Degrado ambientale

Sempre meno vita nell'Oceano Pacifico a causa dell'inquinamento

Ivan MacfadyenL’oceano Pacifico è morto, è svuotato di ogni vita. Ci sono solo rifiuti e barche per la pesca industriale intente a saccheggiare accuratamente quel poco che è ancora rimasto.

Ha fatto il giro del mondo, sui media di lingua inglese, il racconto struggente, tragico e a suo modo poetico di un marinaio, Ivan Macfadyen (foto), che ha ripetuto la traversata del Pacifico effettuata dieci anni fa. Allora fra l’Australia e il Giappone bastava buttare la lenza per procurare pranzo e cena succulenti. Stavolta in tutto due sole prede. Dal Giappone alla California, poi, l’oceano è diventato un deserto assoluto formato da acqua e rottami.

Nessun animale. Non un solo richiamo di uccelli marini. Solo il rumore del vento, delle onde e dei grossi detriti che sbattono contro la chiglia.

Il racconto di Ivan Macfadyen, vecchio marinaio col cuore spezzato dopo 28 giorni di desolata navigazione nel Pacifico, è stato raccolto dall’australiano The Newcastle Herald ed è stato variamente ripreso da decine e decine di testate, tutte in inglese.

Macfadyen ha navigato con il suo equipaggio a bordo del Funnel Web sulla rotta Melbourne - Osaka – San Francisco. Dice di aver percorso in lungo e in largo gli oceani per moltissimi anni, dice di aver sempre visto uccelli marini che pescavano o che si posavano sulla nave per riposarsi e farsi trasportare. E poi delfini, squali, pesci, tartarughe… Stavolta nulla di tutto ciò: nulla di vivo per oltre 3.000 miglia nautiche.

Dottor Franco Denti: in Ticino aumentano le patologie legate allo smog

Dottor Franco Denti: in Ticino aumentano le patologie legate allo smogCome testimonia l'emergenza di questi giorni, l'inquinamento atmosferico è un killer silenzioso e inesorabile le cui conseguenze sulla nostra salute sono ben note anche alle nostre latitudini.

Nel Sottoceneri, e in particolare nel Mendrisiotto, si registra un aumento delle infezioni respiratorie e delle allergie nei bambini.

E aumentano anche le affezioni croniche delle vie respiratorie e dell'apparato cardiovascolare nella popolazione adulta.

Secondo l'Agenzia Europea dell'ambiente,l'Italia detiene il triste primato di decessi per inquinamento atmosferico in Europa con 84mila morti. Seguono la Germania (73mila), la Francia e il Regno Unito (52mila). Sono cifre raccapriccianti!

L'attuale allarme inquinamento è purtroppo noto da tempo. Risale infatti al 1905, nel corso di un convegno a Londra di Salute Pubblica, la denuncia di Henry Antoine De Voeux che, per la prima volta, metteva in evidenza i rischi sanitari legati a quel singolare fenomeno climatico, che specie nei mesi freddi e umidi manteneva negli strati più bassi dell'atmosfera un miscuglio di fumo e di nebbia: lo smog, la fusione di due termini inglesi smoke (fumo) e fog (nebbia).

Il Wi-fi genera radiazioni letali per gli alberi

Il Wi-fi genera radiazioni letali per gli alberiUna recente ricerca riguardante gli effetti delle radiazioni wi-fi sugli alberi - sì, gli alberi - indica che i nostri amici di legno possono essere molto più vulnerabili di noi. Gli alberi non possono nemmeno godere dei benefici delle connessioni wi-fi (sic).

L’indagine, condotta dall'Università di Wageningen (Paesi Bassi), ha accertato che la flora in aree ad alta attività wi-fi (zone urbane, in particolare) è affetta da sintomi che non possono essere legati ad attacchi batterici né virali. I sintomi più frequenti sono il “sanguinamento”, fessure nella corteccia, la morte di parte del fogliame ed anomalie nella crescita.

Per verificare l'ipotesi secondo cui i danni sono provocati dai campi elettromagnetici, i ricercatori olandesi hanno usato dei frassini, esponendoli a vari tipi di radiazioni per tre mesi. I frassini esposti ai segnali wi-fi hanno mostrato segni rivelatori di danni da radiazioni elettromagnetiche, tra cui una specie di scintillio sulle foglie, sintomo che indica la loro morte imminente. Nei Paesi Bassi, circa il 70 per cento degli alberi urbani soffre di “avvelenamento” da campi elettromagnetici: cinque anni fa era il 10 per cento.

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