Foreste

Gli scienziati avvertono: sono a rischio le foreste primarie

ForestaUn nuovo studio condotto da un team internazionale di scienziati ha avvertito che solo il cinque per cento della copertura forestale primaria mondiale è posta sotto protezione.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Conservation Letters, sottolinea lo stato precario delle foreste primarie, e l'importanza di una efficace protezione di queste aree.

“I negoziati internazionali non riescono a fermare la perdita delle più importanti foreste primarie del pianeta. In mancanza specifiche politiche di protezione delle foreste primarie nei trattati internazionali sulla biodiversità e sul cambiamento climatico, queste foreste continueranno a perdere i loro valori di biodiversità e i servizi ecosistemici, sia nei sviluppati che nei paesi in via di sviluppo”, ha avvertito Brendan Mackey, direttore del Climate Change Response Program presso la Griffith University di Queensland, in Australia.

Secondo lo studio, le foreste primarie ospitano una straordinaria ricchezza di biodiversità e circa il 57 per cento di tutte le specie delle foreste tropicali dipendono da habitat di foresta primaria.

I ricercatori hanno analizzato le foreste primarie in tutto il mondo e ha scoperto che quasi il 98 per cento delle foreste primarie si trova in appena di 25 paesi. E circa la metà di queste foreste è situata in cinque paesi sviluppati: Stati Uniti, Canada, Russia, Australia e Nuova Zelanda.

Continua il disboscamento dell’Amazzonia

Disboscamento dell’AmazzoniaNell’area dell’Amazzonica brasiliana tra gli stati del Para e del Mato Grosso sono stati individuati numerosi incendi, molti de quali dolosi, appiccati al fine di rimuovere la foresta per convertirla in piantagioni.

La linea della deforestazione segue un percorso a spina di pesce, muovendosi lungo le grandi strade e sulle loro traverse minori per penetrare la foreste incontaminata.

Nello stato brasiliano del Pará, ad esempio, a deforestazione segue l'autostrada nazionale BR 163.

L'inizio della deforestazione in questa regione coincide con l’avvio nel 1979 del Programma di Integrazione Nazionale del Brasile, che prevedeva la costruzione di una rete di strade attraverso la foresta, assieme alla cessione di terreni a prezzi controllati per espandere l'agricoltura, creando così un boom demografico nella zona.

Immagini satellitari dell’espansione della deforestazione a “spina di pesce" sono stati ampiamente pubblicizzati nel caso dello stato della Rondônia, tanto da divenire il marchio visivo della deforestazione tropicale.

Negli ultimi decenni l’epicentro della deforestazione in Brasile si è spostato verso est, agli stati del Mato Grosso e del Pará, dove grandi aree di foresta sono state abbattute per fare posto all’agricoltura industriale meccanizzata.

La foresta ecuadoriana è in vendita

Foresta ecuadorianaL'Ecuador sta per mettere all'asta circa tre milioni di ettari di foresta amazzonica, polmone verde della Terra

L'Ecuador sta per mettere all'asta circa tre milioni di ettari di foresta amazzonica, polmone verde della Terra. L'intenzione delle autorità sarebbe quella di venderli alle compagnie petrolifere internazionali, in particolare a quelle cinesi.

Il governo di Quito ha infatti organizzato un tour nelle capitali straniere che potrebbero essere maggiormente interessate all'affare. Lunedì a Pechino i rappresentanti dell'Ecuador hanno quindi illustrato le potenzialità energetiche dei terreni in vendita ai manager delle principali aziende petrolifere cinesi, tra cui la China Petrochemical e la China National Offshore Oil.

L'intenzione delle autorità dell'Ecuador ha provocato la dura protesta di organizzazioni non governative e leader delle tribù locali, che denunciano una “sistematica violazione dei diritti sulle terre ancestrali”.

La vendita della foresta amazzonica aprirebbe infatti la strada a nuove esplorazioni petrolifere e a nuove deportazioni di popolazioni indigene. In particolare, secondo l'organizzazione Amazon Watch, sono sette le popolazioni che rischiano di essere espropriate della loro terra.

“Chiediamo che le compagnie petrolifere pubbliche e private di tutto il mondo non partecipino al processo di gara che viola sistematicamente i diritti di sette nazionalità indigene, imponendo progetti petroliferi nei loro territori ancestrali”, ha scritto un gruppo di associazioni indigene dell'Ecuador in una lettera aperta dello scorso autunno.

Pagine