Una stampante 3d in grado di ricostruire una mandibola

Un macchinario di Eos ricostruisce con precisione quasi assoluta la mandibola devastata da una malattia o da un trauma

Grazie alla stampante 3D è possibile ricreare delle piastre di titanio che permettono di ricostruire la mandibola anche nei casi dove questa, per effetto di gravi forme di tumore, è maggiormente deformata.

La nuova tecnica, messa a punto grazie a una collaborazione tra la Scuola di Specializzazione in chirurgia orale e maxillo-facciale, Policlinico S. Orsola di Bologna, diretta da Claudio Marchetti, ed Eos, il più importante fornitore di tecnologie a livello mondiale nel campo della stampa 3D che sono riuscite a mettere a punto una tecnologia innovativa che permette di ottenere importanti risultati, sia in termini di salute che di risparmio dei costi degli interventi.

“Questa tecnologia - ha spiegato Salvatore Battaglia, il chirurgo del Sant'Orsola che ha condotto gran parte degli interventi di sostituzione della mandibola - permette di ottenere dei grandi vantaggi sia per i pazienti che per le strutture ospedaliere”. Questo delle tecnologie a stampa 3D per la ricostruzione della mandibola è, sotto il profilo chirurgico “un importante passo in avanti che abbiamo cominciato a sperimentare nel 2011 e che ormai è stato adottato in almeno una cinquantina di casi con risultati davvero importanti, soprattutto in termini di riscontro sulla salute dei pazienti” ha spiegato all'Agi Battaglia.

Internet e il World Wide Web

InternetC’era una volta il World Wide Web, nella testa del suo inventore, Tim Berner’s Lee. Un uomo a cui non importava molto della tecnologia in sé e per sé, quanto della possibilità di mettere in contatto istantaneamente uomini, risorse e conoscenze distanti nel tempo e nello spazio, senza mediazioni.

Il World Wide Web si fonda su un’idea ancora più anarchica: Internet. La rete delle reti è una tecnologia, sviluppata in ambito governativo militare, nata per garantire un sistema di comunicazioni che fosse tollerante alle interruzioni. Si basa infatti su un protocollo (il cosiddetto TCP/IP) che consente di smistare i dati su canali diversi, calcolando da sé il percorso migliore per giungere lo stesso a destinazione nonostante, ad esempio, il nemico abbia distrutto un collegamento fisico.

Due tecnologie, il World Wide Web e il TCP/IP, che hanno rivoluzionato il mondo, consentendo dapprima una crescita esponenziale della condivisione di documenti e studi in ambito universitario, e poi ponendo le basi per un nuovo Rinascimento fatto di condivisione, disintermediazione, scrittura collaborativa, consapevolezza aumentata.

Internet e il World Wide Web hanno reso obsoleto il vecchio mondo piramidale, basato su precise strutture di intermediazione tra informazioni, merci, potere.

Impianti cerebrali per i disturbi dell’umore testati su persone

Impianti cerebraliRicerche finanziate dall’esercito degli Stati Uniti stanno sviluppando applicazioni per registrare l’attività neuronale e stimolare automaticamente il cervello per curare le malattie mentali.

Impianti cerebrali che rilasciano impulsi elettrici sintonizzati con i sentimenti e i comportamenti della persona si stanno testando sulle persone per la prima volta. Due squadre di ricerca finanziate dal ramo di ricerca dell’esercito degli Stati Uniti, la DARPA, hanno iniziato prove preliminari di impianti cerebrali che usano algoritmi per individuare andamenti associati a disturbi dell’umore. Questi macchinari possono riportare il cervello a uno stato di benessere tramite una scossa che ha origine autonoma.

Il lavoro, presentato a metà novembre al meeting della Society for Neuroscience (SfN) a Washington DC, potrebbe portare a una cura per le malattie mentali più gravi che resistono alle cure odierne. Allo stesso tempo, però, suscita preoccupazioni di livello etico, perché questi impianti darebbero ai ricercatori un accesso diretto alle sensazioni dei pazienti in tempo reale.

L’approccio è conosciuto come stimolazione profonda del cervello ed è utilizzato per guarire disordini come il morbo di Parkinson, mentre ha avuto meno successo contro i disturbi dell’umore. Indizi più recenti suggeriscono che una costante stimolazione di una certa regione cerebrale potrebbe dare sollievo dalla depressione cronica, ma uno studio più vasto che ha coinvolto 90 persone che soffrono di depressione, dopo un anno di trattamento, non ha sottolineato nessun miglioramento.

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