Agenti tossici

CNR: studio sugli effetti dannosi per la salute causati dal particolato atmosferico

osservatorio Climatico-Ambientale di Isac-Cnr a LecceUn gruppo di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Lecce ha pubblicato uno studio sui potenziali effetti dannosi causati a livello cellulare dal particolato atmosferico. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università del Salento, dimostra che il potenziale ossidativo dipende dalla composizione chimica del particolato più che dalla sua concentrazione

Che il particolato atmosferico – l’insieme di polveri o particelle solido-liquide sospese nell’aria - abbia effetti dannosi per la salute umana è cosa nota: per questo motivo, nella comunità scientifica internazionale, il potenziale ossidativo è sempre più studiato come indicatore di rischio.

Ora uno studio condotto da un gruppo di ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Lecce dimostra come il potenziale stress ossidativo vari a seconda della composizione chimico-fisica e delle sorgenti del particolato stesso: la tossicità per la salute umana dipenderebbe sensibilmente, quindi, dalla ‘qualità’ del particolato più che dalla sua concentrazione. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università del Salento, è pubblicato su Atmospheric Environment.

Analizzato un liquido giallognolo che sgocciolava dalla fusoliera di un velivolo commerciale

Siamo in grado di mostrarvi le fasi del prelievo del liquido giallognolo che sgocciolava dalla parte inferiore della fusoliera di un A-320, in sosta presso l'aeroporto di Milano Malpensa.

Il composto chimico fu poi analizzato (con il metodo dei reagenti Osumex(1) e furono rilevati zinco, piombo, rame, cadmio, cobalto, mercurio. Il composto, che formava formato un deposito sul fondo della provetta, si presentava alla vista di colore giallognolo e risultava essere di media densità. Sprigionava inoltre un inconfondibile odore di uova marce.

Zolfo? Al fine di evidenziare nella composizione chimica del liquido altri elementi (metalli pesanti e no), è auspicabile un ulteriore esame presso un laboratorio francese di nostra fiducia.

Il prelievo fu eseguito, raccogliendo quanto ricadeva da uno dei tre fori, di cui uno è visibile nel filmato, realizzato dal nostro amico Enrico Gianini(2) che, di recente, ha concesso una dirompente intervista a Tommaso Minniti.

DNA alterato dall'inquinamento ambientale

Inquinamento, DNAHa ragione chi afferma che la maggior parte delle affezioni oggigiorno è di origine ambientale: l'inquinamento, con le sue innumerevoli fonti (in primis il nanoparticolato diffuso con le deleterie attività chimico-biologiche in atmosfera), è, infatti, la causa di molte patologie, mentre il continuo evocare una presunta eziologia genetica, come nel caso dell'autismo, è la classica foglia di fico per nascondere un'atroce realtà.

Lo conferma, se mai se ne avvertisse il bisogno, un recente studio condotto in Canada.

Gli inquinanti presenti nell'ambiente possono 'prendere il controllo' del DNA, accendendo in questo modo alcuni geni piuttosto che altri ed aprendo la strada a malattie cardiache e respiratorie.

Lo indica la prima indagine basata sull'analisi del DNA di oltre mille individui.

Pubblicata sulla rivista “Nature Communications”,(1) (2) la ricerca è stata condotta in Canada, dal gruppo dell'Ontario Institute for Cancer Research(3) guidato da Philip Awadalla.(4)

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