circa 32 mila microplastiche

32 mila microscopici pezzetti di plastica ( microplastiche ) finiscono nel nostro corpo. Sono tutti pezzi dei nostri rifiuti finiti in mare o nell’aria

Secondo una ricerca pubblicata su "Enviromental – science & technology" ogni anno ingeriamo circa 32.000 microplastiche. Ecco come

Il mondo ci si rivolterà contro, pensare di violare i limiti di utilizzo di un materiale come la plastica pensando di allontanarlo dalla nostra vita per sempre una volta gettato nei rifiuti è pura follia. Ed oggi la scienza lo dimostra. Secondo una ricerca pubblicata su Enviromental – science & technology –(1) ogni anno ingeriamo circa 32.000 microplastiche. Pro capite. Sì, esatto: 32 mila microscopici pezzetti di plastica finiscono nel nostro corpo, e gli unici che possiamo incolpare siamo noi, sono tutti minuscoli pezzi dei nostri rifiuti finiti in mare o nell’aria e che noi poi riportiamo a casa bevendo, mangiando o anche solo respirando.

Un articolo di Quartz,(2) per esempio, ci spiega come circa 2000 microplastiche l’anno finiscano nel nostro organismo tramite il normalissimo sale da cucina. Un capitolo della suddetta ricerca infatti è dedicato ad uno studio fatto su 39 marche diverse di sale proveniente da 21 paesi diversi del mondo. Il risultato è sconvolgente, su 39 marche solo tre sono risultate prive di microplastiche, per l’esattezza un raffinato sale marino proveniente da Taiwan, un raffinato sale roccioso cinese e un sale marino non raffinato in Francia.

Il resto, un disastro. Sali marini, sali di roccia, sali di lago, tutti pieni di plastica. Ma come ci finisce la plastica nel nostro sale da cucina?

Semplice. Il sale, chiaramente quello marino e di lago, non è altro che ciò che resta dall’evaporazione dell’acqua. Viene poi raccolto, impacchettato e venduto. Ed è l’acqua in questione a riportare in casa nostra i residui di quella plastica con la quale ogni giorno noi avveleniamo mari, fiumi e laghi del nostro pianeta.

Lo smog uccide ogni anno seicentomila under 15

Il 95-98% delle persone che vivono nelle città dell'UE sono esposte a livelli di smog superiori a quanto stabilito dalle linee guida emesse dalla WHO

I dati dell'Oms dimostrano che in totale 1,8 miliardi di giovani di età inferiore ai 15 anni, tra cui 630 milioni sotto i 5 anni, respirano ogni giorno aria inquinata ( smog ): il 93% della popolazione totale

La quasi totalità dei cittadini che vivono in una città dell'Unione europea respira aria dannosa per la sua salute. È quanto si legge nel rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) secondo cui il 95-98% delle persone che vivono nelle città dell'UE sono esposte a livelli di ozono superiori ai livelli stabiliti dalle linee guida emesse dalla World Heath Organization (WHO).

Secondo il rapporto dell'AEA intitolato “Air quality in Europe 2018”, il trasporto su strada è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico in Europa, in particolare di inquinanti nocivi quali il biossido di azoto e il particolato. Anche le emissioni provenienti dall'agricoltura, dalla produzione di energia, dall'industria e dai nuclei domestici contribuiscono a inquinare l'atmosfera.

Il rapporto presenta gli ultimi dati ufficiali sulla qualità dell'aria comunicati nel 2016 da oltre 2 500 stazioni di monitoraggio presenti in tutta Europa ed evidenzia che “il settore agricolo è responsabile di oltre il 90% delle emissioni di ammoniaca nell'UE: l'ammoniaca contribuisce alla deposizione acida e all'eutrofizzazione, influenzando negativamente la qualità del suolo e dell'acqua. Inoltre reagisce nell'aria per formare particelle secondarie”.

Secondo l'AEA “mentre altre emissioni sono diminuite, le emissioni di ammoniaca dall'agricoltura sono aumentate nel periodo 2013-2016”.

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