Degrado ambientale

L'UE approva per altri 7 anni il glifosato

GlifosatoL’Unione Europea si appresta, la settimana prossima a estendere il via libera al glifosato, sostanza usata in molti erbicidi tra cui il Roundupdi Monsanto, nonostante la disputa tra Ue e agenzie Onu sul fatto se sia o meno cancerogeno.

Ancora una volta ne esce sconfitta la società civile, insieme al mondo dell’ambientalismo e dell’agricoltura biologica, che chiedevano a gran voce di vietare il rinnovo dell’autorizzazione all’uso e alla vendita degli erbicidi a base di glifosato.

Con 374 voti favorevoli, 225 contrari e 102 astenuti, la risoluzione proposta da Giovanni La Via (PPE, presidente della Commissione Ambiente) chiede di dare il via libera alla sostanza «solo per usi professionali» per altri 7 anni…

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha reso noto un parere secondo cui è improbabile che il glifosato provochi il cancro. La conclusione però è opposta a quella dell’Agenzia per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), e la divergenza ha alimentato un dibattito piuttosto acceso.

Le associazioni ambientaliste hanno chiesto di vietare il glifosato.

In un comunicato, Greenpeace ha detto che i governi dovrebbero opporsi all estensione dell’autorizzazione “almeno finché resta incertezza sui rischi che pone”.

Allarme pesticidi nei fiumi e nei laghi della pianura padano-veneta

Allarme pesticidi nei fiumi e nei laghi della pianura padano-venetaSale anche contaminazione sotterranea, top pianura padano-veneta

Cresce la percentuale di pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. Lo afferma l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) nell’edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque (contenente dati relativi al biennio 2013-2014) spiegando che le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). La contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta.

L’analisi dei dati di monitoraggio non evidenzia una diminuzione della contaminazione, spiega l’Ispra precisando che l’aumento di punti contaminati “si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro-sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione prima non rilevata”.

Diossina di Taranto: nuovi dati da allarme sociale

Diossina a TarantoValori di diossina a Taranto mai registrati prima in Italia. Concentrazioni altissime rilevate tra l’agosto del 2013 e il febbraio del 2015, in piena amministrazione statale dello stabilimento Ilva.

È di ieri, 26 febbraio 2016, la richiesta da parte di Peacelink al Ministero dell’Ambiente di conoscere urgentemente i rapporti sulle deposizioni della diossina, analisi che l’Ilva avrebbe già effettuato e che non sono mai state rese pubbliche. Il problema era ed è di capire perché quei dati non sono mai stati divulgati. Da essi, dal loro valore dipende la salute della popolazione di Taranto.

La questione diossina a Taranto, infatti, è uno spettro antico e drammatico, che ha già messo in ginocchio la città e fatto partire il Processo Ilva ‘Ambiente Svenduto’. E la paura, costante, rimane.

In questi mesi, sono stati numerosi i filmati di animali al pascolo intorno allo stabilimento, dove il divieto di pascolo libero interessa un raggio di 20 chilometri dallo stesso stabilimento. Un raggio entro cui vivono migliaia persone.

Arpa Puglia, contattata da Peacelink, aveva già risposto il 10 febbraio scorso che essa stessa era ancora in attesa di ricevere i dati riguardanti i valori della diossina. Li attendeva dall’Ilva.

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